Il piano europeo Green Deal, nato per promuovere l’uso efficiente delle risorse attraverso l’economia circolare e per ridurre l’inquinamento, punta a portare l’UE all’impatto climatico zero entro il 2050. Nato a fine 2019, presentato dalla Commissione von der Leyen, fissa una tabella di marcia ambiziosa per il conseguimento di un’economia circolare a impatto climatico zero, in cui la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse. 

L’Unione ha già proposto una legge sul clima e punta a trasformare l’impegno politico in obblighi giuridici facendo leva anche su incentivi ed investimenti, sostenendo l’industria dell’innovazione, puntando sulla collaborazione per migliorare gli standard e una maggiore efficienza energetica. In questi giorni la Commissione si è impegnata su un nuovo piano d’azione prevedendo misure lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti a tutela anche della spesa dei circolatori. Partiamo dai dati.

I dati Eurostat

Non si tratta di percentuali entusiasmanti e gli stessi dati Eurostat non sono particolarmente aggiornati (il prossimo rilievo è previsto per novembre 2020). Questi gli ultimi riferimenti disponibili, del 2017. Il tasso di utilizzo circolare dei materiali dell’Unione europea (UE) era dell’11,2%. La percentuale si riferisce alle risorse materiali utilizzate nell’UE proveniente da prodotti riciclati. Si tratta di un tasso oscillato sempre intorno a queste cifre dal 2012.

La percentuale di utilizzo circolare dei materiali, noto anche come tasso di circolarità, è la percentuale di risorse materiali utilizzate provenienti da prodotti riciclati e materiali recuperati, in modo da risparmiare l’estrazione di materie prime primarie. L’Italia non è per una volta fanalino di coda. Se infatti nel periodo tra il 2010 e il 2017, il tasso di utilizzo circolare dei materiali è aumentato in 15 dei 27 Stati membri, in Italia si sono registrati gli aumenti più alti seguita da Lettonia, Belgio, Austria e Paesi Bassi.

Gli ultimi dati Eurostat
Gli ultimi dati Eurostat sui flussi di materiali (dati in miliardi di tonnelllate, ultimo rilevamento disponibile 2017, prossimo rilevamento Novembre 2020)

Parte dai numeri anche Frans Timmermans, vice presidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo che commenta: “Se vogliamo raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 ]…[la nostra economia deve diventare pienamente circolare. Il nostro modello economico di oggi è ancora, per lo più, lineare: solo il 12% delle materie secondarie e delle risorse vengono reintrodotti nell’economia. Molti prodotti si rompono troppo facilmente, non possono essere riutilizzati, riparati o riciclati, o sono monouso. Esiste un enorme potenziale da sfruttare sia per le imprese che per i consumatori e con il piano odierno abbiamo avviato una serie di interventi volti a trasformare il modo in cui i prodotti sono fabbricati e consentire ai consumatori di effettuare scelte sostenibili a proprio vantaggio e a beneficio dell’ambiente”.

Il piano d’azione presentato vuole garantire per il futuro che i prodotti immessi sul mercato dell’UE siano progettati per durare di più e a lungo, siano più facili da riutilizzare, riparare e riciclare, e contengano il più possibile materiali riciclati anziché materie prime primarie. Sarà vietata la distruzione di beni durevoli non venduti e l’obsolescenza prematura.

Sul banco degli imputati anche i prodotti monouso. Per quanto riguarda l’industria Ict, in particolare, la Commissione avvierà azioni concrete in diversi ambiti come le iniziative per un’elettronica circolare (ne parliamo più avanti) in modo da prolungare il ciclo di vita dei prodotti e migliorare la raccolta e il trattamento dei rifiuti; ma anche nuove disposizioni vincolanti sugli imballaggi con la definizione di cosa è consentito sul mercato dell’UE. E, per quanto riguarda la plastica, sono in arrivo nuove disposizioni vincolanti relative al contenuto riciclato e attenzione particolare alla questione delle microplastiche e alle plastiche a base biologica e biodegradabili.

Qualche numero: i rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche continuano a costituire uno dei flussi di rifiuti in più rapida crescita nell’UE, con un tasso annuale pari attualmente al 2%, ma si stima che nell’UE meno del 40% dei rifiuti elettronici sia riciclato. Si verifica una perdita di valore quando i prodotti del tutto o in parte funzionanti sono eliminati perché non si possono riparare, il software non è più supportato o i materiali incorporati nei dispositivi non sono recuperati. Recitano i documenti UE: “Circa due cittadini europei su tre vorrebbero poter utilizzare più a lungo i dispositivi digitali che possiedono, purché le prestazioni non siano compromesse in modo significativo”.

L’iniziativa per un’elettronica circolare

La Commissione presenterà quindi un’Iniziativa per un’elettronica circolare. L’iniziativa vuole promuovere l’allungamento della durata di vita dei prodotti e comprenderà, tra l’altro, le azioni seguenti, che riportiamo così come espresse nei documenti ufficiali:

Misure di regolamentazione per l’elettronica e le risorse Ict, compresi i telefoni cellulari, i tablet e i laptop a norma della direttiva sulla progettazione ecocompatibile, in modo che i dispositivi siano progettati per l’efficienza energetica e la durabilità, la riparabilità, la possibilità di upgrading, la manutenzione, il riutilizzo e il riciclaggio. ]…[ Le misure riguarderanno anche le stampanti e i materiali di consumo come le cartucce, a meno che il settore non concluda un ambizioso accordo volontario entro i prossimi sei mesi;
• Particolare attenzione sarà rivolta ai dispositivi Ict in quanto settore prioritario in cui concretizzare il “diritto alla riparazione” includendovi il diritto di aggiornare i software obsoleti;
• Misure di regolamentazione per i caricabatterie dei telefoni cellulari e i dispositivi analoghi, ivi compresi l’introduzione di un caricabatterie universale, il rafforzamento della durabilità dei cavi di ricarica e incentivi per separare l’acquisto dei caricabatterie dall’acquisto di nuovi dispositivi;
Miglioramento della raccolta e del trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche , anche esaminando la possibilità di istituire a livello di UE un sistema di resa per restituire o rivendere telefoni cellulari, tablet e caricabatterie usati;
Riesame delle norme dell’UE sulle restrizioni dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche e elaborazione di orientamenti per migliorare la coerenza con la legislazione applicabile, tra cui il regolamento Reach e la direttiva sulla progettazione ecocompatibile.

Torna quindi in particolare il tema delle batterie, cui abbiamo fatto riferimento appena pochi giorni fa, con un nuovo quadro normativo al fine di migliorare la sostenibilità e aumentare il potenziale di circolarità delle stesse. Servirà inoltre consentire ai consumatori di avere accesso a informazioni attendibili (ed effettivamente utilizzabili, verrebbe da aggiungere) su questioni come la riparabilità e la durabilità dei prodotti così che possano compiere scelte più sostenibili e beneficeranno di un vero e proprio “diritto alla riparazione”.

Infine la Commissione pone l’accento sull’importanza della diminuzione dei rifiuti, sul bisogno di trasformarli in risorse secondarie di qualità che beneficino di un mercato delle materie prime secondarie efficiente. La Commissione vorrebbe, e si prepara a, introdurre un modello armonizzato a livello di UE per la raccolta differenziata dei rifiuti e l’etichettatura. Il piano d’azione prevede inoltre una serie di interventi volti a ridurre al minimo le esportazioni di rifiuti dell’UE e a far fronte alle spedizioni illegali.

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