“Proteggiamo luoghi speciali da vivere ogni giorno”. E’ la frase che apre il sito del FAI, il Fondo Ambiente italiano che protegge luoghi di arte e natura in tutta Italia dal 1975. Una fondazione senza scopo di lucro con il fine di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano. Una rete complessa, che utilizza la tecnologia a supporto dei tre principali obiettivi: prendersi cura di luoghi speciali del nostro Paese, educare alla conoscenza e all’amore dei beni storici e artistici e dei paesaggi d’Italia e vigilare sulla tutela del patrimonio paesaggistico e culturale.

La tecnologia nel FAI che ruolo ha? Ne parliamo con Manuel Chiesa, Cio del FAI, che ripercorre, per la rubrica Cio Café di Inno3, l’approccio negli anni coerente con la strategia della fondazione. “Tutti i progetti di trasformazione digitale della Fondazione si rivolgono sempre ai tre pilastri sui quali basiamo la nostra esistenza: luoghi cioé i nostri Beni, ma soprattutto eventi e persone, cioé colleghi, iscritti e volontari che al FAI prestano il loro prezioso operato” esordisce Chiesa.

“Al mio arrivo in Fondazione, 15 anni fa, non esisteva un Ufficio Sistemi Informativi e il database era oggetto ad uso esclusivo di un ufficio e poche persone. Grazie alla guida illuminata del nostro Direttore Generale, Angelo Maramai, e alla fiducia riposta, oggi il database è diventato un servizio trasversale a tutta la Fondazione. Abbiamo un Ufficio Sistemi Informativi composto da 4 risorse, oltre al sottoscritto, e i sistemi che abbiamo sviluppato e presidiato hanno agevolato e sostenuto la crescita del FAI”.

Manuel Chiesa, Responsabile dei Sistemi Informativi presso FAI - Fondo Ambiente Italiano al CIO Cafè
Manuel Chiesa, Responsabile dei Sistemi Informativi presso FAI – Fondo Ambiente Italiano al CIO Cafè

Nel corso degli anni, “investendo il minimo indispensabile e ricorrendo, per lo più, all’aiuto di aziende sponsor e amiche della Fondazione” la Fondazione è passata da una telefonia tradizionale ad una Voip,  ha dotato le sedi (Milano e Roma) e parte dei nostri Beni di una copertura wifi destinata anche agli ospiti, ha ottimizzato “anche in ottica green il parco stampanti riducendone il numero e dislocandole in aree dedicate, ha rinnovato il sito internet facendolo dialogare real time con il solito e “vecchio” database sul quale si è costruito il CMS del sito stesso. “Piccole cose per molti, un passo importante per una Fondazione che investe quasi la totalità dell’incame nel restauro, valorizzazione e manutenzione dei propri Beni in modo da rendere alla collettività un luogo prezioso che, diversamente, andrebbe perso” precisa.

“Il FAI crede fermamente nell’importanza della tecnologia come strumento abilitante di servizi che permettano ai nostri stakeholder di godere di un tempo libero di qualità – continua Chiesa -. Questa fermezza è sostenuta dalla costituzione nel giugno 2018 di un’Area di Marketing Strategico e Innovazione Digitale nella quale è confluito l’Ufficio che dirigo. Il piano operativo triennale che stiliamo, declinato, annualmente, in quello che chiamiamo il nostro ‘film dell’anno’ prevede sempre dei progetti di innovazione digitale”.

Come negli anni passati, i progetti digitali per il 2019 sono molteplici, e tra questi Chiesa ne elenca alcuni: adozione di una suite di produttività e collaborazione  “come primo passo verso l’everywhere office”, l’implementazione di un nuovo CRM che permetta di comunicare meglio e in maniera più mirata con gli iscritti, un continuo ampliamento del sito internet e adozione di un sistema di eticketing integrato con la biglietteria dei Beni, lo sviluppo di una nuova piattaforma web based per la raccolta fondi “in piazza” che dialoghi con tutto l’ambiente digitale della Fondazione. “A questi si affiancano i progetti che mirano a migliorare sempre più l’esperienza di visita dei nostri beni – continua -. Affianchiamo alle nostre visite guidate da esperti volontari video immersivi che mirano a radicare in chi li guarda lo spirito del luogo che stanno vivendo.  Mi preme dire, però, che la trasformazione più grande non è quella relativa alle tecnologie bensì quella culturale. La digitalizzazione è lo strumento per mezzo del quale abbiamo tutti la possibilità di fare le nostre attività quotidiane, lavorative e personali, in maniera più fluida, veloce e, spesso, coinvolgente”.

Ma quanto investe in tecnologia in FAI? “Come tutte le principali organizzazioni no profit, il FAI vive grazie alle donazioni dei propri iscritti, alle erogazioni di aziende sponsor e ai contributi derivanti da partecipazioni a bandi pubblici. Purtroppo, come spesso succede, i fondi raccolti non sono mai sufficienti per fare tutto quello che si vorrebbe e, in questo senso, la spesa destinata all’ICT è sempre ridotta al minimo indispensabile, attestandosi intorno al 2%”.

Tecnologie per consumi ridotti

“Sicuramente la digitalizzazione può aiutarci nel cercare di migliorare l’ambiente che ci circonda fornendoci servizi utili a favorire il risparmio energetico” sotiene Chiesa che spiega come il FAI si sia dotato di un sistema di monitoraggio remoto delle temperature nei propri immobili e di multimetri digitali per il monitoraggio dei consumi. “Grazie a questi strumenti possiamo tempestivamente intervenire per garantire, al tempo stesso, il maggior risparmio energetico possibile e la miglior qualità ambiente per i colleghi e visitatori. Nel caso dei nostri sistemi di stampa, al risparmio energetico si affianca l’attenzione al consumo di carta e di toner utilizzando sistemi per il monitoraggio delle stampe e regole automatizzate che impediscano la stampa di documenti che, poi, effettivamente non verranno utilizzati. La stessa virtualizzazione dei server ci ha permesso di abbattere i consumi energetici e, di conseguenza, di fare un ulteriore piccolo passo verso un sempre maggior rispetto dell’ambiente. Uno dei progetti di quest’anno è relativo all’implementazione di una infrastruttura tecnologia propedeutica al lavoro agile e allo smart working che favorire un ambiente più sostenibile riducendo l’uso di mezzi di trasporto per raggiungere l’ufficio e, di conseguenza, le emissioni di CO2″.

Non nasconde Chiesa che come no profit servono “sempre più” fondi da investire per il perseguimento della missione oltre a una costante e forte sensibilizzazione delle persone al rispetto del paesaggio e della cultura. “Il FAI, ogni due anni, lancia il censimento ‘I Luoghi del Cuore’ dove chiediamo ai cittadini di votate i luoghi che amano e che vorrebbero salvare. Le prime otto edizioni hanno confermato un bisogno collettivo di salvaguardia del nostro Bel Paese registrando oltre 5 milioni di voti e 35.000 luoghi votati. La Fondazione ha sostenuto in questi anni progetti a favore di 92 luoghi d’arte e di natura in 17 regioni. Abbiamo da poco concluso la nona edizione del censimento e, senza anticipare i risultati che pubblicheremo nella prima settimana di febbraio, posso dirle che ancora una volta i cittadini hanno manifestato l’importanza della tutela della bellezza che ci circonda”.
In un’unica visione, la tecnologia rimane a supporto di luoghi, territorio, relazioni, persone, educazione e tutela, impatto zero, sostenibilità, impegno civico.

 

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