Diecimila consumatori di età superiore ai 18 anni, di 13 Paesi europei e UK, dell’area Asia-Pacifico, e del Nord America, con una serie di interviste approfondite ai decision maker che operano nell’ambito delle tecnologie connesse. Sono le ‘fonti’ con cui Capgemini Research Institute ha realizzato l’indagine Connected Products: Enhancing Consumers’ Lives with Technology a fine 2023 per valutare adozione ed impatto dei dispositivi connessi, possibilità effettive riguardo l’interoperabilità degli stessi ed il potenziale di mercato. In particolare con lo scopo di consentire di mettere a fuoco e  perfezionare la strategia e la CX execution così da allineare percezione del brand, strategia e rilascio di prodotti e servizi in un quadro coerente

Proprio la componente ‘business’ della ricerca si rivela interessante. Infatti come spiega Chiara Diana, chief design officer Frog, parte di Capgemini Invent, e head del Frog Innovation Team, “i consumatori hanno ormai adottato i dispositivi connessi come strumento per semplificare la quotidianità, ma il potenziale di queste soluzioni è molto più ampio. Grazie alla raccolta puntuale dei dati di utilizzo è possibile progettare servizi personalizzati e specifici”. Tuttavia, per realizzare appieno questo potenziale, che capitalizza i recenti sviluppi dell’AI, generativa e non, “è importante considerare le questioni relative alla sicurezza e alla gestione dei dati, uno degli scogli maggiori all’adozione delle soluzioni connesse e all’interoperabilità tra i vari sistemi”. Entriamo nello specifico della ricerca e dei suoi risultati.

Chiara Diana
Chiara Diana, chief design officer di Frog, parte di Capgemini Invent, e head del Frog Innovation Team

 L’indagine ‘tassonomica’ si focalizza in particolare su quattro categorie di dispositivi: per l’intrattenimento, anche nei veicoli connessi; per la sicurezza domestica e la salute; gli assistenti vocali e i wearable. Sicurezza domestica intelligente e l’assistenza sanitaria sono le categorie di prodotto preferite per quanto riguarda gli acquisti previsti nei prossimi 12 mesi, ed in particolare l’utenza è alla ricerca di una maggiore integrazione della tecnologia nella vita quotidiana.

Per quanto riguarda invece i sistemi connessi di intrattenimento, e quelli per i veicoli, ecco che l’80% dei consumatori possiede già almeno un sistema di questi, per esempio una smart tv o una console di gioco, mentre è in crescita la percentuale, ora del 60%, di chi ha scelto un sistema di intrattenimento auto-connesso anche se, a seconda delle aree geografiche, questa percentuale può differire in modo sensibile (negli Usa è già al 77%, ma in Canada appena al 38%).

L’analisi evidenzia poi come la maggior parte degli intervistati stia cercando di ridurre il tempo trascorso davanti allo schermo degli smartphone (71%) ed è quindi disposto a provare dispositivi wearable (come orologi, dispositivi per il monitoraggio della salute o occhiali “intelligenti”) in alternativa ai telefoni cellulari. Per il 29% dei consumatori è proprio questa una delle principali categorie di prodotti che si prevede di acquistare nei prossimi 12 mesi. Infine l’85% dei consumatori utilizza un qualche tipo di assistente vocale a casa, sul cellulare o in auto, soprattutto per la navigazione sul Web o la ricerca di prodotti e servizi. Lo studio rivela che oltre un terzo degli intervistati prevede di acquistare un numero di dispositivi connessi superiore al passato, nel prossimo anno, in particolare per monitorare la propria salute, e la sicurezza domestica.

Da una parte si conferma elevato l’interesse per tutti i dispositivi interconnessi, allo stesso tempo il campione manifesta attese riguardo la sostenibilità degli stessi, la possibilità di un effettivo smaltimento ‘circolare’ e soprattutto la protezione dei dati. 

I numeri della ricerca rivelano anche che il 67% dei consumatori ritiene che i prodotti connessi siano una necessità, mentre oltre quattro intervistati su dieci li considera utili per risparmiare tempo e semplificare le azioni quotidiane. A fronte di un interesse comunque vivo però, orientarsi tra i diversi ecosistemi di dispositivi risulta impegnativo, e quasi due consumatori su tre affermano che sarebbe più comodo poter sfruttare un’unica interfaccia di gestione per tutti i dispositivi. E’ per questo allora che l’interoperabilità e la facilità d’uso devono diventare una priorità per le aziende produttrici.

Privacy ed integrazione dei dispositivi connessi
Privacy ed integrazione dei dispositivi connessi – Le aspettative disattese riguardo integrazione, privacy e sicurezza dei dispositivi connessi (fonte: Connected Products, Enhancing Consumers’ Lives with Technology, Capgemini, 2023)

Cresce anche l’attenzione per le possibilità di smaltimento dei prodotti elettronici e la loro impronta di carbonio (68% degli intervistati). L’utenza chiede che si sviluppino prodotti sostenibili e più informazioni sul carbon footprint.
Riciclo e modalità di smaltimento responsabile dei rifiuti elettronici sono pure al centro dell’interesse, con il 50% degli intervistati che dichiarano di avere in casa prodotti tecnologici obsoleti che non sa come smaltire in modo sicuro.

Riprende Diana: “Serve ottenere l’attenzione, la soddisfazione e la fiducia dei consumatori, e conquistare un mercato che oggi ha raggiunto un punto di inflazione. A fronte di una crescente consapevolezza dell’impatto ambientale dei prodotti tecnologici, anche le aspettative dei consumatori relative alla sostenibilità degli stessi dovranno rientrare nell’equazione”.  Tra le note che dovrebbero destare maggiore preoccupazione anche tra i produttori c’è, infine, l’insoddisfazione del 64% del campione riguardo la privacy. Sebbene i livelli di fiducia nei confronti dei dati forniti dai dispositivi indossabili per l’assistenza sanitaria siano elevati, il 56% degli intervistati teme che le aziende possano avere accesso ai loro dati sanitari attraverso i prodotti connessi.

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