Non servono prove per constatare che l’e-commerce sta crescendo a livelli record. E’ sotto gli occhi di tutti e lo abbiamo notato soprattutto durante il lockdown, quando il web ha rappresentato praticamente l’unica possibilità per fare acquisti in sicurezza, adottato in quarantena da 3 italiani su 4. In epoca Coronavirus, a fronte di un’economia che subisce duri contraccolpi in molti settori, lo shopping online si conferma dunque motore di crescita – dopo un 2019 chiuso con un giro d’affari da 48,5 miliardi di euro -, con livelli superiori rispetto agli altri canali di vendita, sempre più attrattivo per gli italiani.

Ma in questo contesto profondamente cambiato, come evolvono i consumi online? A tracciare le tendenze nei prossimi mesi è l’indagine di Ipsos Strategy 3, con un primo bilancio sull’andamento dello shopping in Italia, dove il Covid ha avuto un impatto epocale, molto più elevato rispetto agli altri paesi europei. In Italia, infatti, la frequenza delle pratiche di shopping online è aumentata negli ultimi mesi del +31%, quasi il doppio rispetto alla Francia (+16%) e al Regno Unito (+18%).

e-commerce, i trend si consolidano

L’analisi Ipsos vuole in primo luogo indagare se la crescita repentina dello shopping online è legata o meno all’emergenza in corso e se quindi una volta che ci saremo messi la crisi alle spalle si tornerà gradualmente a modalità di acquisto più tradizionali.

I dati mostrano che su molte tendenze non si torna indietro. Il 37% degli italiani conferma l’intenzione di acquistare online ancora di più nei prossimi 6/12 mesi. Un’intento correlato anche a una generale tendenza verso stili di vita più digitali confermata dall’abbandono del contante; un italiano su tre dichiara infatti che lo userà meno d’ora in poi.
Gli acquisti futuri si indirizzano maggiormente verso i prodotti per la cura della persona e dell’ambiente domestico (44%), diretta conseguenza della maggiore attenzione verso l’igiene maturata durante l’emergenza Covid-19. Gli italiani ricorreranno sempre di più all’e-commerce anche per l’acquisto di prodotti alimentari (31%) e di medicinali (29%), segno che alcune delle nuove abitudini imposte dal lockdown permarranno anche nella nuova normalità. Previsto un aumento degli acquisti di vestiti e accessori (44%) e apparecchiature elettroniche (34%), segnali indicativi anche di un graduale ritorno alla normalità nella tipologia di prodotti acquistati.

I consumatori mostrano anche una maggiore dimestichezza allo shopping attraverso il canale digitale ed una maggiore consapevolezza rispetto al periodo pre-Covid (60%). Più in particolare, emerge una maggiore coscienza dell’equazione qualità-prezzo che porta l’acquirente a dedicare sempre più tempo alla ricerca di prodotti in rete (45%) e più attenzione a controllare i prezzi negli e-commerce (30%).

Logistica, area da migliorare

In un contesto di forte crescita dell’e-commerce, si evidenziano al contempo anche alcune aree di insoddisfazione da parte dei consumatori. La principale criticità, per il 50% degli italiani riguarda la fase di consegna. Per il 44% il problema principale riguarda le tempistiche troppo lunghe, l’11% lamenta la mancata ricezione dei prodotti, mentre nel 4% dei casi i prodotti arrivano per tempo ma danneggiati.

La logistica rappresenta, dunque, l’area di miglioramento principale su cui è atteso il massimo impegno delle aziende che vorranno investire nell’e-commerce. L’obiettivo è intercettare i milioni di acquirenti che oggi ricercano sempre più consegne veloci, programmate e puntuali. Accanto a quest’area di miglioramento, cresce anche l’importanza della vendita direct to consumer, così come della personalizzazione dei prodotti e dell’utilizzo dei canali social media in ottica sales

David Parma, a capo della Divisione Ipsos Strategy 3 in Italia
David Parma, a capo della Divisione Ipsos Strategy 3 in Italia

“Il Covid-19 ha avuto un impatto epocale sull’e-commerce italiano, che non ha paragoni negli altri paesi europei -, commenta David Parma, a capo della Divisione Strategy 3 di Ipsos in Italia -. L’Italia è il paese in cui la frequenza delle pratiche di shopping online è aumentata di più negli ultimi mesi a livello europeo, segnando addirittura un +31%. Si tratta di un dato quasi doppio rispetto a Francia e Regno Unito, paesi dove l’e-commerce è in fase più matura si è avvertito meno il fattore lockdown. Per chi fa business oggi l’e-commerce è passato da nice-to-have a must-have nell’arco di pochi mesi. Per le aziende questo significa un aumento esponenziale delle opportunità di vendita sui canali digitali ma di pari passo si è alzata l’asticella della competizione. I prossimi mesi rappresenteranno una sfida importante per tutti i business”.

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