Las Vegas apre le porte ad Oracle. Nei suoi vari annunci. Fatturato, Oracle CloudWorld e SuiteWorld, due eventi in contemporanea per dare una visione globale dell’azienda, guardando alle strategie per il mondo enterprise e a quelle per le Pmi.
Se Oracle CloudWorld anima la settimana con gli annunci di partnership, prodotti e strategie in ambito cloud per le aziende di fascia alta (l’evento clou di questi giorni, con risvolti interessanti anche per il mercato italiano), SuiteWorld apre il keynote con focus sulla soluzione per le realtà di medie dimensioni, dove è il mercato statunitense a guidare il business.
Partiamo dai risultati di fatturato. Il primo trimestre fiscale 2025 di Oracle ha registrato un giro d’affari complessivo di 13,3 miliardi di dollari, con una crescita del +7% in Usd e del +8% a valuta costante, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con margini netti di 2,95 milioni di dollari. Un fatturato nel quale i ricavi del cloud (IaaS + SaaS) pesano per 5,6 miliardi di dollari, in crescita del +21%, con la parte infrastrutturale responsabile di 2,2 miliardi di dollari (+45%) e la parte SaaS dei restanti 3,5 miliardi di dollari (+10%). In crescita anche le application Fusion Cloud Erp (+16% ) con 0,9 miliardi di dollari, lo stesso contributo di NetSuite Cloud Erp (cresciuto del +20%).
Oracle Cloud World, apertura alle partnership cloud
Il peso del cloud diventa così rilevante che la narrazione di Oracle CloudWorld ruota tutta attorno alle sue implicazioni per le aziende. “Da quando i servizi cloud sono diventati la più grande attività di Oracle, la crescita del risultato operativo e dell’utile per azione hanno subito un’accelerazione” ha dichiarato Safra Catz, Ceo di Oracle, ricordando che l’utile per azione nel primo quarter è aumentato del +18% a valuta costante, raggiungendo 1,39 dollari. Un andamento che ha fatto rialzare in borsa del 9% il titolo di Oracle questa settimana.
“Dopo 47 anni, Oracle sta cambiando pelle – continua Safra Catz -, forte delle sue capacità tecnologiche uniche rispetto ai competitor e della relazione con i clienti che spero si siano accorti del cambio del nostro modello di business verso il cloud. Perché non ci limitiamo più a fornire tecnologia, ora siamo il vostro partner nel declinare il cloud come voi clienti volete. Siamo in grado di costruire un cloud aperto che vi raggiunge in qualsiasi ambito, in modo veloce, sicuro: la tecnologia rimane il primo stack della piattaforma sulla quale si innestano funzionalità di AI, database, applicazioni che integrano a loro volta AI e GenAI. Molti dei nostri competitor di lunga data sono ora nostri partner. Ovviamente mi riferisco a Microsoft, Google e ora Aws. Torniamo alle nostre radici, quando questo evento si chiamava Oracle OpenWorld. Vi suona familiare? Torniamo a costruire una tecnologia che le aziende possono utilizzare ovunque”.
E così alle partnership già esistenti con Microsoft e Google Cloud, arriva dal palco di CloudWorld l’ufficializzazione dell’annuncio dell’accordo con Amazon Web Services, che completa il trittico degli hyperscaler con i quali Oracle vuole lavorare, nessuna chiusura in futuro. Un cloud secondo Larry Ellison – fondatore, chairman e Cto di Oracle – sicuro, personalizzabile, che può girare nelle 162 region data center a livello mondiale, pubbliche e private, o a casa del clienti, cloud@customer, “perché il nostro cloud privato è uguale al nostro cloud pubblico” precisa. Un’apertura che può realizzarsi solo grazie agli accordi stretti con tutti gli hyperscaler, in modo da potere “accontentare” le aziende clienti nell’era del multicloud. Insomma, là dove va il mercato.
Il valore della collaborazione con Aws
Guardiamo ad Aws. Si tratta di un accordo di co-petition, grazie alla quale nei datacenter di Aws verranno integrati sistemi ingegnerizzati Oracle Exadata e l’ultima versione del database di Oracle. Una partnership che partirà dalla fine del 2024 in alcuni data center per poi estendersi a tutto il mondo Aws. “Il tasso di crescita della nostra attività di database è in aumento grazie agli accordi multicloud con Microsoft e Google – ha ribadito Larry Ellison -. Alla fine del primo trimestre fiscale, 7 regioni Oracle Cloud erano attive presso Microsoft e altre 24 erano in fase di costruzione, mentre 4 regioni Oracle Cloud erano attive presso Google Cloud con altre 14 in fase di costruzione. Il contratto firmato con Aws è un’altra pietra miliare nell’era del multicloud. Fra qualche mese i clienti potranno utilizzare la più recente tecnologia database Oracle da ogni hyperscaler”. Una risposta alla richiesta delle aziende di poter utilizzare Oracle Autonomous Database in modo automatizzato, gestito e sicuro con l’hyperscaler da loro preferito.
“Grazie all’implementazione di Oracle Cloud Infrastructure all’interno dei datacenter Aws, possiamo fornire ai clienti le migliori prestazioni sia per il database sia per la rete” precisa Matt Garman, Ceo di Aws, sul palco con Larry Ellison -. La nostra storia con Oracle non è recente. Già nel 2008 i clienti potevano eseguire in cloud i loro carichi di lavoro Oracle e da allora molte grandi aziende hanno scelto di distribuire il loro software Oracle su Aws anche per ragioni di sicurezza. La nuova partnership fornirà servizi Oracle Database all’interno del cloud di Aws per consentire ai clienti di sfruttare la flessibilità, l’affidabilità e la scalabilità del cloud più diffuso al mondo per l’utilizzo del software aziendale”.
Focus su AI e sicurezza
Ma il cloud aperto di Ellison è solo uno dei punti della strategia tecnologica di Oracle perché il destino del cloud è legato a stretta maglia a due componenti: il futuro dell’AI (1) con una roadmap per integrare l’AI e l’AI generativa in tutte le applicazioni e in tutti i servizi Oracle entro il 2025 (punto chiave anche di SuiteWorld, dove l’AI entra nell’Erp per le pmi). E al tema della sicurezza (2).
“Come possiamo usare l’AI per migliorare in modo consistente la cloud security?” si chiede Ellison. La risposta passa da quattro pillar: la sicurezza dei dati (data security), delle applicazioni (application security), delle identità (identity security) e della rete (network security) grazie a sistemi autonomi, generazione automatica e sicura di codice (via Apex), autenticazione biometrica, che mettono in sicurezza tutto gli ambiti fino alla configurazione della rete (Zpr, zero trust packet routing), senza la necessità di un intervento umano perché robot addestrati non hanno bisogno di un controllo esterno. “No human labor, no human error” sostiene Ellison.
Tecnologia in progetto, casi reali
Se Ellison parla di tecnologia, Catz racconta di clienti, con use case diversi a dimostrate la versatilità del cloud e dell’AI di Oracle. Dal mondo dell’intrattenimento e dell’hospitality (Mgm Resort) al mondo della gestione di dati sensibili (l’agenzia Cia), al mondo finance (Bnp Paribas).
Bill Hornbuckle, Ceo e presidente di Mgm Resorts International, racconta di una Las Vegas che ha cambiato negli ultimi decenni da città del gioco a città di intrattenimento, richiedendo investimenti in applicazioni con ampia personalizzazione per rispondere alle richieste differenziate dei visitatori. “Con le Fusion Application nei nostri casinò abbiamo ridotto la nostra manodopera del 25-30%, abbiamo semplificato i sistemi finanziari e la rendicontazione e in futuro utilizzeremo l‘AI per gestire le richieste dei clienti. Oggi solo il 20% delle 15mila telefonate giornaliere si converte in prenotazioni, per questo utilizzeremo l’AI per gestire l’80% di questo flusso e per personalizzare il restante 20% con offerte mirate per i clienti”.
L’uso dell’intelligenza artificiale di Oracle per La’Naia Jones, Cio della Central Intelligence Agency (“la Cia è cliente storico di Oracle da 47 anni” precisa Catz), poggia sui livelli di sicurezza garantiti nella gestione e nell’analisi dei dati, per “mantenere la nazione al sicuro senza compromessi, per ridurre le vulnerabili informatiche di attacchi cresciuti in modo esponenziali negli ultimi anni”. Il passaggio dal vecchio concetto di database al nuovo con l’AI integrata manterrà alto il livello di riservatezza e di sicurezza dei dati, alla base del lavoro della Cia, e permetterà di gestire e interrogare in dati per prevedere anche criticità future.
Per Bnp Paribas Group, l’investimento nelle tecnologie cloud e AI di Oracle aiuta a definire nuovi servizi finance e a rinnovare le competenze. “Importante per noi è trovare giusti use case nelle differenti aree nelle quali i clienti cercano soddisfazione per la gestione dei rischi e per comunicare con la banca. Grazie all’AI siamo in grado di migliorare i prodotti, soddisfare i clienti anche in termini di sicurezza: l’AI aggiunge valore ai servizi offerti” precisa Jean-Yves Fillion, Ceo di Bnp Paribas.
Intenti comuni per SuiteWorld
Lo stesso approccio alla narrazione – cloud, AI, sicurezza – si ritrova nel keynote di Evan Goldberg, fondatore e executive VP Oracle NetSuite, che conta 40.000 utenti al mondo. “Il business è cambiato in ogni organizzazione, che deve sapersi adattare per sopravvivere, con una strategia di execution chiara. La tecnologia deve gestire i cambiamenti e deve essere accessibile da ovunque. Oggi grazie all’AI, NetSuite allarga le sue potenzialità e ,grazie a un ecosistema distribuito di partner, gestisce e semplifica la gestione dei progetti. Uno strumento che permette di risolvere problemi anche sofisticati”.
Quattro ambiti la suite mette a fuoco: viene considerata come una naturale estensione del lavoro (1), integra automatismi per efficientare la crescita del business (2), offre una visione olistica del business (3), ed è a tutti gli effetti una sistema di collaborazione (4).
Per questa ragione Hillel Cooperman, senior VP user experience Oracle NetSuite, la indirizza anche ad aziende di fascia più enterprise come “una nuova opportunità per prioritizzare il lavoro, visualizzare dati, utilizzare LLM per trovare un equilibrio tra i carichi di lavoro”.
Le nuove funzionalità di AI integrate in NetSuite (come quelle di Enterprise Performance Management che poggiano sulle Oracle Fusion Application) aiutano i clienti e soprattutto i team di finance ad aumentare la produttività, espandere gli insight, migliorare il processo decisionale e sfruttare le opportunità di crescite. Tra i clienti Vinted (mercato abbigliamento di seconda mano) che utilizza NetSuite come Erp per la gestione del marketplace online, per ottimizzare e automatizzare i processi finanziari, gestire le operation internazionali al fine di aumentare il giro d’affari.
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