Lo scorso autunno, Oracle ha aggiornato i sistemi Exadata e ha reso disponibile la nuova generazione Exadata X9M, sistema di computing coingegnerizzato per i carichi di lavoro con Oracle Database. In quell’occasione ha proposto l’appliance come Oracle Exadata Database Machine X9M, ma anche nella modalità Exadata Cloud@Customer X9M. E’ di questi giorni, invece, l’annuncio della disponibilità di Exadata Cloud Infrastructure X9M. In sostanza la declinazione IaaS della database machine anche su Oracle Cloud, con una proposizione a sottoscrizione ed i servizi gestiti Oracle.
L’offerta indirizza i bisogni di un comparto in crescita con caratteristiche specifiche che Ashish Ray, vice president Product Management di Oracle, così tratteggia: “Le metriche tradizionali per DB utilizzati on-premise, anche in cloud mantengono la loro rilevanza. Scalabilità, disponibilità, performance, sicurezza e controllo non sono termini ‘contrattabili’ per questi workload, anzi, è importante cercare di sfruttare i vantaggi del cloud puntando su un ambiente coerente con le risorse già utilizzate on-premise così da ridurre al minimo gli impatti della migrazione, il downtime e soprattutto senza dover riscrivere le applicazioni”.
Sono i punti di forza della proposizione Oracle nelle diverse possibilità di deployment di Exadata X9M (on-premise, come cloud@customer ed ora nel public cloud di Oracle) in grado di supportare molteplici data model e workload e, grazie alle performance migliorate rispetto alla generazione precedente (Exadata X8M), con risparmio sui costi, anche per la possibilità di ridurre i tempi necessari alle elaborazioni.
I miglioramenti nell’ottimizzazione del calcolo e del software abilitano l’elaborazione di un numero maggiore di transazioni e analytics in meno tempo, utilizzando meno risorse. “E’ lo scenario virtuoso realizzato dalla visione Oracle Data Management – spiega Ray – che si realizza attraverso il database Oracle, la proposizione infrastrutturale ed il cloud con tutti i vantaggi anche dell’Autonomous Database, che grazie alle sue funzionalità ‘solleva’ sviluppatori e manutentori dal dovere affrontare una serie di criticità”.
Exadata Cloud Infrastructure coniuga una proposizione hardware di livello – per scalabilità e ottimizzazione delle risorse di computing, networking e storage – con l’introduzione di novità a livello di System Software per migliorare i flussi nei carichi di lavoro transazionali online (Oltp), legati agli analytics, di consolidation e alla gestione del database automatizzata.
Exadata, nelle sue diverse declinazioni, è sul mercato da circa 14 anni, indirizza i carica di lavoro delle applicazioni critiche aziendali ed oggi è utilizzata dall’88% delle prime 100 aziende Fortune Global, con il 39% che ha scelto nel tempo la proposizione Exadata Cloud. Deve la sua penetrazione anche all’architettura qualificata da DB e processi storage separati ed alla capacità di sfruttare le risorse storage per le loro specifiche qualità a seconda dei processi (grazie a Persistent Memory, risorse flash Nvme e drive tradizionali).
Nello specifico, Exadata può contare sulle tecnologie di Persistent Memory ottimizzate per l’utilizzo dei database e l’accesso diretto alla memoria remota (Rdma). Un’architettura conforme a tre use case specifici cui si è di proposito accennato: Oltp, analytics e le esigenze di consolidamento. Un’architettura che fa della scalabilità una delle sue doti più importanti ed in grado di essere ancora più apprezzabili proprio nella proposizione Oracle Cloud Infrastructure, che viene incontro alle esigenze delle nostre imprese non enterprise. Si parte infatti da 2 DB server e 3 storage server a crescere fino a 32 DB server e 64 storage server, con ogni DB server che aggiunge alle risorse di computing 126 core, 1,3 terabyte di Dram e 50 Gbit link alla fabric Oracle Cloud Infrastructure.
Oracle espone dati di targa competitivi, tanto più con il crescere delle risorse impiegate. Rispetto alla generazione precedente si parla di un incremento nelle performance Oltp di circa l’87% e di circa l’80% per quanto riguarda il throughput nella scansione analitica e di una riduzione sensibile della latenza. Performance tali da vincere (fonte dati Oracle) in modo netto, il confronto con la proposizione Aws Rds All Flash e Azure Sql All Flash.
Prestazioni migliori allo stesso prezzo impattano anche sulla riduzione dei consumi, con il vantaggio di poter pagare sempre solo per quanto effettivamente si utilizza, e di poter sfruttare, nel caso, la migliorata efficienza dell’Autonomous Database per quanto riguarda i consumi frazionari delle Cpu.
Le aziende che utilizzano Oracle Autonomous Database su Oracle Cloud Infrastructure beneficiano della flessibilità di poter sfruttare l’intera gamma di configurazioni Exadata Cloud Infrastructure X9M; scalando l’utilizzo delle Cpu possono eseguire più query Oltp contemporaneamente e disporre di tutti i server storage necessari sui carichi di lavoro eseguiti in parallelo di analisi con un throughput di scansione fino a 38 volte maggiore rispetto a Exadata X8M.
Significa eseguire i carichi di lavoro del database più velocemente e poter consolidare su risorse infrastrutturali minori e ridurre i costi sia per la disponibilità di performance e capacità migliori allo stesso prezzo, ma anche grazie al risparmio consentito dalla gestione “automatizzata” con Autonomous Database che accende i vantaggi legati al ridimensionamento automatico delle risorse basato sul consumo.
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