E’ in scia a quell’HPE Italian Summit che aveva radunato a Milano i clienti e i partner, facendo il punto sulla strategia sotto la guida del nuovo Ceo, Antonio Neri. L’HPE Discover 2018 di Las Vegas ha di fatto ribadito le linee guida già note, lungo i tre asset tecnologici (IT ibrido, Intelligente Edge, servizi PointNext) che il vendor porta avanti insieme ai partner.
“La strategia dell’azienda rimane invariata” racconta Stefano Venturi, Corporate Vice President e amministratore delegato di HPE Italia, incontrato al rientro da Las Vegas nella sede storica di Cernusco sul Naviglio.
L’obiettivo è gestire la crescente mole di dati delle aziende, la complessità generata dalla raccolta di informazione nell’edge, il mondo multicloud e hybrid IT, “con la capacità di orchestrare al meglio le soluzioni”. Con una tecnologia che va dai sistemi dalle capacità computazionali elevate, a The Machine, ai servizi PointNext (con la famiglia GreenLake erede di Flexible Capacity erogata ora in cloud), seguendo il modello di pagamento a consumo che le aziende richiedono.
Venturi rilegge positivamente il primo anno di HPE nella nuova veste, “focalizzata sulle tecnologie enterprise che sposano le esigenze di business delle aziende” e gli investimenti importanti su nuove aree di sviluppo come quella dell’edge computing, sulla quale HPE investirà 4 miliardi di dollari nel prossimo anno.
Ma soprattutto sottolinea la sua capacità di mettere in campo strategie diversificate che rispondono alle esigenze dei singoli mercati, pur avendo un’unica strategia mondiale.
Tra questi spicca l’originalità del progetto italiano HPE Innovation Lab, che in un anno e mezzo di vita ha portato all’apertura del ventesimo laboratorio in casa dei partner (l’ultimo presso il distributore Computer Gross). Un esempio di un progetto locale molto capillare sul territorio, che ha fatto lievitare la proposta iniziale dall’idea di realizzare 15 laboratori a 21, con il raddoppio dell’investimento stimato dai 10 milioni di euro a 20 milioni.
“L’iniziativa ha innescato un circolo virtuoso che ci ha visto aprire più laboratori del previsto, anche in casa di uno stesso partner che ha voluto replicare l’esperienza in più sedi. Non sono demo lab, ma aree innovative che ospitano le ultime tecnologie di HPE, dove i clienti possono fare poc, seminari, sviluppare nuove idee, anche in ambito software” precisa Paolo Delgrosso, Channel & Alliance Sales Director Hewlett Packard Enterprise.
Negli Stati Uniti, HPE ha dato vita a un incubatore di idee per sviluppare software di nuova generazione per la nuova famiglie di sistemi The Machine (“che vanno oltre al server, nostro primo amore che non disdegniamo”) che ragiona con la memoria al centro e non più in base alla capacità computazione della Cpu. “Stiamo studiando come portare anche in Italia questa idea di incubatore, per fornire sempre più strumenti che avvicinino noi oltre ai partner anche gli sviluppatori e i clienti” anticipa Venturi.
Su quest’ultimi, HPE si concentra su realtà che gestiscono disegni importanti anche in ambito high perfomance computing. Fiori all’occhiello dei progetti coordinati da Claudio Bassoli, HPE VP Global Sales per PA e grandi clienti, il data center di Eni, il progetto per l’Aeronautica Militare o per l’Ecole Polytechnique Federale di Losanna (il Blue Brain Project per lo studio del cervello umano). Per portare capacità di computing nell’edge, importanti le partnership stipulate con ABB e Rittal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA