“Quello a cui diamo avvio oggi è uno dei progetti di punta del Mise sul tema delle tecnologie emergenti, che rappresentano un ]…[ asset su cui puntare per lo sviluppo del Mezzogiorno”, così il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, presenta l’avvio a Matera dell’iniziativa Casa delle Tecnologie Emergenti, insieme al sindaco della città, Raffaello De Ruggieri (nella foto di apertura a sinistra del Ministro) e al sottosegretario Mirella Liuzzi, in occasione della firma della convenzione che segna l’inizio del progetto, nella cornice del Salone degli Arazzi del Mise.
Prosegue Patuanelli – “Matera può diventare un modello di riferimento”. L’obiettivo è dare continuità all’esperienza della Capitale europea della cultura attraverso la prospettiva digitale che anima il progetto, e “il Mise ha il compito di guidare e non subire i processi innovativi al fine di favorire la competitività tecnologica del sistema produttivo del Paese”.
Si tratta nello specifico di supportare progetti di ricerca e sperimentazione, sostenere lo sviluppo di startup innovative e appoggiare le Pmi nell’adozione di programmi su blockchain, IoT e AI. La casa di Matera ospiterà diversi laboratori di innovazione.
Per esempio quello specifico per l’extended reality e le tecnologie per le riprese 3D, uno per la robotica avanzata e lo sviluppo di ecosistemi basati su IoT, uno specifico lavorerà sulla blockchain e quantum key distribution, e un altro sarà dedicato, considerato che Matera è stata sede di una delle prime sperimentazioni 5G, proprio a questa tecnologia. I laboratori, e relative attività di servizio, saranno a disposizione delle startup, degli sviluppatori e delle piccole e medie imprese interessati.
Inoltre, nella Casa delle Tecnologie Emergenti si svilupperà il progetto ideato dal Cnr denominato Gemello Digitale. Si tratta di una copia virtuale di processi o servizi reali sulle quali effettuare dei test per prevenire errori e migliorare le funzionalità in virtù dei dati raccolti dai sensori.
Commenta il sottosegretario Liuzzi: “Matera è un esempio del possibile rapporto di positiva collaborazione istituzionale tra soggetti pubblici e privati e la città si candida così come polo di riferimento euro-mediterraneo per le digital-humanities, le tecnologie applicate alle scienze dell’uomo e alla cultura”.
Per questo si parla di un’iniziativa di “umanesimo digitale” che coniuga l’adozione di tecnologie avanzate tenendo l’uomo al centro, con un forte legame tra identità e tecnica, autenticità e innovazione tecnologica, un esempio di progettualità per tutto il Sud.
Matera non rappresenta l’unico caso. Anche in altri comuni oggetto di sperimentazione di reti e servizi 5G – Torino, Roma, Catania, Cagliari, Genova, Milano, Prato, L’Aquila, Bari sono previste iniziative analoghe da svilupparsi attraverso proposte progettuali pensate come centri di trasferimento tecnologico.
A Torino l’iniziativa Case delle Tecnologie Emergenti era stata presentata ad aprile dall’allora vicepremier Luigi Di Maio e prevedeva fondi per 7,5 milioni, quella di Matera è la prima al Sud (15 milioni di euro stanziati per la Casa).
Le Case – 30 milioni stanziati complessivamente con una delibera Cipe – devono mirare a coniugare le competenze scientifiche dell’università e degli enti di ricerca con le esigenze del tessuto imprenditoriale e dei settori che si ritengono strategici al fine di aumentare la competitività dei territori.
Si vogliono offrire un vero e proprio spazio fisico e le risorse necessarie per sviluppare idee di impresa, sperimentare nuove tecnologie e trasferire le conoscenze acquisite verso quei soggetti che possono trarre particolari benefici dalle trasformazioni digitali.
Tutte le Case sono e verranno realizzate attraverso specifiche convenzioni con gli enti di riferimento all’interno delle quali saranno disciplinate le modalità di governance degli interventi e le modalità di finanziamento in base alla presentazione di Stati di Avanzamento Lavori (Sal), raggiungendo la piena operatività entro 6 mesi dalla data di stipula della convenzione.
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