L’adozione del cloud computing impatta su tutti i settori dell’economia, aumentandone esponenzialmente le capacità di generare business. Gli enormi vantaggi in termini di flessibilità e scalabilità del cloud sono alla base di un sistema produttivo efficace e sono pertanto oggi largamente percepiti dalle imprese. Questo vale in particolare per il settore del finance, dove il cloud può rappresentare il veicolo fondamentale per ottenere il massimo dagli investimenti in AI, per favorire l’impatto Esg e per gestire il rischio e le relazioni con i clienti.
Negli ultimi anni, le imprese dei settori bancario e assicurativo registrano infatti a livello globale un’accelerazione dei percorsi di trasformazione verso il cloud, con una percentuale di aziende passata dal 37% all’agosto 2020 al 91% all’agosto 2023 (il Nord America appare il mercato più all’avanguardia con un tasso di adozione del 98%). L’89% dei dirigenti del settore ritiene inoltre che una piattaforma abilitata al cloud sia fondamentale per garantire i livelli di agilità, flessibilità, innovazione e produttività necessari a soddisfare le complesse esigenze di business. A fronte di questa maggiore consapevolezza generale, l’adozione del cloud nel settore finance non avviene però ancora su larga scala perché ad oggi, oltre il 50% delle società trasferisce nel cloud solo una minima parte delle proprie applicazioni core e la maggior parte delle imprese non è ancora cloud-native ma tende a optare per un approccio “lift and shift” poco efficace per sfruttare appieno le capacità dei sistemi in cloud.
E’ Capgemini Research Institute a inquadrare questo scenario nel suo primo World Cloud Report – Financial Services 2023, che raccoglie dati, analisi e interviste a dirigenti del settore e provider di tecnologie cloud e hyperscaler focalizzandosi su
quattro regioni globali e 14 mercati all’interno di tali regioni (l’Italia non è fra queste).
L’analisi di Capgemini delinea il quadro del settore ed il suo grado di maturità nelle diverse aree, evidenziando da un lato le potenzialità e i vantaggi del modello cloud nel settore finance e dall’altro i principali freni alla sua concreta realizzazione.
Le leve che muovono il finance
Nel settore dei servizi finanziari, i responsabili delle assicurazioni sanitarie, vita, mercati dei capitali, pagamenti, retail banking e wealth management, indicano la gestione del rischio e delle relazioni con i clienti tra le tre principali aree di adozione del cloud. Nel wealth management, il 60% degli interpellati indica i vantaggi derivanti dall’utilizzo di tecniche di rilevamento delle frodi abilitate dal cloud per prendere decisioni di gestione del rischio basate sui dati. Anche nel retail banking, quasi il 40% dei dirigenti sottolinea la necessità di trasferire nel cloud la complessa gestione del rischio di credito per ridurre i tempi di decisione necessari per l’elaborazione dei prestiti, grazie a processi automatizzati e analisi integrate abilitate dal cloud. Le compagnie assicurative esplorano servizi personalizzati a valore aggiunto basati sui dati, come l’assistenza stradale, per adeguarsi all’evoluzione delle preferenze dei clienti e migliorare la customer experience. Nel ramo vita, in particolare, per il 55% dei dirigenti la gestione delle relazioni con i clienti emerge come priorità per l’adozione del cloud.
Finance, impatti del cloud
Guardando alle sue potenzialità, la migrazione dei sistemi core interni verso ecosistemi e piattaforme compatibili con il cloud è fondamentale per ottimizzare gli investimenti sull’artificial intelligence, previsti in forte crescita anche nei prossimi anni. Oggi, nel settore bancario e assicurativo, le aziende stanno testando i casi d’uso dell’AI generativa per l’onboarding dei clienti, l’analisi del credito, la pianificazione finanziaria, il rinnovo delle polizze e per supportare i modelli di servizio alla clientela. Il 62% delle società di servizi finanziari ha iniziato a utilizzare l’AI con l’obiettivo di adottarla lungo l’intera catena del valore nei prossimi due anni. Tuttavia, l’AI, incluse le tecnologie di AI generativa e di machine learning, viene adottata ancora parzialmente e quindi con un impatto limitato. La maggior parte degli investimenti nel cloud è stata finora destinata ad applicazioni moderne, facili da usare, basate sull’AI e rivolte ai clienti. Inferiori sono invece gli investimenti in sistemi core di back-end, che forniscono input alle applicazioni front-end rivolte ai consumatori e generano di conseguenza una user experience di bassa qualità.
Il cloud favorisce inoltre l’impatto Esg, un ambito nel quale tutte le imprese sono ormai molto focalizzate. Il 95% delle società del finance tiene infatti conto dell’impatto ambientale, sociale e di governance nelle principali decisioni di investimento, rileva l’indagine di Capgemini. In questo contesto, gli strumenti cloud possono svolgere un ruolo centrale nella gestione della rendicontazione Esg, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Infatti, il cloud fornisce strumenti essenziali per la misurazione dell’impatto Esg; il 51% delle società di servizi finanziari rileva infatti un miglioramento in termini di trasparenza e misure di reporting. I cloud provider stanno inoltre iniziando a sviluppare soluzioni in grado di monitorare e documentare il livello di emissioni Scope 1, 2 e 3, offrendo una panoramica completa della carbon footprint di un’azienda in tutte le sue aree di attività e prodotti.
“Per un’organizzazione che opera nel settore dei servizi finanziari, rinunciare al cloud non è più un’opzione possibile. Il passaggio al cloud richiede un approccio che vada oltre il risparmio sui costi e che sia incentrato sull’innovazione come strumento di vantaggio competitivo – commenta Dario Patrizi, Financial Services director di Capgemini in Italia –. Le aziende che oggi si affrettano a implementare l’AI generativa devono essere consapevoli che non sarà possibile ottenere i vantaggi futuri offerti dall’AI senza sistemi abilitati al cloud. Solo attraverso la definizione e la creazione di un efficace modello operativo su larga scala basato sul cloud sarà infatti possibile sfruttare appieno il potenziale trasformativo di queste nuove tecnologie”
Freni all’adozione del cloud
Nonostante i notevoli vantaggi, i dirigenti del comparto finance sono preoccupati per le sfide associate alla migrazione al cloud. Il 68% considera il problema della sicurezza dei dati come un ostacolo all’adozione di soluzioni cloud, mentre il 51% segnala gli elevati costi operativi e di trasformazione. Un ulteriore 45% ritiene le normative, ad esempio quelle sulla sovranità dei dati, come un altro fattore potenzialmente problematico.
A questo proposito, il Digital Operational Resilience Act (Dora) impone oggi alle istituzioni finanziarie soggette alle normative dell’Unione Europea di implementare, documentare e proteggere rigorosamente sistemi, protocolli e strumenti necessari a garantire sufficienti livelli di affidabilità, capacità e resilienza. Il sovereign cloud, che fornisce ai paesi infrastrutture di cloud computing sicure e indipendenti per aiutarli a garantire la privacy e la sovranità dei dati, sta diventando un’opzione di utilizzo comune. In risposta a queste preoccupazioni, il 39% dei dirigenti preferisce il cloud pubblico, il 49% il cloud privato e il 12% il cloud ibrido.
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