Non esiste leadership, senza leadership tecnologica. Soprattutto, le aziende hanno imparato che i veri leader non “aspettano” quello che accadrà nella prossima normalità per prendere le decisioni ma costruiscono una normalità migliore, prendendo le decisioni oggi. Per questo i cambiamenti richiedono una guida coraggiosa che consideri la tecnologia digitale “pietra angolare” per estendere la “definizione del valore”, figure che sappiano assumersi una responsabilità più ampia come cittadini globali, progettando e applicando deliberatamente la tecnologia per creare impatti positivi ben oltre l’impresa e quindi dando vita a un mondo più sostenibile e inclusivo“. L’era dei fast follower, di fatto è finita ed “il cambiamento è uno stato permanente”. E’ questo il messaggio chiave del report Technology Vision 2021 di Accenture che da 21 anni esamina il mercato per identificare le tendenze tecnologiche emergenti che hanno il maggiore potenziale di cambiare radicalmente il business e i settori industriali.

Per questa edizione la ricerca include la raccolta degli input dall’External Advisory Board di Technology Vision (poco meno di trenta persone esperte del settore pubblico e privato, del mondo accademico, delle società di venture capital e delle società imprenditoriali), oltre ai contenuti emersi dalle interviste con luminari della tecnologia ed esperti del settore, nonché con quasi 100 leader di Accenture. A questo, Accenture Research affianca i risultati del sondaggio online globale su oltre 6.200 dirigenti di business e IT (dirigenti e livelli C-suite di aziende in 31 Paesi e 14 settori), per acquisire informazioni sull’adozione di tecnologie emergenti. Il sondaggio, in particolare, aiuta ad identificare le questioni e le priorità chiave per l’adozione delle tecnologie e gli investimenti connessi.

 Valerio Romano, cloud first lead di Accenture
 Valerio Romano, cloud first lead di Accenture

Nel corso degli ultimi due anni è evidente come la tecnologia ed il digitale abbiano rappresentato la vera àncora di salvezza e consentito in tempi rapidissimi di rimodellare i processi e le modalità di interazione tra le persone per continuare a lavorare, in sicurezza. Sono cambiati i comportamenti, anche delle aziende, e non sono rari i casi di realtà del tutto nuove nate in ogni settore, per dare risposta alle nuove esigenze.

Ora non è più il tempo della reazione quanto piuttosto il momento di “reinventarsi” da qui l’importanza delle leadership in grado di intravvedere nell’utilizzo della tecnologia, esplorando le tendenze in atto, le possibilità di ridefinire nuovi scenari nei diversi settori, per i prossimi tre anni. La strategia aziendale e quella tecnologica sono inseparabili e la capacità di guidare il cambiamento continuo spinto da un’innovazione tecnologica esponenziale è la caratteristica principale dei leader del futuro – spiega Valerio Romano, cloud first lead di Accenture – Abbiamo oggi un’opportunità irripetibile per trasformare questo momento cruciale in una prova di fiducia e in nuove possibilità, sfruttando la costante evoluzione tecnologica ed imprimendo una forte accelerazione del ritmo di adozione”. I numeri offrono importanti spunti di riflessione riguardo le aziende leader che hanno condensato un decennio di trasformazione digitale nello spazio di uno o due anni. Chi ne è stato capace già ora sta incrementando i propri ricavi cinque volte più velocemente rispetto alle più ritardatarie (fonte: Leaders wanted, Masters of  Change at the Moment of Truth, Accenture). Mentre le percentuali dello studio Technology Vision 2021, sono di fatto plebiscitarie sull’importanza di un’innovazione immediata – il 92% degli intervistati dichiara che la propria azienda lo sta facendo con urgenza e vuole agire entro questo anno – ed il 91% dei dirigenti concorda sul fatto che che per conquistare il mercato di domani è necessario definire con chiarezza quale sarà già ora. 

Accenture, 5 trend tecnologici

Cinque sono le tendenze chiave con cui le aziende sono chiamate a confrontarsi.
La scelta dello stack tecnologico per l’architettura IT rappresenta, essa stessa, termine di confronto competitivo in quanto le strategie aziendali e quelle tecnologiche tendono a collimare. Concordano oltre 8 intervistati su dieci a partire dalla considerazione che strategie aziendali e tecnologiche sono di fatto indistinguibili (1).

Unire dati e intelligenza per rappresentare il mondo fisico in una dimensione digitale – è il tema dei gemelli digitali (digital twin) – porterà poi nuove opportunità di lavoro e innovazione. Punta in questa direzione circa il 65% degli intervistati che prevede per i prossimi anni un incremento degli investimenti nei gemelli digitali intelligenti (2).

La terza tendenza cardine riguarda la democratizzazione della tecnologia: la disponibilità, per tutte le funzioni aziendali, di tecnologie di automazione, per esempio, ma in genere di nuove capacità abilitate dalle risorse tecnologiche permette alle imprese di essere alimentate da nuove strategie di innovazione anche dal basso, con ogni dipendente in grado di innovare, proprio a partire dall’ottimizzazione del lavoro. Per l’88% dei C-level la democratizzazione della tecnologia è fondamentale per la capacità di stimolare l’innovazione in tutta la propria organizzazione (3).

Tra gli effetti più evidenti dell’utilizzo massivo dello smart working è da registrare l’espansione dei confini aziendali. Durante l’emergenza sanitaria, il 47% delle organizzazioni ha investito in strumenti per la collaboration e il 48% in tecnologie cloud per sostenere la loro forza lavoro da remoto, per abilitare uno scenario anywhere, everywhere.
Di fatto l’azienda si estende oggi ben oltre il perimetro dei suoi uffici e dei suoi stabilimenti (con tutti i pro e i contro di ciò che questo comporta), ed oggi le persone possono disporre del proprio “ambiente” ovunque si trovano. Ora però chi guida le aziende è chiamato a ripensare allo scopo e al senso del lavoro nei diversi luoghi cogliendo l’opportunità di reinventare l’attività nel nuovo scenario (4).

Fabio Benasso, AD Accenture Italia

In ultimo, ma non per questo meno importante, il passaggio di prospettiva, dall’io al noi. La pandemia ha aiutato a mettere a fuoco ulteriormente quanto la dimensione degli scambi globali oggi richieda anche l’efficienza di ecosistemi di organizzazioni che siano in grado di interoperare per una maggiore resilienza e adattabilità.

Il tema si lega a quello del tracciamento dei contatti, dei pagamenti digitali, a chiudere il cerchio cosiddetto dei multiparty system. Il 90% dei dirigenti intervistati afferma che i multiparty system consentiranno di dare vita a ecosistemi di collaborazione più resilienti e adattabili per creare nuovo valore con i partner della propria organizzazione. I multiparty system (Mps) prevedono la condivisione dei dati tra individui e organizzazioni per favorire l’efficienza complessiva dei sistemi e permette di sviluppare nuovi modelli di business e di fatturato. Contemplano quindi l’utilizzo delle tecnologie blockchain, dei DB distribuiti, la tokenizzazione. Le aziende durante la crisi hanno raddoppiato gli investimenti in questa direzione ed oggi – dal tracciamento dei contatti, a quello dei pagamenti – le applicazioni per tecnologie un tempo considerate troppo complicate, lontane dalla maturità o dalla nicchia sono oggi invece di estremo interesse (5).

Fabio Benasso, presidente e amministratore delegato di Accenture Italia, declina le evidenze in relazione alla situazione del nostro Paese: “In risposta alla pandemia, le aziende grandi e piccole hanno inaugurato una nuova era di rapida trasformazione. L’Italia è un Paese maturo e, in quanto tale, ha bisogno di investire in competenze che garantiscano una crescita sostenibile e strategica. In questo contesto la tecnologia gioca un ruolo determinante e va applicata non solo in maniera combinata, ma con visione e con intelligenza, così da occupare spazi nuovi in cui potersi differenziare e produrre maggior valore. La difesa dello status quo non paga. Pur mantenendo la propria identità e salvaguardando l’eccellenza che le contraddistingue, le organizzazioni italiane devono reinterpretarsi, aprendosi agli ecosistemi e velocizzando i processi di innovazione. Solo così potranno dare concretezza a nuove opportunità”.

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