Nel 2017, il mercato italiano dell’Internet of things (IoT) è cresciuto del 17,4%, a 2.483 milioni di euro e IoT è considerato ormai un digital enabler strategico.
IoT abilita l’interconnessione negli ecosistemi e vede diffusione crescente in diversi
settori, dalle assicurazioni, all’industria, alle utility, ai trasporti, fino alla sanità.
Ambito di investimento importante è l’adeguamento delle architetture alle esigenze di reattività real-time dettate da intelligenza artificiale, robotica, realtà immersiva, attraverso lo sdoppiamento delle capacità e intelligenza elaborativa, in cloud per le funzionalità analitico-decisionali, e delle capacità di esecuzione con nodi di intelligenza decentrati (on the edge) negli oggetti connessi.
IoT trasforma i modelli di business
Anche in Italia IoT sta determinando la trasformazione dei modelli di business e sta estendendo l’impatto anche sulle infrastrutture sistemiche del Paese.
Ciò che IoT sta rendendo sempre più evidente è che l’economia basata sulle informazioni dei prodotti e dei clienti necessita di ecosistemi integrati e di filiere interconnesse, come spiega NetConsulting cube nel report Il Digitale in Italia 2018.
Un’azienda che vuole incorporare intelligenza nei propri prodotti, o processi deve poter contare su partner e clienti disponibili allo scambio di informazioni, su un sistema urbano in cui pubbliche amministrazioni e aziende erogano servizi digitali e sull’apertura delle infrastrutture di rete.
IoT sta creando la società dell’interconnessione e rappresenta la tecnologia fondamentale per svilupparla. Un ambito di investimento molto importante anche in Italia riguarda l’adeguamento delle infrastrutture e della capacità di elaborazione alle esigenze dettate dall’intelligenza artificiale, dalla robotica, dalla realtà immersiva, ovvero tutti gli ambiti tecnologici abilitati dall’Internet of things.
Infatti, se nelle prime applicazioni dell’IoT la raccolta, storicizzazione ed elaborazione dei dati era sul cloud, al crescere delle esigenze di risposte in tempo reale sul campo, l’intelligenza si sta sdoppiando.
Per le funzionalità di tipo analitico, predittivo o decisionali la capacità computazionale continua a risiedere sul cloud e i risultati vengono elaborati in differita, ma per le esigenze correttive e le risposte a situazioni che richiedono intervento immediato, essa tende a rimanere sul campo (on the edge), al punto stesso in cui i dati sono generati o in prossimità degli oggetti connessi.
È così necessario che le infrastrutture siano dotate di nodi di intelligenza sempre più decentrati, tramite acceleratori hardware e processori sempre più veloci e potenti. L’edge computing è la tecnologia che avvicina la capacità di elaborazione al campo in cui i dati sono generati per applicazioni in cui il tempo di latenza è un fattore determinante.
Questi aspetti interesseranno trasversalmente i settori, con investimenti che nel breve periodo saranno più rilevanti nei trasporti e nell’industria, in particolare nei comparti dell’auto e dell’elettronica.
Edge e fog computing
L’edge computing integra capacità elaborativa nei dispositivi localmente. Il fog computing porta l’elaborazione a livello di Lan, dove i dati provenienti da sensori ed endpoint vengono elaborati da un nodo fog o da un gateway IoT.
Si tratta di nuove architetture decentralizzate che rispondono alle esigenze e modalità di gestione dei dati in contesti con un elevato numero di dispositivi intelligenti connessi al cloud, e in particolare nei contesti contraddistinti da una significativa presenza di componenti IoT.
Sono infatti in grado di ridurre la mole di dati da inviare nel cloud, elaborarando i dati critici o sensibili alla latenza nel punto di origine, tramite smart device, oppure inviandoli a un server intermedio, localizzato in prossimità.
I dati meno sensibili alla latenza possono invece essere trasmessi all’infrastruttura cloud o al data center dell’impresa per consentire elaborazioni più complesse (es. analisi di big data), l’affinamento degli algoritmi di machine learning, lo storage di lungo periodo, l’analisi di dati storici.
Diversi istituti di ricerca prevedono che entro i prossimi due anni quasi un quinto degli investimenti in infrastruttura IT per le implementazioni IoT sarà su tecnologie edge o fog. Ma non solo.
Questi nuovi paradigmi si stanno affermando per tutte quelle applicazioni che richiedono azioni in real time, con la necessità di riprogettare architetture e introdurre sistemi hardware con una maggiore capacità elaborativa vicino al campo e non più solo nel cloud.
Esigenze di questo tipo sono legate ad esempio alla raccolta di dati per pianificare attività di manutenzione o azioni correttive, ma anche ad applicazioni real-time sul territorio, quali ad esempio la smart mobility e le smart city, ovvero tutte quelle applicazioni in cui il tempo di latenza è un fattore determinante.
Quando si sviluppa un’architettura IoT di edge computing, si possono fondamentalmente seguire due strade. La prima quella di è implementare e gestire lo stack software di edge computing negli ambienti IT esistenti.
La seconda è di scegliere un cloud edge gestito e manutenuto da un public cloud provider, e non a caso nel mercato sta aumentando il numero di player (da cloud provider a wireless carrier e imprese Ict) che offrono applicazioni di edge computing cloud-based, sfruttando reti di micro data center installati in prossimità delle stazioni radio degli operatori.
Cresce l’edge
Le crescite di quasi tutti i digital enabler sono leggermente meno elevate rispetto alle dinamiche mondiali. L’eccezione la fa l’loT, però in negativo. La crescita in Italia è infatti meno della metà rispetto a quella mondiale, pur in presenza degli incentivi Impresa 4.0. Questa dinamica sembra suggerire una carenza di sensibilità a riguardo dell’opportunità e dell’urgenza di investire in queste tecnologie.
Data l’importanza strategica dei settori potenzialmente IoT intensive in Italia, questo costituisce un rischio per la capacità della nostra economia di trasformarsi e crescere.
Strettamente collegato agli sviluppi di cloud e IoT è l’edge computing, architettura decentralizzata che risponde all’esigenza di portare capacità elaborativa e di archiviazione direttamente nei punti in cui i dati vengono prodotti, velocizzando l’analisi di dati generati dagli apparati IoT e migliorando la comunicazione M2M.
La dinamica di questo mercato a differenza di IoT è superiore a quella del cloud con previsioni di crescita per il prossimo triennio di circa il 30% l’anno. Ca va sans dire che il mercato dell’edge computing resta strettamente collegato proprio ad IoT e cloud. Si stima complessivamente per l’edge in Italia un valore di poco inferiore ai 100 milioni di euro.
IoT, l’impatto su Industria 4.0
Guardando alle tecnologie e al ruolo dei principali digital enabler nel 2017 proprio IoT, è tra gli altri abilitatore guida per la trasformazione digitale del settore.
L’IoT continuerà ad attrarre investimenti. È fra le tecnologie che più abilitano la gestione degli impianti in ottica Industria 4.0 e l’ottimizzazione dei processi logistici, dall’automazione delle attività di magazzino all’ottimizzazione delle flotte e dei trasporti tramite sistemi interconnessi.
Per quanto concerne il 2018, da fonte Istat emerge come il 46% delle aziende manifatturiere dichiari di prevedere investimenti in software, quasi un terzo in soluzioni IoT (in particolare safety e predictive maintenance sugli impianti) e il 27% in connessione, che rappresenta un fattore abilitante soprattutto per il cloud e l’IoT.
IoT e utility
Già il 2017 ha confermato la forte propensione all’innovazione anche da parte delle utility, con numerosi progetti che hanno spinto la spesa digitale a crescere del 4%, a 1.691 milioni di euro.
A guidare il percorso il percorso è stato senza dubbio Internet of things, tema indirizzato in modo diffuso dalle aziende del settore già da alcuni anni, ma che ora vede una reale concretizzazione in attività progettuali, che proseguirà anche nei prossimi anni, indipendentemente dalla dimensione delle società coinvolte.
Automazione e controlli sugli impianti e predictive maintenance sono state le principali aree di focalizzazione, cui si sono affiancati il tema della sicurezza sul campo come ulteriore ambito di applicazione della sensoristica e l’utilizzo dei wearable; il tutto senza dimenticare l’intensificazione dei progetti in ambito smart metering, sia nel segmento elettrico che del gas.
Per esempio, per quello che riguarda le telco a beneficio della manutenzione preventiva delle infrastrutture di rete vengono utilizzate la sensoristica e la tecnologia IoT, che permettono di rilevare situazioni di surriscaldamento degli apparati di rete (dovuti a criticità dei sistemi di raffreddamento o degli apparati stessi) e che danno modo di intervenire preventivamente per evitare malfunzionamenti che comportino disagi agli utenti.
IoT per assicurazioni e distribuzione
Dal punto di vista delle tecnologie che guidano la digital transformation, big data, IoT e Mobile sono al centro dei progetti di digitalizzazione anche delle compagnie assicurative.
Due fronti molto importanti, sui quali le compagnie si stanno muovendo, sono lo sviluppo dell’offerta su mercati ad alto potenziale (salute, catastrofi, smart home, e cybersecurity), e la promozione della cosiddetta preventive insurance, che pone al centro dell’attenzione le attività di tutela e di prevenzione dei rischi.
Si tratta in molti casi di sviluppare un’offerta di connected insurance, incentrata sull’uso dell’IoT, già sfruttata nel settore auto con le black box e in fase di sviluppo in mercati quali smart home e salute.
Per quanto riguarda la distribuzione e i servizi, IoT sembra avere un impatto ancora marginale, con alcuni investimenti realizzati nell’ambito della logistica e della gestione del magazzino per migliorare la tracciabilità di merci e prodotti. Nelle aziende della logistica, sono stati realizzati con IoT e sono in corso progetti relativi al fleet management e alla gestione della supply chain.
Infine, pur non avendo ancora attività specifiche in corso, le aziende del settore stanno guardando con molto interesse alle potenzialità della tecnologia blockchain per la tracciabilità dei prodotti agroalimentari e della loro filiera, dagli agricoltori fino allo scaffale del supermercato, che in futuro potrebbe portare indubbi vantaggi sia per i produttori che per i consumatori.
IoT nella sanità
I paradigmi tecnologici che nel comparto sanità abilitano le logiche di prossimità e di assistenza territoriale afferiscono all’IoT e ai wearable declinati nei servizi di teleassistenza e telemedicina.
Essi rappresentano i driver principali nel processo di trasformazione digitale. Aumentano le sperimentazioni con dispositivi connessi e indossabili per migliorare le cure dei degenti sia all’interno delle strutture ospedaliere sia per velocizzare i tempi di recupero a casa del paziente, attraverso un costante monitoraggio delle condizioni e dei parametri vitali da remoto.
Strettamente correlato all’accezione di sanità in rete così descritta e abilitata dall’IoT, è il tema della sicurezza del dato, esigenza particolarmente sentita e tema all’attenzione delle aziende del comparto anche alla luce dei dettami derivanti dalle politiche Gdpr in tema Data Privacy.
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