Il contesto in cui le aziende europee si stanno muovendo si è complicato in questi mesi a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Ma la capacità di reagire trova nelle aziende IT realtà pronte a trasformare eventi fisici in eventi virtuali. E’ anche il caso di Micro Focus che, a ridosso dell’evento Universe in programma in Olanda per tracciare la strategia davanti a clienti e partner, ha rimodulato la convention in una tre giorni virtuali. Senza meeting fisici, ma solo via Web. Un’azienda che, elaborata da due anni e mezzo l’acquisizione del ramo software di Hpe, si trova oggi a definire le strategie 2020, in scia alle mosse del 2019 che l’hanno vista operare con decisione in tre ambiti: Rpa, AIOps e DevOps.
Ne parliamo con Andrea Viola, country manager della filiale italiana, che in questi giorni di decreto #iorestoacasa, incontriamo virtualmente a Milano.
“Sono momenti complessi per l’economia italiana, dove è difficile incontrare di persona i clienti – esordisce Viola – ma credo che la scelta di trasformare un appuntamento come Universe, che avrebbe coinvolto 2.000 persone da tutta Europa, in un virtual event sia una scelta dovuta, rispettosa dei decreti italiani e del momento che stiamo vivendo. Denota il nostro senso civico e la voglia di mantenere l’impegno preso con i nostri clienti nel supporto della loro strategia di trasformazione digitale”. Una strategia che rimane invariata.
AI integrata nella gestione operativa
Partiamo da AIOps, un termine che accorpa l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI), dell’apprendimento automatico (ML) e di altre tecnologie avanzate di analisi dei dati in soluzioni per automatizzare i processi di identificazione e risoluzione dei problemi di prestazioni IT. “Oggi in situazioni ibride, con server locali e virtuali, piattaforme cloud pubbliche e private, dispositivi mobili di ogni tipo, è fondamentale identificare e risolvere e mitigare potenziali interruzioni o problemi di prestazioni” precisa Viola e per monitorare e gestire efficacemente l’IT operando a questo livello di complessità, le organizzazioni si stanno rivolgendo all’intelligenza artificiale per le operazioni IT, AIOps appunto, che utilizza i dati generati dai sistemi e servizi IT, sia fisici che virtuali, per monitorare tutte le risorse aziendali, esaminare in modo proattivo i dati sul traffico di rete e delle applicazioni, e ottenere la piena visibilità sulle applicazioni e le dipendenze del sistema.
“AIOps è il trend che stiamo vedendo registrare una forte crescita complessiva, che riguarda la gestione dei data center, con applicazioni sia on premise che in cloud, che vengono ridisegnate dalle aziende con microservizi e integrando soluzioni di terze parti. Questa trasformazione si coniuga con una richiesta da parte degli utenti di maggiori performance, di disponibilità applicative 24 ore su 7 giorni. Chi deve gestire il data center non può più avere la stessa modalità reattiva di un tempo, ma ha bisogno di gestire questa complessità in modo dinamico, introducendo una proattività maggiore, per dare il giusto aiuto al business”.
L’IT a supporto del business rimane il tema sul quale i Cio si confrontano sempre più spesso “ma oggi pur rimanendo il Cio il nostro interlocutore privilegiato cerchiamo di raccontare anche al business il valore delle nuove tecnologie, facilitando il loro coinvolgimento” precisa Viola. Che si tratti di una più rapida identificazione di minacce avanzate, una migliore correlazione tra cambiamento e prestazioni, maggiore efficienza all’interno dell’IT o tempi di consegna più rapidi, AIOps porta a un migliore allineamento con i servizi IT e i risultati dei servizi di business, con conseguente migliore esperienza di dipendenti e clienti. “Le nostre competenze nell’ambito del monitoraggio, dell’automazione e dell’analytics ci portano ad essere un player di riferimento nell’ambito AIOps, e la capacità di combinare questi aspetti con machine learning e big data ci permettono di aiutare i clienti a semplificare le loro soluzioni per prendere decisioni in tempi più rapidi”.
Secondo Viola, le aziende italiane hanno iniziato a mostrare interesse verso questa tematica lo scorso anno, perché la complessità di gestione soprattutto in grandi banche, assicurazioni, telco o mondo dell’energy, si è fatta sempre più forte. Ma altre realtà enterprise a tendere andranno ad approfondire questa tecnologia proprio per il ruolo strategico a supporto del business.
AI è al servizio dell’Rpa
Non da meno la tematica della Robot Process Automation, un mercato in crescita secondo tutti gli analisti, dove l’automazione ha fatto passi da gigante in termini di sicurezza: negli ultimi anni, ad esempio, la tendenza verso l’automazione dei test (TA) ha comportato un maggiore controllo e trasparenza nelle attività di collaudo (63%), costi inferiori (56%), cicli di rilascio più rapidi (54%) e migliore rilevamento degli errori (56%). “Abbiamo da sempre sviluppato il tema dell’automazione come un valore da portare ai clienti e crediamo di essere stati degli evangelizzatori con soluzioni di automazione di testing e data center da più di 15 anni” racconta Viola. Sono questi i due ambiti nei quali confluiscono le soluzioni di Rpa di Micro Focus nell’ottica di facilitare i clienti ad automatizzare una serie di processi che vanno dal contact center al supply change management, guardando a tutte le applicazioni di business. “Sono soluzioni che si pongono in affiancamento non in sostituzione a tutte quelle attività che i nostri client stanno sviluppando manualmente – precisa Viola – e che possono essere demandate a uno robot, a uno strumento che ne abilita l’automazione di tutti i processi”.
Ma per continuare ad aumentare di valore, le offerte Rpa devono ampliare l’integrazione con strumenti di automazione dei processi complementari, superare le restrizioni di scalabilità e affrontare i problemi di sicurezza “Le nostre soluzioni sono molto semplici, richiedono uno sviluppo in poche settimane e per questo sono state adottate anche da diversi partner, che le stanno implementando in mercati dove storicamente non siamo protagonisti, e che ci permettono di allargare il nostro bacino oltre a finance, insurance, energy, telco, estendendo la nostra presenza anche in mercati generalmente non presidiati ma che vogliamo indirizzare”.
Ma non mancano le criticità nel mondo Rpa, perché si richiede un approccio diverso, un linguaggio più business oriented. L’investimento in nuove competenze ha visto attivare percorsi di crescita degli skill dei colleghi che si occupano di Professional Service “per meglio rispondere alle esigenze di business dei clienti” e affiancare una ventina di partner, divisi su competenze di Rpa o di AIOps.
A valle dell’acquisizione di Hpe
Ultimo il tema DevOps che è il cuore dell’integrazione tra Hpe e Micro Focus, avviata due anni fa, che ha comportato l’integrazione dei team e la condivisione di competenze per coprire l’intera offerta, dal mainframe all’ambito applicativo. “L’integrazione con Hpe è stata più complessa rispetto a quanto avevamo ipotizzato, tuttavia oggi riteniamo di avere raggiunto una momento di stabilità e stiamo sviluppando ulteriormente le nostre soluzioni per sostenere la crescita sul mercato – precisa Viola -. Stiamo investendo molto sulle competenze interne dei nostri professional services, che sanno essere trust advisor dei nostri clienti, su un tema strategico quale il DevsecOps”.
Il tema della qualità della applicazioni è legato alla crescita del business delle aziende perché oggi le applicazioni sono il cuore pulsante delle strategie dei clienti. “Il vantaggio delle nostre soluzioni è che sono aperte, coprono tutto l’end to end del processo, possono essere integrate con scelte già fatte in azienda e coniugano soluzioni consolidate e robuste con nuove funzionalità che indirizzano nuove esigenze del business dei nostri clienti – dettaglia Viola -. Non va dimenticata l’importanza delle performance legate ad applicazioni che vengono utilizzate da un numero maggiore di utenti. L’approccio è quello di permette di utilizzare le nostre soluzioni in modalità on premise o SaaS, attraverso un licencing che aiuta a scalare soluzioni e costi”.
Focus 2020
Ad oggi il peso delle soluzioni on premise supera ancora quelle in cloud, per alcune reticenze in parte legate anche agli aspetti di sicurezza. “Man mano che le tecnologie 5G iniziano a svilupparsi, il ritmo con cui si verificano le violazioni accelera e uno dei temi che deve essere ancora sdoganato nella migrazione verso il cloud è proprio il tema della sicurezza dei dati – precisa Viola -. Ma devo dire che piano piano i nostri clienti si stanno portando verso le soluzioni SaaS e stanno superando questo ostacolo”.
Per il 2020, la crescita prevista sarà per Viola molto legata ai temi di AIOps vista l’attenzione dei clienti italiani, mentre maggiore sforzi saranno richiesti in ambito Rpa “dove sappiamo esserci molti player importanti sul mercato, ma siamo confidenti nella bontà e solidità delle nostre soluzioni – precisa -. Nel 2020 le aziende supereranno il tetto dell’automazione utilizzando strumenti basati sull’intelligenza artificiale” .
Sul tema DevOps le aziende dovrebbero accelerare per puntare ancora di più sulla qualità delle applicazioni, anche se per molte risulta ancora difficile quantificare il ritorno sugli investimenti nell’adozione dei processi DevOps. “Ciò può essere dovuto a vari motivi: in particolare la mancanza di dati coerenti o processi che non raccolgono dati abbastanza rapidamente per consentire cicli di feedback in tempo reale. Oggi i dati crescono in modo esponenziale grazie alla crescita esagerata dei sensori, inclusi in ogni oggetto fisico, un andamento che ridefinirà il concetto di big data. Tra i numerosi vantaggi di DevOps, spiccano proprio per questo motivo la capacità di fornire valore più rapidamente ai dati, con qualità e sicurezza elevate. Questi si traducono in un vantaggio diretto sia per l’azienda che per i clienti”.
In questo momento l’emergenza Covid-19 ha spostato le priorità degli investimenti delle aziende su altre tecnologie più puntuali, come lo smart working, ma ad emergenza finita Viola si augura che le aziende italiane siano messe nella condizione di crescere e mostrare ancora una volta la loro capacità sui mercati internazionali, riprendendo il loro programma di trasformazione digitale. “La trasformazione digitale è stata un argomento caldo e continuerà ad esserlo per molti altri a venire – conclude -. Ciò che cambierà, tuttavia, è il modo in cui le organizzazioni stanno affrontando questa sfida. All’inizio, molti perseguivano la digital transformation con un portafoglio di nuove applicazioni che spesso non erano compatibili con i sistemi legacy. Questa strategia di sostituzione ha dimostrato di creare troppi rischi e costi per molte organizzazioni. L’approccio proposto da Micro Focus è invece quello di affrontare la modernizzazione dei principali sistemi aziendali costruendo un bridge tra “the old and the new”, innovando velocemente con minor rischio”.
Il dibattito sull’evoluzione tecnologica continuerà la prossima settimana, in un Universe completamente virtuale, diverso.
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