L’adozione del cloud computing cresce senza sosta grazie al ruolo di primo piano che il modello as a Service gioca a supporto delle strategie tecnologiche di aziende ed enti. Se fino a qualche anno fa l’approccio on demand rappresentava una scelta principalmente infrastrutturale, oggi appare sempre più pervasivo nell’ambito di tutte le dotazioni Ict aziendali e, in particolare, del patrimonio applicativo come risposta alla crescente digitalizzazione. Ciò trova riscontro nelle analisi che NetConsulting cube svolge periodicamente sul valore e sull’andamento della domanda di servizi cloud nonché sulle sue indagini volte ad identificare i principali fattori di traino degli investimenti.
Cloud, baricentro su applicazioni e dati
A fine 2021, secondo le stime di NetConsulting cube, il mercato del cloud computing – non comprensivo delle architetture di private cloud – dovrebbe aver superato i 4,2 miliardi di euro grazie ad una crescita di oltre il 24%. Nel triennio 2022-2024, la velocità di crescita del mercato dovrebbe mantenersi sostanzialmente allineata a questo valore ma, al suo interno, è prevedibile un graduale spostamento delle scelte di investimento da servizi IaaS a servizi SaaS e PaaS. Da un anno all’altro, i due segmenti dovrebbero essere caratterizzati dal maggior incremento percentuale degli investimenti e, entro il 2024, il loro mercato dovrebbe superare in valore quello dello IaaS.
La dinamica di crescita dei servizi cloud in ambito applicativo è, senza dubbio, riconducibile alla sempre maggiore adozione di paradigmi digitali che richiedono la disponibilità di dati tempestiva, in real-time e senza alcun vincolo fisico. Grazie al SaaS, infatti, gli utenti finali possono accedere a soluzioni e tool in qualsiasi momento e da qualunque dispositivo a prescindere dalla loro localizzazione. Da un’indagine svolta da NetConsulting cube su un campione di circa 100 aziende di medio-grandi dimensioni e grandi aziende, emerge che collaboration (non solo interna, nell’ambito di strategie di digital workplace, ma anche esterna), IoT, IT/cybersecurity, big data management e advanced analytics sono gli scenari in cui il supporto del cloud alla gestione dei dati appare più significativo.
Alla luce della forte importanza della componente dati in molti degli scenari digitali, oltre all’utilizzo di specifici applicativi SaaS, gli utenti finali manifestano una sempre maggiore esigenza di soluzioni infrastrutturali tra cui di Back-up as a Service, ovvero servizi di back-up su cloud aziendale completamente gestiti.
La maggior parte dei provider offre l’archiviazione dei dati off-site consentendo alle organizzazioni di eseguire il back-up dei dati critici su Internet. I benefici delle soluzioni BaaS sono molteplici. Sono progettate per garantire l’archiviazione e protezione efficace, a lungo termine e a costi contenuti di grandi quantità di dati, riconducibili ad un’ampia gamma di endpoint. Il ripristino dei dati può essere eseguito da qualsiasi luogo e da qualunque dispositivo ed è caratterizzato da tempi ridotti soprattutto nel caso di piccoli set di dati.
In generale, l’efficacia delle soluzioni BaaS dipende oltre che dalla capacità totale dei dati da archiviare e ripristinare, dalla banda di trasmissione e dalle caratteristiche del cloud provider di riferimento che può rendere più o meno difficile una eventuale exit strategy.
SaaS, supporto alla modernizzazione
La crescente adozione di paradigmi digitali a supporto di attività aziendali e modelli di business comporta un focus sempre più intenso sulle caratteristiche e performance del parco applicativo esistente. Sono sempre di più le aziende che a fronte delle loro nuove strategie digitali ed esigenze business, avviano iniziative dirette alla modernizzazione delle applicazioni in uso.
In dettaglio, secondo l’indagine di NetConsulting cube, le organizzazioni – oltre all’introduzione di applicazioni con nuove funzionalità – stanno investendo nella sostituzione di specifiche soluzioni con nuovi tool maggiormente rispondenti ai propri obiettivi e nell’aggiornamento dell’intero parco applicativo.
Il cloud, e nello specifico il SaaS, rappresenta un elemento importante e trasversale alle diverse strategie di modernizzazione applicativa, a supporto sia delle iniziative di sostituzione che di quelle di aggiornamento. I partecipanti all’indagine hanno, infatti, segnalato l’implementazione di progetti per la riscrittura delle applicazioni e la loro containerizzazione in modo da rendere cloud-ready tutta l’architettura applicativa e hanno dichiarato l’intenzione di sostituire una buona parte delle applicazioni, incluse le piattaforme Erp e Crm, con soluzioni in SaaS.
In linea con queste risposte, all’interno del panel d’indagine, l’utilizzo di servizi cloud è previsto aumentare in relazione, soprattutto, a tool di analytics, applicativi verticali e soluzioni di Crm e, in misura inferiore, a piattaforme Erp e suite di produttività individuale.
L’adozione di soluzioni Erp in SaaS cresce meno velocemente, da un lato, a causa della complessità delle iniziative di migrazione – visti i fenomeni di lock-in e l’età mediamente elevata delle applicazioni in uso – dall’altro, a fronte dei timori delle aziende relativamente alla sicurezza dei dati che risiedono sulle piattaforme esistenti. L’utilizzo di soluzioni di office automation in SaaS risente, invece, di una crescente maturità della domanda visto che questo è il primo ambito applicativo in cui le aziende hanno iniziato ad adottare il modello on demand.
Secondo i partecipanti all’indagine di NetConsulting cube, i benefici derivanti dall’adozione di servizi SaaS sono riconducibili a fattori di efficacia tecnologica e business.
Dal primo punto di vista, in prima battuta, gli applicativi SaaS si distinguono per un buon grado di flessibilità e scalabilità, ovvero consentono all’utenza finale di gestire al meglio variazioni significative – sia aumenti che cali – dei carichi di lavoro. Secondariamente, setup e implementazione, manutenzione e aggiornamenti di applicativi SaaS sono generalmente a carico del provider e questo garantisce una maggiore velocità di implementazione e una ridotta obsolescenza tecnologica. Tra gli altri vantaggi tecnologici, si segnalano, infine, l’ottimizzazione della sicurezza e la facilità di utilizzo.
Da un punto di vista business, l’uso di soluzioni SaaS rende più facile l’integrazione con sistemi di business partner – abilitando, quindi, la nascita di ecosistemi e l’evoluzione dei modelli di business – e supporta i nuovi modelli di lavoro in mobilità e da remoto.
Le tematiche economiche sono state indicate da un numero contenuto di rispondenti. Tuttavia, va sottolineato come, in relazione all’utilizzo del SaaS, alcune aziende abbiano sottolineato la possibilità di ridurre il Tco complessivo, ovvero il costo che caratterizza le soluzioni lungo il loro intero ciclo di vita.
Service provider, per abilitare la migrazione e i benefici
Migrare a servizi SaaS non è esente da criticità e aree di attenzione. Le aziende che hanno partecipato all’indagine di NetConsulting cube hanno messo in luce aspetti tecnologici legati a livelli di servizio, integrazione con l’architettura applicativa esistente, sicurezza e prestazione della rete.
Piuttosto importanti sono anche fattori legati alla disponibilità di competenze, sia dei servizi provider – in relazione soprattutto alla risoluzione di possibili problematiche -, che interne.
Infine, alcuni rispondenti hanno indicato possibili scostamenti tra il pricing definito nelle fasi iniziali della trattativa e l’effettivo costo sostenuto.
Alla luce di ciò, nella loro migrazione verso il cloud SaaS, è necessario che le aziende siano supportate da fornitori capaci non solo di mitigare le criticità che caratterizzano il loro percorso ma anche e soprattutto di concretizzarne i possibili benefici.
Da questo punto di vista, i service provider devono essere in grado di veicolare la propria offerta – di soluzioni SaaS, di infrastruttura e servizi di gestione a supporto – sottolineandone i vantaggi per i diversi interlocutori aziendali, sia tecnologici che business.
Per le divisioni IT di qualunque azienda, e nello specifico per Cio/ Responsabili Sistemi Informativi e Responsabili applicativi, il supporto dei service provider deve garantire la disponibilità di un’infrastruttura moderna, mai obsoleta, e quindi in grado di supportare le priorità business; coprire la gestione, la manutenzione e la responsabilità di qualsiasi aspetto tecnologico, anche di quelli potenzialmente critici; permettere una decisa razionalizzazione del portafoglio di fornitori. Il Cio può, quindi, limitarsi a gestire contratti e Sla e non deve preoccuparsi di investire nella creazione di infrastrutture o nuove competenze tecniche, e ha così l’opportunità di concentrarsi sulle traiettorie evolutive della sua divisione.
Per le figure business, top manager, responsabili di funzione e Cfo – soprattutto quelle attive in realtà dove la funzione IT non è particolarmente sviluppata, usufruire di un’offerta completa consente di focalizzarsi sul core business dell’azienda e di gestire con maggior efficacia la liquidità aziendale. Nel caso in cui le aziende operino nello sviluppo e commercializzazione di soluzioni software, inoltre, il ricorso a servizi infrastrutturali e di supporto abilita lo sviluppo di un modello di vendita a servizio con vantaggi in termini di scalabilità e di servizi aggiuntivi che possono essere proposti ai clienti.
Per veicolare in modo efficace la propria offerta, i service provider devono fare leva sulla personalizzazione del servizio e sul suo monitoraggio puntuale, in termini tecnologici, organizzativi ed economici, in modo da offrire agli utenti finali un supporto completo e in linea con i loro obiettivi di crescita.
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