L’ultimo trimestre del 2019 ha visto il mercato degli smartphone chiudere con il segno più. Non si può parlare di un risultato brillante perché le spedizioni di device a livello globale (369 milioni di pezzi) sono cresciute appena dell’1%. I dati di Canalys spiegano anche come i numeri siano condizionati dal successo di Apple, con iPhone 11 nelle sue varie declinazioni, che ha visto crescere la domanda del 9%, rispetto allo stesso quarter del 2018.
Complessivamente Apple ha consegnato 78 milioni di smartphone che le hanno permesso di festeggiare nella sua ultima trimestrale i ricavi più alti di sempre (91,8 miliardi di dollari il fatturato nell’ultimo quarter).
“Oggi nel mondo si contano circa 1,5 miliardi di iPhone attivi”, gongola Tim Cook, anche se poche ore dopo l’annuncio dei risultati in California un tribunale dà torto ad Apple su una questione di violazione dei brevetti e la costringe a risarcire CalTech per 837,8 milioni di dollari. Non è in discussione invece il successo di una strategia di fidelizzazione sul prodotto confermata dall’ultimo iPhone che in occasione delle feste è stato tra i modelli più desiderati e ricercati.
Samsung complessivamente, anno su anno, cresce di 2 punti percentuali, recupera l’1% rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, pur perdendo qualche punto percentuale rispetto a Q3 2019.
Servono almeno un paio di considerazioni. Apple, con il suo iPhone non ha fatto bene per i primi tre trimestri dell’anno scorso e per questo il 2019 si chiude in verità con un -7% rispetto alle vendite del 2018. Solo i brand “comprimari” hanno fatto peggio (-13%), mentre anno su anno la crescita maggiore è quella di Huawei (+17%), seguita da Xiaomi e Oppo (+4%).
Non solo. Apple ha maturato il suo risultato nell’ultimo quarter, grazie all’annuncio del suo modello di punta proprio a settembre, mentre Samsung si sta preparando a lanciare il nuovo Galaxy S20 a metà febbraio, ed è arrivata con il modello “vecchio” all’appuntamento delle festività invernali.
L’azienda coreana ha consegnato 71 milioni di unità al canale nell’ultimo trimestre ma aveva già maturato la sua crescita nei trimestri precedenti, più vicini al lancio di Galaxy S10 e del Note. E’ l’azienda coreana ancora oggi a guidare il mercato globale con il 21,8% di market share (298,1 milioni di pezzi), mentre Huawei ha un market share del 17,6% e Apple del 14,5%.
Huawei nell’ultimo trimestre paga alcune incertezze. In primis la “guerra commerciale” in atto tra Cina e Stati Uniti, dai tratti indecifrabili per alcuni aspetti, ma Huawei paga, di conseguenza, anche l’incertezza dei consumatori in relazione al sistema operativo che negli smartphone (in primis Huawei P40) arriverà con molta probabilità senza i servizi di Google (Google Mobile Services).
Più degli altri vendor, a guardare solo i dati della trimestrale è Xiaomi che rispetto a Q4 del 2018 ha guadagnato il 23% consegnando 33 milioni di pezzi e anno su anno continua la sua strada anche se ancora oggi vende circa la metà del competitor cinese Huawei ed è tallonata da Oppo.
Canalys, analisi del mercato
Il mercato in sintesi svela che il posto per i brand minori, anche con proposizioni di qualità, continua ad essere decisamente ridotto. Il primo vendor, da solo, ha un market share inferiore di appena 7 punti percentuali a quello di tutti i brand minori messi insieme.
E’ poi importante osservare che, nonostante il mercato non abbia registrato nel corso dell’anno segnali positivi costanti, comunque sia, è un mercato solido (pur con il -2% del 2019 rispetto al 2018). Le persone, e la digital economy nel complesso, non possono fare a meno dello smartphone, anzi sono sempre più dipendenti da esso.
Ed il ciclo di vita dello smartphone è più corto di quello degli altri device portabili (pc, tablet etc.etc.). Samsung si è rivelata pronta nel corso dell’anno a variare in modo intelligente il portafoglio prodotti (il successo di modelli come Samsung A50 lo dimostra).
Ora la sfida forse più importante è quella che si trova a giocare Huawei che è chiamata a lavorare sul canale e con gli sviluppatori in modo da mantenere alto l’interesse anche con l’introduzione dei Mobile Services sviluppati internamente (Huawei Mobile Services), quindi senza quelli di Google.
E’ però presto per parlarne, perché cosa riserva la prossima puntata della guerra commerciale tra Usa e Cina lo si potrà sapere solo dopo il 16 febbraio. Intanto, per esempio, Huawei ha già un accordo in tasca con TomTom, per le mappe.
Aggiornamento 10 febbraio 2019
Nella versione precedente del report, Canalys prevedeva un calo del 7% nelle spedizioni di smartphone tra il quarto trimestre 2019 e il primo trimestre 2020 e un calo dell’8% per i PC in Cina. Ma date le informazioni attualmente disponibili, Canalys riduce drasticamente le previsioni, per gli smartphone anche del 40/50%.
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