Tra gli annunci recenti che hanno anticipato l’apertura di Cisco Live Digital 2020, in primo piano ci sono le novità introdotte sulla piattaforma Webex anche in relazione al periodo di emergenza in cui le piattaforme di collaborazione hanno consentito alle aziende di proseguire l’attività da remoto, un tema toccato anche da Chuck Robbins nel keynote di apertura della manifestazione digitale.
Webex ha triplicato in volumi l’utilizzo (oltre 50 milioni di persone l’hanno sfruttata per circa 25 miliardi di minuti di meeting) rispetto a quello medio precedente il lockdown e Cisco ha investito sulla piattaforma, implementato nuove funzionalità di sicurezza e pensato ad una serie di integrazioni con Box e Webex Teams, oltre a lavorare agli analytics forniti dal sistema di gestione Webex Control Hub per permettere ai manager di disporre di tutte le informazioni necessarie per la gestione delle persone che lavorano da remoto. Infine, grazie all’integrazione con Epic, sono stati implementati nuovi strumenti di assistenza sicura, via video, in modo da aiutare i medici ad incontrare i pazienti nel pieno rispetto delle norme di distanziamento.
Webex, nuove funzionalità
In particolare, per quanto riguarda la sicurezza, Cisco ha esteso le funzionalità Dlp (Data Loss Prevention), Legal Hold ed eDiscovery anche a Webex Meetings, per la protezione di tutti i contenuti dei meeting (dalle registrazioni alle trascrizioni, action items e highlights compresi); sono in fase di ampliamento le opzioni di cifratura end-to-end per integrare la funzionalità Aes a 256 Bit con la modalità Gcm.
Per quanto riguarda invece i casi di utilizzo di Control Hub, ora è possibile l’installazione semplificata di Webex Assistant (assistenza vocale) sui dispositivi di sala, in modo da ridurre le interazioni dirette con il touchpad. Inoltre per la programmazione risultano semplificate tutte le operazioni grazie alla disponibilità degli insight che permettono anche di analizzare i dati delle riunioni in tempo reale funzionali sia per migliorare la risoluzione dei problemi, sia per gestire il periodo di transizione e quindi anche il cambiamento nello stile di lavoro e quindi dove può essere più opportuno concentrare gli sforzi.
Con l’integrazione in Control Hub della funzionalità UC cloud-connected Cisco ha pensato invece a semplificare i workflows IT per le implementazioni ibride e ha ampliato l’analytics in Webex Calling. In questa direzione va anche l’integrazione con Webex Teams e Box (cloud storage), in modo da estendere le possibilità di condivisione dei file anche a questa ulteriore risorsa. Jim Lundy, Founder, Ceo & lead analyst, Aragon Research, sottolinea: “Il lavoro a distanza si è rivelato un fattore determinante per la continuità aziendale ed economica ]…[ ora le aziende hanno l’opportunità di ripensare completamente il loro modo di operare ]…[ e le tecnologie di collaborazione forniscono comunicazione audio video sicura e su larga scala fondamentali nel ripensare il modo di lavorare”.
E’ da leggere infine in direzione dello sviluppo delle possibilità di teleconsulto medico l’integrazione cui abbiamo accennato delle cartelle elettroniche di Epic con il software Cisco. In questo modo è possibile non solo effettuare una visita ma disporre anche della documentazione clinica pregressa. Sono già circa 250 milioni i pazienti nel mondo che dispongono della cartella clinica elettronica Epic.
Il vendor ha pensato anche ad una soluzione per il back to office ed ha integrato nella piattaforma Cisco DNA Spaces nuovi strumenti per l’analisi in tempo reale e storica, che permettono alle aziende di monitorare gli spazi di lavoro affinché venga rispettato il distanziamento. I clienti possono utilizzare l’app integrata per controllare in tempo reale la densità di un edificio e analizzare come viene utilizzato.
Cisco SecureX, sicurezza cloud anche per il lavoro remoto
Le possibilità di lavoro da remoto abilitate dalla tecnologia richiedono alle aziende di ripensare anche il tema della sicurezza. Per Cisco significa ora spingere per accelerare l’integrazione della sua piattaforma di cybersecurity cloud-native SecureX, disponibile da fine giugno in tutti i Paesi, in tutti i prodotti. A vantaggio anche di uno dei primi obiettivi per cui nasce la piattaforma: permettere una visione olistica e automatizzare i flussi di lavoro per rispondere prontamente alle minacce, tanto più in un contesto di “lavoro a distanza.
L’accelerazione dei progetti di trasformazione digitale richiede di tenere sempre aggiornati i processi di business, seguire l’evoluzione delle minacce e orientarsi in un panorama di fornitori in continua espansione, quindi in un ecosistema complesso, che non favorisce la sicurezza (come conferma anche l’indagine Ciso Benchmark Report 2020 di Cisco). SecureX vuole invece coniguare la vasta gamma di soluzioni di sicurezza integrata di Cisco con l’infrastruttura di sicurezza dei clienti per un’esperienza uniforme e semplificata.
Oltre alla visibilità “unificata” la piattaforma permette di automatizzare i flussi di lavoro delle attività di threat hunting grazie alle informazioni sulle minacce fornite da Cisco Talos, e da altre fonti di intelligence, che rendono possibile identificare rapidamente gli obiettivi attaccati, “tanto più in un contesto di lavoro altamente “distribuito” come quello attuale”, come sottolinea Gee Rittenhouse, Svp e GM di Cisco Security Business Group
Cisco Security ha introdotto una serie di novità e integrazioni per rendere ancora più sicuro chi lavora a distanza, tra cui la protezione dell’utente e dei dispositivi sfruttando l’integrazione tra la sicurezza degli endpoint e Mfa e Cloud Mailbox Defense for Office365 che offre visibilità completa della posta elettronica (messaggi in entrata, in uscita e interni) in un contesto che rafforza la protezione contro le minacce email avanzate come phishing, ransomware, spoofing e spam.
Visibilità e sicurezza sulla rete
Automazione e visibilità infine riguardano anche i passi avanti per quanto riguarda l’offerta di strumenti per la gestione della rete. In questo ambito Cisco ha aggiunto funzionalità al portfolio di soluzioni sotto il cappello “intent-based” networking, per una migliore segmentazione e protezione della rete con policy automatizzate. Le spiega Scott Harrell senior vice president e general manager, Cisco’s Intent-based Networking Group: “Cisco permette al’IT di implementare rapidamente funzionalità avanzate di rete e di sicurezza, semplificando e automatizzando la segmentazione e la sicurezza in-the-cloud su larga scala. Stiamo portando avanti la nostra promessa di creare una piattaforma di rete che continui a fornire innovazione per supportare i clienti, a prescindere da dove si trovino nel loro percorso verso l’intent-based networking”.
In particolare con l’integrazione delle funzionalità di Viptela in Cisco SD-Wan, all’interno di Cisco Umbrella, le aziende beneficiano della protezione contro i principali attacchi web provenienti da soluzioni Saas e dall’accesso a Internet. Cisco Umbrella offre un Secure Web Gateway (Swg), sicurezza Dns-layer, firewall e funzionalità Casb (Cloud Access Security Broker) in un unico e integrato servizio cloud. Grazie al provisioning automatizzato e al sistema di licenze semplificato, Cisco SD-Wan con Cisco Umbrella permette un’esperienza utente ottimizzata e una protezione completa. La convergenza tra sicurezza e networking tra l’altro è un passo obbligato per i clienti che si stanno orientando verso un’architettura Sase. Altre innovazioni SD-Wan includono il supporto per le comunicazioni voce multicast e integrate e per le comunicazioni unificate. Mentre con Cisco User-Defined Networks, l’IT può fornire all’utente il controllo della propria partizione della rete wireless tramite Cisco Dna Center. In questo modo gli utenti controllano i propri dispositivi in sicurezza, e possono decidere quale dispositivo può connettersi alla propria partizione di rete attraverso l’app User Defined Network.
Per la gestione dei dispositivi IoT, che potrebbero incrementare la complessità di gestione in uno scenario di rete segmentato grazie ad AI Endpoint Analytics, all’interno di Cisco Dna Center – la piattaforma di servizi per la localizzazione indoor -, è possibile identificare i nuovi endpoint non ancora riconosciuti e sfruttare fonti di analisi contestuale e l’AI per il loro raggruppamento in modo logico. Cisco Dna Center analizza i flussi di traffico tra gli endpoint, genera le policy corrette utilizzabili come base per una corretta successiva segmentazione.
Ancora in ambito IoT, con Cisco Dna Spaces l’azienda propone una soluzione Iot as a Service indoor per gli access point Wifi 6 per accelerare l’implementazione delle applicazioni Iot in velocità. Cisco Dna Spaces semplifica l’attivazione, la configurazione e la gestione di un ampio numero di dispostivi IoT, incluso il supporto per i dispositivi Bluetooth (Ble) inoltre permette il tracciamento degli asset, il controllo ambientale per la sicurezza dei dipendenti, l’utilizzo dello spazio, la ricerca delle stanze e altri casi di utilizzo in ambito sanitario, retail, dell’istruzione, manifatturiero e dell’hospitality.
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