Il facile accesso alla tecnologia ha come effetto diretto una maggiore produttività, sia a livello di imprese che di individui. Dove la tecnologia non arriva o è limitata, le possibilità di progresso sono infatti ridotte. Un tema noto in Italia, dove sullo sviluppo delle infrastrutture di rete c’è ancora molto da fare. Il digital divide tende ad assottigliarsi nel tempo ma nonostante gli ingenti investimenti si va a ancora a due velocità: a fronte di aree geografiche iper-connesse, permangono infatti delle criticità, con zone territoriali ancora molto svantaggiate, zone troppo remote, isolate o difficili da raggiungere per poter rappresentare una fonte di investimento sostenibile da parte degli operatori di telecomunicazioni.  

Il divario digitale si manifesta peraltro su diversi piani, non solo geografico ma anche sociale, evidenziando le diseguaglianze in relazione alla possibilità di accesso ai servizi Internet e alle conseguenti mancate opportunità di sviluppo e crescita, sia economica che culturale. 

Ambrosetti, scenario di una rete ideale 

I dati confermano ancora una volta questo scenario. Le elaborazioni prodotte dallo studio “Fixed Wireless Access (Fwa): opportunità strategica per lo sviluppo del Paese”, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Eolo, delineano in particolare uno scenario ideale nel quale tutte le aziende hanno pari possibilità in termini di accesso alla banda ultralarga, evidenziando per contro le mancate opportunità per il sistema Paese.

Se tutte le province italiane raggiungessero un tasso di sottoscrizione alla banda ultralarga pari a quello della provincia di Milano, il Pil crescerebbe del +3,5%, circa 69 miliardi di euro, mentre la produttività media per lavoratore aumenterebbe di 203 euro all’anno.

Garantire un accesso più diffuso alla banda ultralarga rappresenta un fattore abilitante anche per una crescita inclusiva: nelle aree senza connettività veloce, infatti i cittadini a rischio di disoccupazione per lunghi periodi sono il 45,5%, contro il 6,3% di chi si trova in aree che dispongono di banda ultralarga.

Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House – Ambrosetti
Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House – Ambrosetti

“Nel quadro europeo della connettività, l’Italia presenta ritardi di copertura infrastrutturale e sottoscrizione di servizi, soprattutto con riferimento a connessioni superiori a 100 Mbps, che si riflettono in velocità di navigazione inferiori –, dichiara Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House – Ambrosetti –. Inoltre, l’Italia presenta profonde differenze territoriali in termini di velocità di navigazione, tra le diverse province e tra le aree urbane e quelle rurali. Il ritardo è dovuto alle difficoltà di attuazione del Pnrr e alla mancanza di stimoli all’investimento privato. Tuttavia, l’Italia è consapevole di quanto sia strategica questa partita e si è data l’ambizioso obiettivo di coprire l’intero territorio nazionale a 1Gbps entro il 2026, anticipando le richieste dell’UE”.

Digital divide, neutralità tecnologia

Il principio della neutralità tecnologica promosso dal Piano Italia a 1 Giga è di importanza strategica, rileva lo studio: la complementarità progettuale e realizzativa di Ftth (Fiber To The Home) e Fwa sbloccherebbe infatti benefici in termini di efficacia ed efficienza degli investimenti di circa 3 miliardi di euro.

Per raggiungere gli obiettivi del Piano Italia a 1 Giga, il 90% degli investimenti pubblici e privati deve concentrarsi nei prossimi anni nelle aree extraurbane. Per questo, lo studio sottolinea il ruolo strategico della tecnologia Fwa, considerata la soluzione migliore da 5,8 milioni di unità immobiliari, circa il 15,9% del totale.

Solo una combinazione di Ftth e Fwa può consentire di colmare il gap entro il 2026, si rimarca, tra due modelli complementari e non alternativi. Se l’Ftth è infatti la soluzione più adeguata nelle zone a maggior densità abitativa, l’Fwa è la soluzione che meglio si presta per le aree montuose, collinari e periferiche o, in generale, a scarsa densità di popolazione. In queste zone, infatti, creare l’infrastruttura per portare la fibra ottica in ogni singola casa avrebbe costi significativi o risulterebbe complesso a causa della morfologia del territorio.

Prosegue De Molli: “Per accelerare e centrare il traguardo, serve adottare un principio di neutralità tecnologica, cioè utilizzare la migliore tecnologia disponibile in base alle caratteristiche del territorio e all’obiettivo da raggiungere. La Fwa, con la sua velocità di implementazione e i costi contenuti, può essere la chiave per portare la connettività nei territori più difficili da coprire con la fibra, per raggiungere i target del Pnrr e porre l’Italia tra i primi Paesi a livello europeo per copertura e qualità dei servizi”. 

Guido Garrone, Ceo di Eelo
Guido Garrone, Ceo di Eelo

“Per permettere alla tecnologia Fwa di esprimere il suo massimo potenziale è fondamentale procedere rapidamente con una riassegnazione della banda a 26 GHz – dichiara Guido Garrone, Ceo di Eelo . Auspico che questo processo avvenga mediante procedure competitive che valorizzino gli operatori che hanno dimostrato negli anni di fare un uso efficiente dello spettro assegnato e che dispongono degli asset e delle competenze per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di connettività del Paese”.

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