A quasi due anni dall’introduzione dell’obbligo di legge, l’utilizzo della fatturazione elettronica ha raggiunto volumi interessanti. Ne scatta la fotografia l’Osservatorio di Aruba che documenta come il servizio, che di fatto rappresenta un tassello importante nei processi di digitalizzazione delle imprese, abbia raggiunto importanti volumi di utilizzo. I dati relativi al 2019 quantificano in 130 milioni di fatture (tra inviate e ricevute) il volume totale di scambi gestiti dai sistemi di Aruba e transitati attraverso il Sistema di Interscambio (Sdi), con 70 milioni di fatture inviate e oltre 60 milioni di fatture ricevute.
Sono 555mila complessivamente le aziende ed i professionisti che nel 2019 si sono affidati alla fatturazione elettronica di Aruba, mentre oltre 10mila commercialisti hanno gestito le fatture dei propri clienti con il software reso disponibile dal cloud provider italiano che fornisce anche servizi di data center, web hosting, e-mail, Pec, registrazione domini e Gestore Certificato Pec.
“I numeri a nostra disposizione, così come quelli resi accessibili da Agid, ci confermano che la fatturazione elettronica è ormai parte integrante di un processo di digitalizzazione che funziona e che la soluzione offerta da Aruba è stata largamente scelta e apprezzata dal mercato per la sua semplicità e accessibilità. – commenta Gabriele Sposato, direttore marketing di Aruba – Si tratta di un’innovazione tecnologica che, seppur imposta per legge, è stata sfruttata in modo intelligente da aziende e professionisti per migliorare i propri processi. Uno strumento che, a fianco di altri come la Pec o la firma digitale, consente a imprese e professionisti di ottimizzare molte operazioni di routine e di tipo amministrativo, facendo risparmiare tempo e denaro”.
Cifre incoraggianti che si inseriscono all’interno di un quadro nazionale altrettanto positivo. Infatti, secondo i dati ufficiali dell’Agenzia delle Entrate, nel 2019 complessivamente sono passate, attraverso il Sistema di Interscambio, 2 miliardi e 54 milioni di fatture elettroniche. Il 55% di questo numero di scambi ha riguardato i rapporti b2b, cioè i possessori di partita Iva, mentre il 44% delle fatture elettroniche è stato emesso a favore di consumatori finali senza Partita Iva (b2c) ed il restante 1% delle fatturazioni ha riguardato i rapporti b2g. L’acronimo indica le transazioni che si basano sulla vendita di beni o di servizi a governi o organizzazioni pubbliche da parte di un’azienda.
La fatturazione porta sostanzialmente ad aziende e clienti quattro vantaggi. Permette di eliminare i costi di stampa e l’invio di documenti cartacei, con l’azzeramento degli spazi necessari per l’archiviazione dei documenti (anche se la pratica comunque persiste in tanti casi, 1); permette di ridurre gli errori di fatturazione grazie all’acquisizione digitale dei dati ed alla loro integrazione con quelli dell’Agenzia delle Entrate, in modo da poter ritrovare evidenziate subito le inesattezze e le anomalie (2); con la dematerializzazione dei documenti e la digitalizzazione degli scambi si elimina anche parte dei costi per l’ambiente (3) ed infine è possibile approdare ad una maggiore rapidità nei processi di contabilizzazione, per esempio grazie all’accesso da qualsiasi luogo e dispositivo alle informazioni ed alla facilità nella condivisione e nella collaborazione tra aziende e commercialisti (4).
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