Una persona su tre accetterebbe una riduzione dello stipendio di quasi un terzo, nel cambiare impiego, pur di lavorare per una realtà più sostenibile ed anche l’Italia sembra non fare eccezione con oltre sei dipendenti su dieci che dichiarano di lavorare più volentieri nelle organizzazioni con impatto ambientale positivo e uno su quattro disponibile a cambiare l’attuale datore di lavoro per uno più attento alla sostenibilità, anche in questo caso a fronte di una riduzione della retribuzione. Lo dicono due studi distinti di Ibm (Balancing Sustainability and Profitability, 2023) e di Deloitte (The Conscious Citizen, 2023) che evidenziano come le questioni legate al cambiamento climatico, l’impatto ambientale e la sostenibilità si stiano facendo strada anche sul posto di lavoro e influenzino le decisioni dei dipendenti. Tanto più tra i giovani. Tutto bene quindi? Non proprio. Perché le aziende non sembrano condividere lo stesso entusiasmo dei loro collaboratori e dichiarano essere prioritari gli obiettivi commerciali, tanto più in tempi di crisi economica.
Cornerstone, benessere e sostenibilità correlati
Ai precedenti rilievi si aggiungono ora i dati di una ricerca Cornerstone (Persone e Lavoro: i trend Emea per il 2023) che fotografa l’incremento della richiesta di contenuti formativi sulla sostenibilità da parte dei dipendenti, in un contesto in cui implementare programmi a favore della sostenibilità da una parte pare generare necessità non negoziabile, ma incontra aziende restie a trasformare i propositi in azioni. La richiesta da parte dei dipendenti di contenuti formativi in materia di responsabilità aziendale e sostenibilità è cresciuta del 100% tra il 2021 e il 2022.
Mark Lamswood, regional director Content di Cornerstone: “]…[ i dipendenti chiedono espressamente contenuti per il self-directed learning ]…[ e le persone sono già motivate. Spetta alle aziende intervenire fornendo risorse in grado non solo di educare i dipendenti alla sostenibilità sul posto di lavoro, ma anche di supportarli nei loro cambiamenti personali e nella creazione di un contesto professionale più attento all’ambiente”. Con un duplice vantaggio: soddisfare esigenze già ben espresse dalla forza lavoro ed allo stesso tempo guadagnando la possibilità di attirare e assumere nuovi talenti che condividono la stessa visione.
I contenuti richiesti, quelli su cui impostare la formazione, estendono ulteriormente gli orizzonti di quella che dovrebbe essere la proposta articolata delle aziende. Si parla infatti di tre principali temi in linea con i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Pratiche ambientali – come l’energia pulita e accessibile o il consumo e la produzione responsabili -; tematiche di ordine sociale, come il benessere e la parità di genere. Ed infine responsabilità di governance in particolare sulla crescita economica e l’innovazione.
L’attenzione per la tutela dell’ambiente si coniuga direttamente con i temi legati al benessere sul luogo di lavoro. Lo spiega bene Lamswood: “L’argomento della sostenibilità si intreccia quindi con altre esigenze sempre più sentite sul posto di lavoro, come il benessere dei dipendenti. Si ritiene infatti che preoccupazioni ambientali e salute mentale siano direttamente collegate”. Due numeri al riguardo: più del 70% dei giovani nutre poche speranze sull’attenzione effettiva delle aziende al riguardo mentre oltre il 93% dei dipendenti ritiene che fare la propria parte per il clima sul lavoro sia importante per il proprio benessere.
L’idea del benessere dell’ambiente strettamente correlato con quello delle persone è correlata con quella secondo cui “stare fermi”, ora, è di fatto il peggiore degli atteggiamenti. Perché i costi indotti dai cambiamenti climatici saranno di gran lunga superiori a qualsiasi investimento ora (ne è convinto il 67% della popolazione) e perché le imprese non possono permettersi di ignorare gli effetti delle loro attività e decisioni sull’ambiente proprio considerato l’impegno dei dipendenti in questo senso.
Due messaggi infine emergono ancora dalla ricerca Cornerstone: invertire l’impatto collettivo sull’ambiente affrontando le conseguenze che esso ha sul benessere dei dipendenti è un investimento a lungo termine, fatto sì anche di piccoli cambiamenti ma senza perdere di vista l’obiettivo più generale e impegnativo: i contenuti di formazione a tema sostenibilità stimolano il dialogo sull’eco-ansia tra collaboratori e datori di lavoro e aiutano ad affrontare la questione con sguardo più ottimista. Non solo cresce la domanda di contenuti formativi sul tema della sostenibilità, lo studio prevede anche che questo tipo di risorse sarà richiesto al punto da eclissare tutte le altre priorità di apprendimento.
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