Uno studio Dimensional Research sulle nuove sfide che l’utilizzo del cloud ibrido pone alle soluzioni di monitoraggio dell’ambiente IT propone, insieme agli altri, un dato particolarmente interessante. La ricerca infatti mostra come l’88% delle aziende in cloud utilizzano istanze multicloud ma si accorgono anche di perdere visibilità sull’impatto reale di questa scelta sul business.
Lo studio evidenzia inoltre come in uno scenario ibrido risolvere i problemi che impattano in modo significativo sul business richieda sempre troppo tempo, mentre un dipartimento IT oggi deve poter essere definito come un “broker di servizi” e quindi debba essere tempestivo.
Tentiamo un’analisi per punti: è importante ridefinire come la mole di dati raccolta all’edge possa portare valore ai processi di business. Considerata l’importanza di questi dati è necessario poi che le operation IT permettano la loro raccolta e gestione in sicurezza, un compito anche articolato quando si dipende da diversi tool e repository di dati multipli.
E’ questo uno scenario in cui la capacità di leggere quale impatto sul business potrebbe avere anche solo la minima salienza negativa nel comparto IT è fondamentale, ma richiede l’integrazione di registri, eventi, metriche. Serve mappare un servizio con un approccio end-to-end per garantirsi la piena visibilità sui possibili impatti di un problema sia lato utente, sia per quanto riguarda i target aziendali.
Si tratta di compiere alcune scelte. Gli analisti suggeriscono di dare priorità agli strumenti di It Infrastructure Management che offrano integrazione e interoperabilità, puntare ad incrementare la visibilità a partire dalla capacità di rilevare con precisione le anomalie grazie anche ad alert salienti, in modo da ridurre le interruzioni per assicurare una disponibilità di infrastruttura e servizi più elevata. Sarà più facile farlo con strumenti di correlazione ed analisi degli eventi, ma soprattutto saranno proprio le soluzioni AIOps a garantire un’analisi più accurata e la visibilità di insieme ricercata.
Micro Focus Operations Bridge
Micro Focus indirizza questi bisogni con la proposta Operation Bridge (OpsBridge), sfrutta le tecnologie di machine learning sulla scorta di oltre 50 brevetti a vantaggio dell’analisi dei big data, basata su AIOps. OpsBridge riesce ad escludere gli elementi IT che non partecipano all’erogazione di un servizio, riducendo i motivi di errore alla base e assicurando risultati più precisi in meno tempo (Topology-Based Event Correlation).
La soluzione però – in grado di integrare dati da oltre 200 sistemi (tra tecnologie/strumenti) – evidenzia anche la causa principale di un problema, e mostra la catena di errori/problemi generati in cascata (l’80% delle aziende che usano la soluzione segnalano questo come un punto di forza). Mentre con ChatOps, si riesce ad accelerare ed automatizzare le attività per le azioni correttive e le procedure di ripristino, così come sfruttando oltre 8.000 runbook ed altre integrazioni pronte all’uso.
Analisi e correlazione degli eventi sono pilastri cardine, abilitati dalle potenzialità dell’AI e dalle capacità di filtrare le salienze così che rilevamento, monitoraggio, e soluzioni diventino passaggi automatizzati. Integrarle ai servizi attraverso una piattaforma a sua volta sviluppata sulle tecnologie avanzate – le stesse sfruttate per lo sviluppo delle moderne applicazioni (come la containerizzazione), dei micro-servizi e della loro orchestrazione – facilita anche i processi di adozione e manutenzione della piattaforma stessa.
Basata sulla medesima piattaforma Micro Focus di IT Operation Management (Itom), OpsBridge sfrutta il componente delle piattaforme Itom denominato Collect Once Store Once (Coso) per permettere la raccolta e l’elaborazione ad alta velocità di un gran numero di dati da diverse fonti indipendenti con un minor consumo di risorse. L’analisi di questi dati e il sistema di ML alimentano il motore di orchestrazione (alla base dell’approccio Rpa) che permette di liberare risorse qualificate e automatizzare le procedure IT possibili.
Operations Bridge evidenzia così le sue caratteristiche AIOps intese come la “capacità di un sistema di rilevare lo stato dell’ambiente IT, analizzare i dati, trovare ed evidenziare i problemi operativi ed adattare l’ambiente in modo dinamico per la risoluzione dei problemi”.
La soluzione permette quindi di scoprire quindi in modo dinamico servizi e risorse dipendenti e attivare il monitoraggio – sia utilizzando gli agent del dominio, sia in modalità agentless – di ambienti cloud pubblici, privati e in locale. La visibilità è garantita tramite Business Value Dashboard sui comuni dispositivi (ne parliamo anche più avanti). Gli operatori acquisiscono analisi cronologiche, rapide e interattive di centinaia di parametri da una sorta di biblioteca Kpi estesa.
Operations Bridge, cinque casi d’uso
Il primo caso virtuoso di utilizzo della soluzione AIOps Micro Focus, Operations Bridge, in fondo, lo abbiamo introdotto in apertura. Le aziende richiedono che la scelta di infrastrutture di cloud ibrido siano sempre giustificabili di fronte al business (1).
OpsBridge, ovviamente a seconda delle specificità dei singoli cloud, è in grado di identificare e scoprire le risorse cloud e i servizi attivi sulle diverse infrastrutture (Aws, Azure e Azure Stack, Google) e ovviamente sui private cloud, in relazione ai diversi hypervisor (Kvm, Vmware vCenter e HyperV). Permette di pianificare la domanda di ulteriori risorse sulla scorta dell’effettivo utilizzo.
E’ possibile modellare la domanda in base alle esigenze infrastrutturali corrispondenti alle metriche di business. E ancora di più è indispensabile – poiché applicazioni SaaS non forniscono accesso alle metriche “in the box” – riuscire a svelare la causa principale di un eventuale disservizio con la necessaria visibilità su ciascun elemento. Non solo, garantendo che i servizi cloud siano erogati agli utenti aziendali in base agli standard concordati, OpsBridge fornisce monitoraggio, misurazione e analisi delle transazioni in forma sintetica.
Un altro caso d’uso interessante è l’utilizzo della piattaforma AIOps di Micro Focus per consolidare i dati IT con la possibilità di monitorare domini specifici ( Microsoft Scom, Oracle Enterprise Manager, Sap Solution Manager, AppDynamics) (2).
OpsBridge raccoglie informazioni anche in modalità agentless, integra informazioni e metriche e questo facilita infine il provisioning delle viste per gli operatori, nonché la definizione delle priorità degli eventi collegati a oggetti che dipendono l’uno dall’altro. OpsBridge facilita anche la modellizzazione di servizi. Per esempio puntando OpsBridge su un servizio o un’applicazione iniziale per identificare le dipendenze e da lì generare un modello di servizio in modo automatico. OpsBridge in questi casi può individuare i cambiamenti intercorsi nell’ambiente, quando nuovi oggetti vengono individuati il sistema applica le policy coerenti e monitora l’attivazione.
Il terzo caso d’uso (3) interessante da riprendere si lega alle funzionalità di Robotized Remediation. Connettori e collettori di dati raccolgono informazioni da oltre 200 sistemi Micro Focus e di terze parti, macinati dalla soluzione Operations Bridge, vengono generate importanti correlazioni per individuare le cause di funzionamenti inadeguati. Gli utenti inoltre sanno di poter contare su una fotografia dello scenario IT aggiornata dinamicamente a permetterlo è il Run-time Service Model (RtSM) resta in costante collegamento con le applicazioni e i componenti infrastrutturali e relative dipendenze.
L’analisi delle issue in questo comparto porterebbe allo studio di migliaia di voci di registro, quindi richiederebbe personale altamente competente – spesso specializzato su un singolo sistema – e ore costose di lavoro. OpsBridge, sfruttando gli analytics di Vertica integrati in Coso, una volta individuata la causa origine di un problema OpsBridge sfruttando Micro Focus Operations Orchestration è in grado di gestire l’esecuzione di script o l’esecuzione del runbook opportuno.
Possiamo immaginare anche uno scenario in cui un operatore si trova nella condizione di non riuscire a gestire direttamente una situazione. Generalmente in questi casi si scala il problema e questo porta però a dei ritardi. OpsBridge offre in questo caso il sistema ChatOps già citato che permette di attivare una serie di competenze per accelerare la soluzione del problema.
Le aziende riconoscono oggi come buona parte del business si sviluppi tramite i servizi online, quanto essi siano vitali (4). Un’esperienza online negativa da parte dei clienti – per un default applicativo per esempio – si può riverberare in un feedback negativo e persino nell’abbandono della proposta. OpsBridge permette di “mappare” le situazioni di questo tipo, raccogliere i dati, correlarli con le applicazioni e fornire quindi una dashboard in grado di evidenziare i punti critici per prendere le decisioni più opportune.
Arriviamo in ultimo all’analisi di un aspetto che più che un caso d’uso rappresenta uno dei principali punti di forza della proposta: è la possibilità di comprendere e vedere rappresentata non tanto quanto è accaduto, ma da ciò che sta accadendo proprio quando sta accadendo, su diversi device (5). Per farlo OpsBridge sfrutta gli strumenti offerti da Microsoft Visio e Adobe e propone la sua Business Value Dashboard. Le viste della Dashboard si generano grazie alla possibilità di inviare query Sql a Coso abilitando le analitiche su molteplici campi di dati per vedere e toccare con mano i vantaggi per il business legati alle performance IT.
Si disporrà di una soluzione leggera, veloce e facile da implementare per generare report
con testo e grafici dei dati sulle prestazioni, grafici stampabili e leggibili in Pdf, ma anche riutilizzabili dagli strumenti di business intelligence. La fotografia di OpsBridge, di fatto aggiornata automaticamente in modo dinamico, permette di disporre di report in grado di riflettere la situazione, e di mostrare i periodi di default del sistema. La personalizzazione è facilitata dalla disponibilità di oltre 200 modelli differenti.
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