L’emergenza in corso impatta fortemente sul mondo del lavoro e lo trasforma, accelerando processi già in atto. Lo confermano tutti i dati in epoca pre-covid, come uno studio della Oxford University che nel 2015 prevedeva l’automatizzazione del 47% dei lavori entro 20 anni, o i dati che indicano un 30% delle competenze digitali e non solo che oggi si acquisiscono e non avranno più un’utilità pratica nei prossimi 5 anni, o ancora il tasso di lavoro occasionale che negli Usa – e similmente in Italia -, è di 1/3 dei lavoratori e con trend in costante crescita. Un cambiamento evidente e radicale che il coronarivus accelera, aprendo nuovi scenari che coinvolgono tutti e richiedono nuove strategie per trasformare il proprio lavoro.

Ma come farlo? A dare alcune ricette è Jacopo Perfetti, fellow professor, Sda Bocconi, che nel corso della Milano Digital Week 2020 presenta Il lavoro trasformato”, un momento on air per divulgare alcune brevi ma efficaci pillole che suggeriscono come sfruttare questo momento critico per dare il giusto indirizzo alla professione.

Jacopo Perfetti, Fellow Professor, SDA Bocconi
Jacopo Perfetti, fellow professor, Sda Bocconi – “Il lavoro trasformato” – Milano Digital Week 2020

Tre momenti per riflettere e agire

Oggi tutti sono chiamati a reinventare di continuo il proprio modello di business, non solo le imprese ma anche i professionisti. “Dobbiamo pertanto fermarci e sfruttare questo momento per capire non solo cosa vogliamo fare ma soprattutto come lo vogliamo fare, per raggiungere lo stile di vita che desideriamo“, è la premessa di Perfetti.

Tre sono i suggerimenti per innovare e tre i momenti per farlo, spiega l’esperto; nel presente immediato, nel futuro breve e nel futuro a lungo termine. Il presente è un ottimo momento per focalizzarsi su idee e problemi e verificare il reale posizionamento che faccia da catalizzatore delle proprie competenze, riduca i costi fissi e renda più snelli. Nel futuro breve bisogna sperimentare, perché non sappiamo quale sarà il futuro del lavoro. La prima regola per preparasi ad affrontarlo è essere flessibili e sapere se si sta andando nella direzione giusta. Sondare il mercato e aggiustare eventualmente il tiro, nel caso delle aziende; per il professionista, testare le modalità con cui si svolge il proprio lavoro. Nel futuro lontano, mettere in discussione il nostro lavoro, una strategia che in un momento catartico come questo può sortire ottimi risultati.

Intercettare il bisogno

Che si tratti del mondo dell’impresa o dei singoli che si reinventano, la svolta è sempre legata ad una crisi e alla relativa necessità di innovare – spiega Perfetti -, che porta alla luce talenti inespressi e non riconosciuti.

Il segreto della professionalità risiede oggi nel sapere intercettare la necessità del cliente, posizionandosi sul mercato con una soluzione o un servizio e non con un prodotto, perché il prodotto prima o poi esce dal mercato, mentre la soluzione può evolvere.

Inseguire il bisogno e creare un diverso modo di soddisfarlo e non tentare di incrementare la produzione, dunque la corretta strategia. Alcuni esempi fatti da Perfetti sottolineano la strategie vincente: durante il XIX secolo l’invenzione della macchina frigorifera rivoluziona il settore della conservazione degli alimenti e pone fine alla produzione del ghiaccio, insieme alle aziende che tentavano di stare dietro ai sempre più elevati volumi richiesti. Oppure, sopravvivono nel mercato audio e video le aziende che dal prodotto fisico – cd, dvd, etc. – evolvono verso lo streaming.

“I problemi non possono essere risolti con la stessa modalità che li ha creati”, è la frase di Albert Einstein che il professore prende a prestito per riassumere il suo pensiero e sottolineare proprio la necessità di un cambio di mentalità per modificare le cose che abbiamo sempre fatto allo stesso modo. “Oggi la crisi dovuta al Coronavirus ci fa fare delle domande e rappresenta il momento ideale, perché le abitudini delle persone cambiano. Bisogna sfruttarlo – ribadisce -, per uscirne più rafforzati, con un nuovo spirito di innovazione”.

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