La piattaforma hardware Arduino è nata circa 17 anni fa presso l’Interaction Design Institute di Ivrea come strumento di prototipazione, soprattutto per scopi didattici e hobbistici. Si tratta di una serie di schede elettroniche utilizzabili per realizzare in modo veloce piccoli dispositivi di controllo (luci, sensori, automatismi vari) con un ambiente di sviluppo integrato per la programmazione, e soprattutto tutto rilasciato come hardware “open”. Dopo una serie di vicissitudini, Arduino Ag, l’azienda che possedeva tutti i marchi Arduino, nel 2017 è stata acquisita da Bcmi ed è di fatto tornata nelle mani di Massimo Banzi (chairman e Cto), tra i primi fondatori, con  Fabio Violante come Ceo, e Arm come partner tecnologico.

La generazione di sviluppatori Arduino che ha contribuito alla fortuna della piattaforma lavora oggi nelle aziende e Arduino è ancora di riferimento, anzi, si rivela in grado di indirizzare correttamente una serie di processi e sviluppi tecnologici nell’ambito dell’automazione, di IoT, ma non solo. Da qui l’interesse anche degli investitori. Pronti ad una nuova iniezione di capitale per 32 milioni di dollari in Arduino. Si tratta di Robert Bosch Venture Capital (Rbvc), Renesas, Anzu Partners e la stessa Arm che vogliono aiutare a realizzare la strategia di espansione della piattaforma nell’impresa.

Massimo Banzi
Massimo Banzi, co-founder, presidente e Cmo di Arduino

L’iniezione consente di realizzare i piani di espansione del portafoglio di hardware, software, di connettività e degli strumenti di sviluppo necessari per professionisti. Una mossa che porta più velocità, semplicità ed estende le possibilità della piattaforma Arduino fornendo a una nuova generazione di ingegneri la flessibilità attesa.

Un aspetto questo importante, considerato come la Generazione Z e i Millennials rappresentano oggi oltre il 63% della popolazione mondiale e tra le preoccupazioni maggiori proprio queste generazioni evidenzino anche i limiti tecnologici degli attuali strumenti di progettazione.

Lo spiega bene proprio Massimo Banzi, co-founder, presidente e Cmo di Arduino: “Gli ingegneri di queste generazioni sono cresciuti utilizzando le schede Arduino nei programmi Stem ]…[ e si sono abituati all’accessibilità, alla semplicità e alla potenza dell’hardware open source, del software e dei servizi cloud dell’azienda” ed ora “riportano” le stesse esigenze nelle aziende dove lavorano”

Nel nuovo corso strategico di Arduino quindi anche la possibilità di concentrarsi sui progetti per le organizzazioni più grandi, mantenendo allo stesso tempo l’impegno a fornire strumenti innovativi alle realtà che già conoscono la piattaforma e agli studenti.

Fabio Violante
Fabio Violante, Ceo di Arduino

Tra gli indirizzi di espansione della proposta Arduino la fornitura di servizi cloud basati sui sistemi low-code per accelerare lo sviluppo di applicazioni IoT, ma anche la progettazione dell’“intelligent edge”, grazie a nuovi moduli, l’integrazione di funzionalità di AI ed un’espansione del programma per i partner.

La proposta evoluta vuole assecondare “il modo in cui le aziende risolvono le sfide oggi e identificano nuove opportunità di business”. Modalità in evoluzione proprio grazie all’ingresso nel mondo del lavoro delle nuove generazioni. “Con questo investimento stiamo sviluppando e offrendo una nuova gamma di soluzioni aziendali dedicate per innescare questa trasformazione”, spiega Fabio Violante, Ceo di Arduino. L’azienda quindi si spinge ben oltre l’attività di prototipazione e punta a diventare tra i principali abilitatori dell’IoT industriale (IIoT).

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