Supply chain complesse e interconnesse, come sono quelle attuali, richiedono la gestione intelligente dei trasporti che oggi rappresenta un elemento strategico per garantire efficienza operativa e migliorare la sostenibilità. L’evoluzione dei sistemi Tms (Transport Management Systems), accelerata dall’adozione dell’intelligenza artificiale agentica, impone quindi una serie di riflessioni sull’utilizzo dei dati, l’automazione e la governance digitale dei flussi logistici. A delineare i contorni di questi temi è una recente ricerca globale commissionata da Manhattan Associates, e portata a termine in collaborazione con Vanson Bourne, che ha coinvolto 1.450 decision maker senior appartenenti a vertical tra cui il manifatturiero, retail, beni di consumo, commercio all’ingrosso e food & beverage, distribuiti tra Nord America, America Latina, Europa e Australia.

Obiettivo dello studio Sbloccare il Potenziale della Gestione dei Trasporti è proprio comprendere come le aziende stanno affrontando le nuove sfide nella gestione dei trasporti, tra pressioni ambientali, esigenze operative e adozione dell’intelligenza artificiale agentica, e quali siano i principali ostacoli e fattori abilitanti che condizionano l’evoluzione tecnologica di questa funzione aziendale critica. La metodologia seguita è strutturata per assicurare rappresentatività trasversale, includendo aziende con un fatturato annuo superiore ai 750 milioni di dollari e intervistando figure con responsabilità diretta o visione strategica delle operations legate alla gestione del trasporto. Il quadro che emerge è denso di potenzialità, ma non privo di segnali di allarme.

“La gestione dei trasporti diventa sempre più complessa, è messa sotto pressione dalle richieste di tempi di esecuzione più brevi, di efficienza della capacità e dei costi, dalle normative più severe in materia di sostenibilità e dalla crescente necessità di accedere alla visibilità end-to-end di tutte le operazioni”, osserva Bryant Smith, director Transportation Management Systems (Tms) di Manhattan Associates. Uno scenario che non riguarda solo la performance logistica, ma che tocca l’intera capacità di competere in mercati sempre più dinamici e interconnessi. Affermazioni supportate ovviamente dai dati.

Integrazione e visibilità sì, ma serve agire con i dati

Per il 78% delle aziende intervistate la gestione dei trasporti rappresenta oggi una priorità strategica per il successo, e tale percezione è destinata a rafforzarsi ulteriormente entro il 2030, con l’86% degli intervistati che prevede un incremento della rilevanza della funzione. A testimoniarlo non sono solo i piani industriali, ma anche la destinazione delle risorse: il 48% dei rispondenti afferma di spendere oltre il 10% del proprio budget logistico a causa di errori e interruzioni nei trasporti. Una situazione che pone l’accento sulla necessità di superare i limiti dei sistemi attuali, spesso frammentati e scarsamente integrati. Proprio la questione dell’integrazione è uno dei nodi chiave emersi dalla ricerca. Molte aziende, pur dotandosi di strumenti di pianificazione avanzata o predittiva, faticano a concretizzare tali investimenti in valore operativo. La visibilità, elemento cruciale per ogni strategia moderna di supply chain, è ancora carente o non sfruttata in modo sistemico. Solo il 60% del campione afferma che il miglioramento della visibilità ha contribuito ad aumentare la soddisfazione del cliente, offrendo aggiornamenti più accurati e tempestivi, mentre il 50% riconosce una correlazione diretta con la riduzione dei costi di trasporto. Tuttavia, il reale vantaggio competitivo risiede nella capacità di agire sui dati, non solo di visualizzarli. “Il vero vantaggio della visibilità – spiega Smithva oltre il semplice accesso ai dati operativi: sta nella capacità di affrontare i problemi evidenziati da queste informazioni e di apportare miglioramenti operativi in modo più rapido ed efficiente”.
Il quadro si complica se si osservano le performance nella gestione operativa: metà delle aziende dichiara di avere difficoltà nel reindirizzare proattivamente le spedizioni. E il 49% non riesce a ottimizzare la pianificazione delle attività nei magazzini e nelle banchine di carico. Questo indica un disequilibrio tra capacità analitiche e capacità di risposta, che rischia di diventare un fattore di vulnerabilità proprio nei momenti di stress della supply chain.

Lo spaccato dei dati che riguardano l'Italia
Lo spaccato dei dati che riguardano l’Italia (fonte: Sbloccare il Potenziale della Gestione dei Trasporti, Manhattan Associates con Vanson Bourne, 2025)

Vantaggi e difficoltà per l’Agentic AI nei processi

In questo contesto di trasformazione, l’adozione dell’intelligenza artificiale agentica rappresenta una promessa potente, ma anche una sfida ancora lontana dall’essere vinta. Secondo il report, il 61% degli intervistati prevede che nei prossimi cinque anni i propri sistemi di transportation management saranno dotati di agenti autonomi capaci di agire in modo indipendente per raggiungere obiettivi specifici, riducendo l’intervento umano a un ruolo di supervisione. Un salto concettuale e tecnologico significativo, ma che cozza con la realtà attuale: solo il 37% ha già integrato efficacemente intelligenza artificiale e machine learning nei propri Tms.Il divario tra attese e stato dell’arte è evidente. Si sa,  cinque anni nell’AI equivalgono a un’era intera in termini di evoluzione ed oggi la traiettoria non appare affatto lineare.

Bryant Smith
Bryant Smith, director Transportation Management Systems di Manhattan Associates

Il 48% delle aziende si dichiara preparato a gestire agenti autonomi entro il 2030, ma la quasi totalità del campione (99%) ammette di dover affrontare ostacoli rilevanti. Le criticità principali riguardano la carenza di competenze interne (49%), le difficoltà d’integrazione (44%) e i problemi legati alla qualità e disponibilità dei dati (44%). E’ richiesto un cambiamento sistemico e non solo l’introduzione di un modulo tecnologico all’interno dei processi esistenti. 
Secondo Bryant Smith, le implicazioni sono chiare: “Mentre diverse aziende sembrano in grado di sfruttare i vantaggi in termini di costi, efficienza e scalabilità offerti dagli agenti autonomi, quelle che si trovano dall’altra parte devono ripensare le proprie strategie di IA, altrimenti rischiano di perdere quote di mercato significative (e forse irrecuperabili) a vantaggio dei rivali”.

Innovazione e sostenibilità, problemi correlati

Un ulteriore livello di complessità è dato dall’intreccio tra innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale, emerge dal report. Il 69% delle aziende ha indicato la sostenibilità come un mandato globale o una pressione significativa, e il 62% ha già implementato pratiche di rendicontazione conformi alla Corporate Sustainability Reporting Directive. Tuttavia, la ricerca rivela che esiste ancora un forte scollamento tra obiettivi e realizzazione operativa: solo il 34% ha integrato la sostenibilità nella pianificazione, il 30% nelle decisioni di approvvigionamento e appena il 31% ha attivato soluzioni di carburante a basso impatto ambientale. Anche da questo punto di vista, il ruolo dei sistemi Tms è centrale. Secondo Manhattan Associates, questi strumenti sono in grado di fornire funzionalità avanzate per raccogliere e misurare dati ambientali, supportando così le aziende nel raggiungimento degli obiettivi di compliance e nella rendicontazione Esg. Tuttavia, la mancanza di una strategia unificata tra IT, operations e direzione strategica rimane una barriera diffusa.

Prospettive al 2030

La prospettiva al 2030, delineata dallo studio, non è priva di criticità. L’87% degli intervistati si aspetta un’intensificazione delle sfide legate a visibilità, AI e sostenibilità, e il rischio è che i sistemi attuali non siano in grado di reggere questa pressione crescente. “Se non si interviene subito – avverte Smithle aziende si espongono a costi crescenti, a dubbi sull’efficacia a lungo termine e al rischio di non rispettare le promesse dei clienti”.

Nonostante le difficoltà, emerge però anche una fiducia diffusa nella capacità dell’innovazione di generare vantaggi concreti: l’82% del campione è convinto che i progressi nella pianificazione, nella previsione e nella modellazione contribuiranno a ridurre i costi di trasporto di almeno il 5% nei prossimi cinque anni. Questo dato rafforza l’idea che la sfida non risieda nell’assenza di tecnologia, ma nella capacità di orchestrare in modo coerente le innovazioni, trasformando le potenzialità in risultati operativi sostenibili.

Realtà attuale e aspettative futuro per il settore
Realtà attuale e aspettative futuro per il settore (fonte: Sbloccare il Potenziale della Gestione dei Trasporti, Manhattan Associates con Vanson Bourne, 2025)

Un ultimo punto, importante: l’adozione degli abilitatori tecnologici rimane disomogenea. Se il 60% delle aziende ha integrato il proprio Tms con i sistemi di pianificazione delle vendite e il 56% utilizza strumenti di AI o analisi predittiva, le percentuali calano drasticamente per quanto riguarda funzionalità più evolute. Solo il 38% impiega l’analisi delle tendenze storiche, il 36% utilizza sistemi di prenotazione automatica e il 35% si affida al rilevamento della domanda in tempo reale. Una fotografia che conferma come la modernizzazione del trasporto debba passare anche da un’evoluzione nella cultura dei dati e nelle competenze digitali.

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