Il mercato delle soluzioni di backup e di recupero dei dati sta cambiando velocemente e in modo significativo. I Cio hanno bisogno di soluzioni più semplici, agili, ottimizzate in termini di costi. Lo dicono i numeri di Gartner per cui “entro il 2022 il 40% delle aziende sostituirà le soluzioni di backup di cui ha eseguito il deployment appena nel 2018”.
Ne tiene conto anche il quadrante magico degli analisti che rappresenta i vendor di riferimento in questo ambito e mette a fuoco quali sono le soluzioni effettivamente in grado di proteggere i workload di classe enterprise. Devono essere in grado di catturare una copia point-in-time di informazioni eterogenee nei workload di classe enterprise, scrivere i dati su un dispositivo secondario, di qualsiasi tipo, del tutto indipendente dal primario, e devono permettere ti ritrovare e mantenere vivi specifici set di dati.
Gartner, che colloca Cohesity tra i visionari in questo specifico quadrante, riconosce al vendor di aver avuto la capacità di pensare ad “un’offerta integrata che include un’applicazione di backup in esecuzione su un file system scalabile. E’ proprio la scalabilità a partire da tre nodi uno dei punti di forza”. Proseguono gli analisti di Gartner: “Cohesity archivia i dati di backup nei formati nativi dell’applicazione file-based data tramite protocolli di archiviazione di rete, per un accesso diretto anche alle informazioni di backup, in pratica senza doverli ripristinare”. E questo è un secondo aspetto distintivo”.
Mohit Aron, fondatore e Ceo di Cohesity, così commenta l’inserimento in basso a destra nel Magic Quadrant: “Ripensare il backup da zero, con una visione completa sul problema, e un approccio alla gestione dei dati unico e distintivo nel settore, è quello che ci ha mosso a fare bene”. E prosegue: “I clienti possono eseguire facilmente il backup dei dati, ma soprattutto consolidare i silos di informazioni, ridurre le copie e adempiere in modo più semplice a regolamenti e conformità. Ne beneficia l’utilizzo dei dati nelle applicazioni, perché da un’unica piattaforma, con un’unica interfaccia utente è possibile massimizzare il valore anche dei secondary data“.
Cohesity offre un’appliance integrata che scala in modo lineare le prestazioni di backup e la capacità storage insieme alle funzionalità di cloud tiering e replica, è possibile ripristinare diverse macchine virtuali in tempi rapidi con una riduzione importante dei tempi di recupero e la soluzione si integra attraverso Api e framework forniti da Vmware Esxi, Nutanix, Ahv, Microsoft Hyper-V e Cisco HyperFlex.
Gli insights di Gartner, basati su oltre 276 valutazioni, hanno assegnato a Cohesity il rating 4.7 su 5 nell’ambito Data Center Backup and Recovery Solutions e già a novembre 2018 Cohesity per questo ha meritato il titolo di Gartner Peer Insights Customer’s Choice.
Nel corso del 2019, si sono aggiunte alla piattaforma una serie di funzionalità come per esempio quella, pressoché unica nello scenario, di far diventare i backup di dati ancora più produttivi, con le applicazioni che possono girare direttamente sulla DataPlatform Cohesity. Cohesity CyberScan inoltre sfrutta ora i dati di backup per rilevare e valutare le vulnerabilità. E’ disponibile anche la soluzione anti-ransomware a protezione delle informazioni ed in grado di rispondere agli attacchi.
Le aziende cercano oggi la possibilità di poter muovere i workload tra diversi cloud e con questo scopo Cohesity nel corso dell’anno ha proposto Runbook, in grado di automatizzare il processo di spostamento dei workload tra i data center locali e il cloud pubblico.Mentre per accelerare lo sviluppo applicativo l’azienda ha approntato un modello di self-provisioning che permette ai team un rapido accesso ai dati di backup attraverso Cohesity Agile Dev and Test Solution.
Per saperne di più, scarica il report e i whitepaper:
- Cohesity Named a Visionary
- Bringing Enterprise-Grade Capabilities to the Public Cloud for Secondary Data
- Solve Hybrid Cloud Challenges for Secondary Data and Apps
Non perdere tutti gli approfondimenti della Room Data&Apps – La sfida del secondary storage
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