Sotto la lente di Capgemini i piani di investimento nei prossimi 12/18 mesi direttamente dalle ‘voci’ di circa 2mila dirigenti aziendali, raccolte nel report Embracing a Brighter Future: Investment Priorities for 2024. Sulla base di una comune percezione di ottimismo per lo sviluppo delle aziende è il primo dato secondo cui l’83% prevede di aumentare gli investimenti in strumenti e tecnologie digitali nei prossimi mesi è forse anche quello più positivo. Da una parte il 56% dei dirigenti aziendali è fiducioso riguardo alla crescita della propria organizzazione, nonostante gli attuali venti contrari di natura macroeconomica, e questo è già un buon dato perché la percentuale solo dodici mesi fa si fermava al 42%, allo stesso tempo meno di un terzo si dichiara ottimista riguardo al contesto operativo globale.
Partiamo nell’analisi allora proprio da questi punti, perché permette di comprendere ancora meglio poi le aree di investimento. Ecco, il report evidenza che sì, i dirigenti d’azienda sono ottimisti sulle prospettive di crescita futura delle loro organizzazioni, ma questo si accompagna anche ad una crescente consapevolezza delle sfide poste dai vincoli ambientali. Oltre il 60% degli intervistati afferma poi che la costante tensione verso la crescita è incompatibile con la necessità di affrontare la crisi climatica ed ecologica.
Sul piano macroeconomico, quasi il 40% riconosce che probabilmente entreremo in un’era in cui la crescita si interromperà a causa dell’esaurimento delle risorse globali. Il Covid ha lasciato come eredità la consapevolezza di una serie di fragilità, per esempio riguardo le supply chain che ha portato a ripensare la struttura delle catene di fornitura a livello globale riducendo i rischi di gravi interruzioni, sono cresciute quindi le soluzioni di nearshoring e friendshoring per gli approvvigionamenti, riducendo l’esposizione alle turbolenze macroeconomiche e logistiche.
Si affiderà nel prossimo futuro al friendshoring circa il 45% delle aziende, mentre il 49% dichiara che sta investendo in altre economie emergenti per ridurre la dipendenza dalla Cina. Tra le criticità che continuano a ‘minare’ la certezza di poter fare bene persiste invece quella relativa alla carenza di personale con le giuste competenze (per quasi sei organizzazioni su dieci ed in crescita ancora di un terzo rispetto all’anno scorso). Le organizzazioni allo stesso tempo sembrano pianificare il ritorno a politiche di ritorno al lavoro in presenza, con circa il 25% che prevede anche di aumentare gli investimenti in spazi per uffici, ma il lavoro flessibile e ibrido non è destinato a scomparire.
Tra i temi più caldi il cambiamento climatico in quanto minaccia esistenziale è particolarmente condiviso. Quasi la metà delle C-suite aziendali globali prevede che il cambiamento climatico rappresenterà il principale fattore di rottura per le aziende nel prossimo decennio. Oggi però, è la denuncia, la mancanza di procedure e processi sostenibili rappresenta un rischio esistenziale per le loro organizzazioni e sarà così a lungo termine. Intanto, il 57% dei dirigenti aziendali dichiara di voler aumentare gli investimenti negli Usa, come anche in UE, ed in questo secondo caso come conseguenza diretta del piano industriale Green Deal.
Intelligenza artificiale e cybersecurity gli altri focus principali. Per quanto riguarda l’AI è vista come driver di innovazione, ed importante a supporto dei processi decisionali. L’88% di loro prevede di concentrarsi su questa tecnologia e tra cinque anni i processi decisionali cruciali saranno supportati dall’AI. In particolare, nel settore life science sembra che quasi la metà dei processi decisionali più importanti siano destinati a essere supportati dall’AI entro cinque anni, tutti e in tutti i settori concordano comunque nel sostenere che la capacità di giudizio umana è necessaria in un mondo guidato dall’AI.
Infine, il 61% dei leader aziendali considera oggi le minacce alla cybersecurity un rischio prioritario per la crescita aziendale, percentuale in deciso aumento rispetto al 39% del 2023.
Aiman Ezzat, chief executive officer di Capgemini: “I leader aziendali stanno iniziando l’anno con un maggiore senso di fiducia rispetto a 12 mesi fa, con la tecnologia e l’AI destinate a guidare la prossima fase della transizione verso un’economia globale più digitale e sostenibile. È una buona notizia che le aziende stiano aumentando gli investimenti in un’ampia gamma di aree di business critiche, dalla customer experience all’innovazione, dal talento alle supply chain e, forse ancora più importante, alla sostenibilità. Siamo solo agli inizi per quanto riguarda il contributo che strumenti e tecnologie digitali, in particolare l’intelligenza artificiale, possono dare al raggiungimento di questi obiettivi di business”.
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