Prosegue a tamburo battente il piano Oracle di sviluppo cloud e l’apertura di nuove region. Solo nel 2020 Oracle ha aperto 8 nuove regioni cloud. Sono 25 oggi quelle operative gestite a livello globale: 19 per l’utilizzo commerciale e 6 destinate alle amministrazioni pubbliche e governative. L’ultima, per apertura – secondo il piano di espansione che prevede di aggiungerne a queste altre undici entro il luglio 2021, portando il totale a 36 – è quella della regione cloud di San Jose, in California, la 25esima.
San Jose si propone anche come sesto sito di interconnessione multicloud tra Oracle e Microsoft Azure. L’obiettivo è consentire alle organizzazioni ed alle aziende di gestire i carichi di lavoro mission critical in modo fluido, tra Oracle Cloud Infrastructure e il cloud di Microsoft, per favorire l’interoperabilità richiesta dagli scenari multicloud.
Il cloud di “vicinanza” è un’espressa esigenza delle aziende, in relazione ai regolamenti di protezione dei dati, ma anche per i vantaggi concreti dal punto di vista tecnologico. E l’apertura della region in California offrirà ai clienti e ai partner nordamericani l’accesso locale ai servizi cloud di Oracle, in primis Autonomous Database, Oracle Autonomous Linux e le applicazioni Erpm, Hcm e CX Oracle Cloud in modalità SaaS. “Stiamo raddoppiando la nostra espansione globale e scalando rapidamente il nostro cloud pubblico in tutto il mondo per soddisfare la crescente domanda dei clienti – spiega Clay Magouyrk, executive vice president di Oracle Cloud Infrastructure.
Con l’apertura delle diverse region, senza dubbio in rapida successione, Oracle intende recuperare anche da questo punto di vista il ritardo iniziale nello sviluppo della sua proposta cloud. Oracle Cloud offre ora una suite completa di applicazioni integrate per vendite, servizi, marketing, HR, finance, supply chain e manufacturing, oltre a servizi di infrastruttura di seconda generazione, automatizzati e sicuri, tra cui anche Oracle Autonomous Database.
Il cloud di seconda generazione di Oracle è progettato e ottimizzato per aiutare le aziende a gestire in modo sicuro i carichi di lavoro più impegnativi. Permette alle aziende di qualsiasi dimensione di eseguire database e applicazioni, anche mission critical, senza rinunciare alle prestazioni ed alla sicurezza dei dati. In diversi contributi spieghiamo come Oracle Cloud è sviluppato per soddisfare i requisiti di livello enterprise a costi competitivi, con un provisioning rapido e alta scalabilità. A questo il vendor affianca i servizi necessari che includono sviluppo di applicazioni, business analytics, data management, integrazione, sicurezza, AI e blockchain.
E’ importante l’attenzione alla copertura globale anche in relazione ai requisiti di residenza dei dati all’interno dei confini stabiliti dai diversi regolamenti (tra cui il Gdpr in Europa), per cui Oracle prevede nel tempo la disponibilità di almeno due cloud region in quasi tutte le aree in cui opera.
“Le imprese – commenta Magouyrk – hanno bisogno di cloud region completamente indipendenti in più siti, per soddisfare i requisiti di residenza dei dati e per mettere in atto misure di disaster recovery“. Sono pronti in questo senso Usa, Canada, UE (a Francoforte ed Amsterdam), Corea del Sud, Giappone, India ed Australia.
In Europa (ma non in UE) sono già operative altre due regioni cloud (Londra e Zurigo); è ovviamente alta l’attesa per l’apertura di quelle in Italia, Francia e Svezia, mentre tra le region segnalate di prossima apertura ci sono quelle previste in UK (oltre a quella di Londra), Brasile, Emirati Arabi Uniti ed Arabia Saudita, olte a Cile, Singapore, Sudafrica, Israele.
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