“Una copia di Windows e una copia di Office installate su ogni pc” è stato per anni il primo obiettivo di Microsoft, quando il modello operativo in azienda si basava sulla “dialettica” client/server, e i servizi in Rete si contavano sulle punte delle dita di una mano. Poi il paradigma cloud ha rivoluzionato i piani e l’azienda, e a partire dal lancio di Azure, nel “lontano” febbraio del 2010, ha iniziato un nuovo percorso.
Oggi Microsoft è uno dei più importanti hyperscaler e, anche con la proposta Office 365/Microsoft 365, in cloud, è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante. Dopo Office 365 (ora Microsoft 365 – ma in verità anche Microsoft non ha ancora finito di aggiornare le sue pagine Web con il nuovo nome), sembra arrivato il turno anche per Windows 10. Con Cloud PC, Microsoft è oggi pronta ad offrire il sistema operativo As a Service, quindi accessibile semplicemente in cloud e disponibile sul dispositivo che più si preferisce utilizzare, con la novità della licenza per utente (e non a consumo). Non sarebbe una svolta da poco, anzi, è senza dubbio una svolta epocale, con una serie di impatti importanti, nel futuro, anche per quanto riguarda il rapporto con gli Oem.
Cloud PC, secondo quello che si sa del servizio fino ad ora, potrebbe “esordire” in pubblico già in occasione di Build 2021 a fine maggio, di fatto è un’offerta di accesso alle virtual machine e alle relative risorse remote Microsoft in cloud per utilizzare, con il client che si ha a disposizione, Windows 10 e quindi tutti gli applicativi necessari per lavorare con il pc.
Si tratterebbe, in fase iniziale, di una possibilità ad uso esclusivo del settore business (probabilmente riservato al comparto enterprise) e porterebbe con sé una serie immediata di vantaggi: risparmio sui costi relativi al mantenimento ed all’aggiornamento del sistema operativo “solo visualizzato” sui client; accesso flessibile alle risorse secondo le preferenze e i bisogni, possibilità di accesso al proprio “ambiente per la produttività” di fatto da qualsiasi pc, con il relativo risparmio sui costi di rinnovo dei computer.
Sarà interessante però, a presentazione avvenuta, comprendere a fondo la “dinamica” dell’offerta, per esempio le differenze, rispetto a quanto è già disponibile oggi. Ci riferiamo ovviamente a Windows Virtual Desktop che, indipendentemente dal tipo di dispositivo (Windows, Mac, iOS, Android o qualsiasi altro dispositivo con un client Web Html5) permette un approccio Byod e la connessione remota all’esperienza aziendale, oltre alla possibilità di integrare Windows Virtual Desktop negli ambienti esistenti di virtualizzazione di desktop e app (Citrix per esempio) con il team IT che sceglie la VM di Azure più adatta alle esigenze dei dipendenti e può sfruttare il vantaggio della multisessione di Windows 10 offerto da Azure.
Con Cloud PC di fatto Windows 10 sarebbe sempre disponibile direttamente sul cloud dell’hyperscaler, per accedervi servirebbe semplicemente un “client” le cui capacità prestazionali non avrebbero importanza più di tanto (da qui la “delicatezza” della proposta in relazione ai rapporti con gli Oem), ma soprattutto si parlerebbe di un licensing anche per il cloud non più a consumo a seconda dell’utilizzo, ma per singolo utente, con diverse possibilità di scelta per quanto riguarda Ram e “spazio disco” Ssd. Parametri che nel primo caso sembra non dovrebbero superare la disponibilità di 8 Gbyte (almeno al lancio) e per quanto riguarda lo “storage” disponibile sul client virtuale, per gli applicativi, gli 80 Gbyte.
Le aziende guadagnerebbero la possibilità di offrire ai dipendenti un client a “manutenzione zero”. Un aspetto fondamentale per chi ogni mese in azienda perde ore e ore di lavoro nella chiusura dei ticket relativi ai problemi con il pc. In pratica Cloud PC potrebbe essere un’opzione per le aziende clienti Microsoft che desiderano utilizzare i pc fondamentalmente come thin client ed ovviamente in questo caso l’impatto sulla sfera delle licenze Oem sarebbe relativo.
Tra le ipotesi interessanti, anche quella di prevedere una sorta di utilizzo in “continuum” tra Windows 10 “installato” sul pc come replica della versione accessibile in cloud.
Quella di Microsoft, inoltre, potrebbe in prospettiva rappresentare una risposta importante ma soprattutto di “rilancio”, rispetto alla sfida lanciata da Google con Chrome OS. I mercati di riferimento è evidente che non sono gli stessi, ma potrebbero benissimo diventarlo in futuro con la proposta di un thin client OS alleggerito su ogni device in vendita (sia tablet sia pc) ma pronto per tutti i servizi in cloud. Anche perché al momento bisognerebbe cercare di capire cosa Microsoft sia intenzionata a fare dello sviluppo di Windows 10X come “light OS” per competere con Google Chrome OS (che soprattutto negli Usa ed in ambito educational si è rivelato vincente).
La proposta di Cloud PC, con OS e app di produttività in cloud, può lasciare poi la porta aperta ad un’altra serie di dubbi. Sarebbe saggio per esempio garantire sempre l’interoperabilità tra le soluzioni cloud offerte dagli altri hyperscaler. E tra i desiderata ci sarebbe quindi anche la possibilità di un utilizzo trasparente, per esempio di Google Drive e degli altri servizi dei competitor sui “Cloud PC” che sfruttano il sistema operativo di Microsoft in cloud, e quindi la possibilità di spostare documenti e dati senza problemi tra OneDrive e Google Drive, per esempio, così come si può fare oggi con il pc.
Non si parla sempre di interoperabilità nel multicloud? Sarebbero garantite le medesime possibilità attuali? Vedremo. Satya Nadella, Ceo di Microsoft, in questi anni ha dimostrato lungimiranza e il necessario “agnosticismo”. Noi siamo convinti che proprio puntando sull’apertura si possa effettivamente competere ad armi pari e farsi scegliere. Certo nell’ambito della proposta client, Microsoft parte avvantaggiata. E a partire da Cloud PC potrebbe arrivare ad offrire in modo ancora più coeso una piattaforma Microsoft Cloud 365 completa di OS client, suite di produttività e risorse cloud gestita e venduta a un prezzo forfettario per utente, un modello che nella semplicità avrebbe il suo vero punto di forza.
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