In un mercato in cui gli abilitatori digitali riscrivono le regole e marcano la possibilità di fare meglio nella competizione tra i diversi operatori, l’aggiornamento delle competenze diventa prioritario. Vale anche e soprattutto nel settore insurtech che vive da questo punto di vista un momento particolarmente critico per cui, nel 2023, sembra diventare ancora più profondo il solco rispetto alle carenze già denunciate nel 2022.
“Il gap di competenze digitali all’interno della filiera continua a essere una delle principali sfida del settore assicurativo italiano”, commenta, infatti, Simone Ranucci Brandimarte, presidente di Iia (Italian Insurtech Association). L’associazione ha come obiettivo accelerare l’innovazione dell’industria assicurativa attraverso formazione tecnica, condivisione di best practice tecnologiche, generazione di sinergie tra gli associati e confronto con le istituzioni nazionali e internazional; da qui l’interesse sul focus dell’analisi. Prosegue Ranucci Brandimarte, “Nel 2023 è previsto l’inserimento di oltre 10 mila profili specializzati all’interno del settore, figure non solo molto difficili da trovare, ma che sino a pochi anni fa, non lavoravano del tutto all’interno della filiera. Occorre quindi investire in formazione e training, per cercare di colmare il gap esistente”.
Gli spunti “quantitativi” sono offerti dall’ultima edizione, la terza, del Report Competenze 2023, realizzato proprio da Iia. Analizza il livello di competenze digitali all’interno della filiera assicurativa in rapporto all’evoluzione del mercato, coinvolge oltre 150 soggetti del settore assicurativo fra top manager, dipendenti e intermediari, ed evidenzia come nel triennio 2023/2025 sia previsto complessivamente l’inserimento nel settore assicurativo di 25mila nuovi profili che dovranno disporre di competenze tecnologiche specifiche in data management, data analytics, warehousing & business intelligent, project & program management ma anche come cloud architect.
Oltre il 70% degli intervistati percepisce un gap, addirittura, fra le proprie competenze e quelle richieste dal mercato, solo il 13% del top management e l’8% degli operatori dichiarano di disporre di conoscenze approfondite relative all’intelligenza artificiale. Ed è un gap importante da colmare se si considera che circa il 40% dei nuovi profili che saranno inseriti nel mondo assicurativo – 10 mila nuove assunzioni in ambito tech nel 2023, appunto, con un incremento del +42% rispetto al 2022, – saranno destinati a lavorare proprio con le soluzioni di AI. Si aggiunge il 65% del campione che non ha competenze di base nell’ambito delle blockchain, di IoT e del machine learning.
Una percentuale omogenea comunque a quella di chi si aspetta di ricevere un training in ambito tecnico e digitale per poter essere più informato e fare meglio il proprio lavoro (erano il 51% nel 2021), mentre solo l’8% non è disposto ad implementare le proprie skill su nuovi fronti. Oltre otto intervistati su dieci sono certi che la creazione di competenze tech e digitali sia prioritaria nelle loro organizzazioni e poco più di quattro su dieci stanno per questo organizzando piani formativi per supportare la digitalizzazione dei dipendenti e degli agenti, con circa il 66% dei manager intervistati che prevede che il budget dedicato alla formazione verrà aumentato nei prossimi anni.
Ai gap squisitamente tecnologici si aggiungono però anche quelli strettamente legati alla sfera assicurativa, quando riguarda i prodotti innovativi presenti nel mercato. Infatti, il 43% degli impiegati intervistati non conosce in modo approfondito cosa siano le polizze on-demand, sebbene negli ultimi due anni siano stati tra i prodotti assicurativi con una maggior penetrazione sul mercato italiano. Chiude Ranucci: “Il settore assicurativo non ricopre una posizione di rilievo nelle scelte professionali quando si parla di AI, secondo una nostra classifica, siamo al XIV posto per professioni innovative dopo altre macro-aree come marketing, sanità e fintech. La sfida per noi di Iia è da una parte reperire e formare professionisti, dall’altra posizionare, entro il 2030, l’insurtech fra i cinque settori più challenging quando si parla di innovazione”.
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