“Con alle spalle trenta anni di presenza nel mercato della gestione dato e la relativa expertise, NetApp oggi si trova in una posizione di vantaggio anche nell’aiutare i clienti in uno scenario in evidente evoluzione in cui essi sono chiamati a trasformarsi per rimanere vincenti“ – così esordisce Davide Marini, Country Manager Italy di NetApp, nel mettere a fuoco la strategia dell’azienda – evidenziando come mentre “per anni di fatto è stato fondamentale proporre tecnologie avanzate e affidabili – un ambito in cui NetApp è sempre stata innovativa, basterebbe ricordare le tecnologie Snapshot e Unified Storage (per gestire diversi protocolli all’interno del medesimo storage) – poi “nel tempo il software ha guadagnato una posizione di riferimento come elemento abilitante per sfruttare le risorse e la virtualizzazione dello storage che, per certi aspetti, ha rappresentato il culmine di questa prima fase”. Da qui gli investimenti di NetApp nell’integrazione applicativa (si pensi alla proposizione di SnapCenter, con Sap, Oracle, VMware).
Oggi però il contesto è ancora completamente diverso ed il cloud è elemento chiave per assicurare l’agilità necessaria e poter cogliere i vantaggi ed accelerare i progetti di trasformazione digitale. “NetApp – prosegue Marini –è conosciuta dal mercato come azienda che aiuta i clienti a gestire i propri dati al meglio facendo leva sul valore aggiunto del cloud, in tutti i suoi modelli di utilizzo (cloud privato, pubblico, ibrido, multicloud) ed a semplificare la naturale complessità degli ambienti hybrid/multicloud, un ambito in cui è riconosciuta addirittura come “specialista”. Le sfide che le aziende si trovano ad affrontare in termini di evoluzione, trasformazione, competitività sono oggettivamente difficili ed innalzano le aspettative dei clienti. Anticipare i desiderata, mantenere elevata la capacità di innovare ed ottimizzare i costi operativi in uno scenario in cui i competitor aumentano di numero e di capacità, innalza ulteriormente l’asticella della sfida. Per le aziende si tratta di sviluppare una customer experience migliore, come di migliorare la proposizione anche per i propri dipendenti: il ruolo dell’IT è evidentemente un ruolo chiave, per valorizzare e lavorare sul dato.
Spiega quindi Marini: “NetApp vede la sfida della componente IT all’interno del percorso strutturata su tre elementi: la necessità di investimenti (anche on-premise) che siano effettivamente “future proof” che consentano e garantiscano la piena integrazione con il cloud, che siano aperti al cloud (1); il secondo elemento su cui lato IT e business bisogna lavorare è, in parallelo, portare le proprio enterprise application (quindi anche le applicazioni più critiche) nel cloud per ottenere flessibilità e scalabilità maggiori (2), con l’obiettivo finale di riuscire a spostarsi verso un approccio cloud native nello sviluppo delle applicazioni (3) per acquisire velocità ed agilità necessarie a muoversi in un mercato frenetico”.
Il ruolo di NetApp
Aiutare i clienti a raggiungere i loro obiettivi è il nodo centrale degli sforzi di NetApp che si impegna per questo su tre ambiti chiave: il primo è quello mutuato dal termine inglese del discover (1). Significa “individuare, rilevare e tenere sotto controllo l’infrastruttura”. L’evoluzione verso il cloud, come accennato, incrementa la complessità infrastrutturale (oggi sono da gestire apparecchiature on-premise, workload e infrastrutture nel public e presso i service provider nazionali). Ecco, “permettere ai clienti di semplificare e tenere sotto controllo tutta l’infrastruttura, i dati e le applicazioni con tool semplici per gestire questo scenario “ibrido” è un vantaggio notevole e solo attraverso un controllo puntuale è possibile fare bene”.
Il secondo elemento è l’integrazione (2). Molte aziende stanno approcciando il cloud, e l’80% delle aziende che approcciano il cloud lo fa scegliendo più cloud pubblici ed in una prospettiva squisitamente multicloud, pertanto l’integrazione diventa elemento chiave. “NetApp consente alle organizzazioni di integrare le proprie infrastrutture facendo comunicare tutto il Data Fabric, e permettendo di spostare i dati tra le proprie risorse e quelle in public cloud, quindi in un contesto ibrido, in modo trasparente. La disponibilità di un framework comune per un’esperienza di multicloud ibrido coerente, il Data Fabric appunto, è il valore maggiore riconosciuto a NetApp come supporto all’informazione, all’integrazione ed allo sviluppo di innovazione”.
Il terzo elemento chiave è l’automazione (3). “Automatizzare i processi aiuta le aziende a ridurre i costi e a utilizzare meglio le proprie risorse e liberando le più preziose per progetti a valore. Cloud Manager per esempio è un tool che opera proprio con questo scopo (per esempio nella definizione dei volumi, nell’impostazione di regole di data protection etc., in modo agile)”. E’ poi importante aiutare le aziende ad ottimizzare (4). “NetApp ha a cuore la tematica, perché questo consente alle aziende di fare saving e quindi re-investire per l’innovazione. L’azienda in proposito offre “da sempre” tecnologie di efficientamento per risparmiare risorse di archiviazione dati, permette di utilizzare al meglio la tecnologia flash (per esempio con FabricPool, per fare tiering in cloud, e lasciare sullo storage flash on-premise solo i dati che hanno bisogno di una risorsa di questo tipo) ed ha acquisito quasi un anno fa Spot che aiuta i clienti a fare saving sull’infrastruttura as a service dei cloud pubblici”. Per esempio sfruttando le istanze spot di computing messe a disposizione dai cloud provider a prezzi vantaggiosi per periodi di tempo limitato (attivabili e disattivabili in tempi ridotti), con savings anche fino al 70%.
Il valore delle alleanze
Si innesta su questo tema quello delle necessarie alleanze. Marini: “Da cinque anni l’azienda lavora sul tema con i principali hyperscaler a livello mondiale – Google, Microsoft, Aws, Ibm Cloud (oltre a partnership applicative con Oracle e nel mercato orientale con Alibaba). Ed oggi in tutti i market place dei grandi hyperscaler sono presenti i public cloud services di NetApp pensati per completare il loro offering e offrire valore aggiunto ai clienti”. Sono importanti le alleanze a livello di hyperscaler come anche quelle tecnologiche con gli altri vendor.
E’ importante citare in questo senso l’alleanza storica (oltre 10 anni) con Cisco (su Flexpod, con risorse di engineering congiunto), quella con Nvidia, per la valorizzazione del dato e la disponibilità di informazioni specifiche e puntuali disponibili nei tempi giusti (quindi in stretta correlazione con i temi come quello del ML e dell’AI). Il riferimento è proprio a NetApp Ontap AI, soluzione completa end to end per la gestione dei workload di AI e composta da Gpu Nvidia e storage di NetApp. Per quanto riguarda inoltre la protezione (5) e la sicurezza del dato (6), ultimi ma non per importanza parametri aggiuntivi chiave, NetApp ha attive partnership con Commvault, Rubrik e Veeam per esempio.
“Protezione e sicurezza del dato in questo scenario di infrastrutture sempre più evolute e distribuite sono prioritarie – interviene Marini -. La protezione del dato, elemento di forza storico di NetApp – per esempio attraverso MetroCluster che ha permesso la business continuity negli anni ai clienti – oggi si evolve per offrire la stessa protezione anche negli scenari hybrid multicloud (per esempio per la replica tra un cloud pubblico e un altro o tra cloud e on-prem, con flessibilità e sicurezza richiesti)”. Per quanto riguarda la sicurezza specifica del dato invece NetApp dispone di soluzioni ad hoc per la protezione dai ransomware, per esempio SnapLock e SnapShot, oltre a Cloud Secure (rappresenta un’ulteriore protezione da questo tipo di attacchi) e ad altri specifici tool per gestire i dati in relazione alle esigenze di compliance, per esempio con il Gdpr. Parliamo, per esempio, di Cloud Compliance che permette di analizzare i file e capire se sono gestiti in linea con i regolamenti, insieme a un vero e proprio set di soluzioni.
Cultura digitale e formazione sono ulteriori pilastri alla base di una trasformazione digitale di successo. Da qui le iniziative di workshop e attività dedicate per diffondere cultura digitale all’interno delle aziende. Tra queste attività merita di essere citata la collaborazione con Università di Palermo. NetApp ha contribuito al finanziamento di un master su big data e analytics, per creare le figure necessarie alla realizzazione dei progetti di trasformazione digitale.
NetApp, approccio consulenziale
Chiude Marini: “Il cambiamento più grande che vediamo è nel modo in cui le aziende ci coinvolgono e chiedono aiuto, siamo passati dalla richiesta di progetti finiti su specifiche infrastrutturali al coinvolgimento già all’origine per capire insieme come muoversi, definire e progettare i percorsi. Un coinvolgimento non semplicemente come vendor hardware ma proprio come consulente. Siamo noi stessi un esempio importante di azienda che si è dovuta per prima trasformare affidandosi al digitale e quindi oggi di riferimento anche per capire le direzioni evolutive da intraprendere, le possibilità offerte anche solo dal pieno controllo sulle risorse che è all’origine dei saving”. Un piccolo esempio, Active IQ consente di tenere monitorata perfettamente l’infrastruttura on-premise, nei datacenter fornendo oggi informazioni solo due anni impossibili da pensare ed è nata proprio dall’esperienza di NetApp sul campo.
“E’ poi importante aprire una comunicazione tra clienti che sono già più avanti in termini di trasformazione digitale”. Due referenze fiore all’occhiello in questo senso sono la collaborazione con Ducati, “per la gestione del dato e la sua centralità per il business dell’azienda sia nel mondo corse sia per gli utenti “su strada”, e Dreamworks come utente a livello corporate, per lo sviluppo di un Data Fabric per la produzione di animazioni”. Ma oltre a questi merita di essere citata Aruba, “come service provider che nei suoi DC di Arezzo e Ponte S.Pietro, utilizza soluzioni NetApp (per esempio per le soluzioni posta, hosting e cloud). Un esempio importante considerata la gestione di milioni di clienti”.
Con Aruba, NetApp ha condotto un progetto di trasformazione importante, basato – in un momento di forte crescita dell’azienda – sulla ricerca della flessibilità nell’ambito delle attività enterprise e la possibilità di ritagliare su misura dei clienti enterprise i servizi. Un altro progetto importante, infine, è quello realizzato con Ministero dei Beni Culturali per la creazione di una piattaforma di private cloud interno per semplificare le operations portando on-premise i benefici dati dal cloud.
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