Il 61% dei decision maker e dei responsabili HR considera oramai il lavoro da remoto un prerequisito, non un benefit, e oltre il 90% si affida ai propri datori di lavoro perché forniscano la tecnologia e gli strumenti necessari per riuscire bene nei propri compiti. Lo dice il recente studio The New Remote Work Era: Trends in the Distributed Workforce condotto per Vmware e Dell da Vanson Bourne a livello globale lo scorso autunno. E proprio per eliminare l’attrito che può esistere tra i sistemi IT e i dipendenti, Vmware avvia una collaborazione con Zoom Video Communications in modo da permettere l’interoperabilità tra Vmware Anywhere Workspace e la piattaforma di collaborazione Zoom, a vantaggio degli ambienti di lavoro ibridi e con l’obiettivo di migliorare la facilità d’uso, le prestazioni delle applicazioni e della rete e la sicurezza.
Da una parte quindi c’è la proposizione di Vmware Anywhere Workspace che comprende le soluzioni Workspace One, Vmware Carbon Black Cloud e Vmware Sase, ed ora l’interoperabilità con il servizio per la collaboration di Zoom per assecondare le esigenze della forza lavoro distribuita. Spiega Shankar Iyer, senior vice president e general manager, end-user computing di Vmware: “I dipendenti si aspettano un’esperienza identica con i propri strumenti di collaborazione e comunicazione da qualsiasi luogo ]…[ E ora che le aziende hanno toccato con mano i vantaggi del lavoro remoto, vogliono fare di più che supportarlo”.
Si tratta di prepararsi ad indirizzare entrambi gli scenari: quello dei dipendenti che tornano in ufficio, e quello di chi lavora da remoto in modo che non vi siano “differenze” di esperienza.
Un esempio: con una forza lavoro distribuita, gli utenti e i dati possono risiedere ed essere scambiati ovunque, collegandosi tramite Internet pubblico, da dispositivi che possono o meno essere di proprietà o gestiti da un’organizzazione. Combinare le potenzialità di Vmware Anywhere Workspace e Zoom non può però sacrificare l’esperienza degli utenti né la sicurezza. Per questo le aziende hanno lavorato in modo da facilitare la comprensione tra reti e dispositivi così da rendere Vmware Anywhere Workspace più reattivo.
E’ possibile risolvere eventuali problemi sfruttando una visibilità completa dell’ambiente degli utenti finali di Zoom con Vmware Edge Network Intelligence che funziona con Zoom tramite un’applicazione scaricabile sullo Zoom App Marketplace, fino a tracciare la stabilità di Internet, la connettività del gateway e altri fattori che possono influire sulle prestazioni, in modo che sulla base delle potenzialità di AIOps, il team IT possa determinare le linee di base dell’esperienza utente in tutta l’azienda, la posizione, il dispositivo, il sistema operativo client utilizzato e altro ancora, per ottimizzare automaticamente l’esperienza.
A questo contribuisce l’interoperabilità di Zoom anche con Vmware SD-Wan, parte della piattaforma Vmware Sase, che modula la priorità delle applicazioni della piattaforma Zoom, migliorando le prestazioni della rete attraverso Dynamic Multi Path Optimization (Dmpo) e accelerando l’handoff del traffico di rete ai data center Zoom.
Per quanto riguarda la sicurezza, la stessa Vmware Sase Platform consente ai clienti di proteggere meglio gli ambienti Zoom consolidando l’accesso sicuro, la sicurezza Web e la prevenzione delle minacce in un unico servizio fornito in cloud. Vmware Workspace One fornisce un accesso condizionato basato sul rischio agli account e alle riunioni aziendali di Zoom tramite una procedura di single sign-on, mentre Vmware Carbon Black lavora integrato con Workspace One per fermare gli attacchi malware e il ransomware e le minacce emergenti ancora non classificate. Anche Vmware Horizon, infine, nei casi di utilizzo di un’infrastruttura desktop virtuale, prevede un pacchetto di ottimizzazione specifico per Zoom.
© RIPRODUZIONE RISERVATA