Premessa: La collaborazione (tra aziende) e l’interoperabilità (tra tecnologie) potrà arginare l’emergenza sanitaria in corso e incidere sulle strategie future. Rendendoci meno fragili. Due fatti della settimana spingono questa riflessione, vediamoli, dovrebbero motivare ad accelerare.
Il primo.
Le catene di approvvigionamento globali di materiale sanitario si sono rivelate fragili in questo contesto di emergenza, come ognuno di noi ha potuto cogliere (anche semplicemente cercando di acquistare mascherine mediche di protezione). Non solo fragili, per via degli approvvigionamenti interrotti o difficili da paesi lontani (India o Cina), ma anche pericolose a tal punto da introdurre sul mercato materiale contraffatto, non sicuro. Diversi i sequestri di partite di dispositivi di protezione individuale (Dpi) contraffatti o difettosi in Paesi UE (Paesi Bassi e Spagna) o la chiusura di siti web di prodotti medicali venduti come rimedi efficaci contro il Covid-19 (in UK blocco imposto dall’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari del Regno Unito, Mhra).
Veniamo al punto. La blockchain – già avviata con progetti nel mondo del food, dell’alimentare o della moda – avrebbe evitato al sistema sanitario di trovarsi in difficoltà se fosse adottata oltre la semplice sperimentazione? La blockchain avrebbe potuto prevenire l’ingresso di prodotti difettosi e contraffatti nei mercati europei ed essere strumento per garantire la lotta efficace contro l’epidemia di Covid-19?
Gli analisti di GlobalData pensano di sì e auspicano una spinta all’adozione della blockchain in sanità a valle della situazione assurda che stiamo vivendo ma che di fatto porta alla luce un problema già tristemente noto: la contraffazione dei farmaci secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità riguarda circa il 30% dei farmaci venduti nei Paesi in via di sviluppo (con perdite fino a 200 miliardi di dollari ogni anno per le aziende farmaceutiche). “L’epidemia Covid-19 porterà probabilmente le aziende sanitarie a rimodellare le catene di approvvigionamento per rafforzare il processo di gestione del rischio e la resilienza – afferma Urte Jakimaviciute, senior director of Market Research di GlobalData – e in questo cambiamento la blockchain potrebbe essere la tecnologia per garantirne la resilienza. Le catene di approvvigionamento di dispositivi medici e farmaceutici sono estremamente complesse, prevedono varie fasi dalla produzione, al test, alla distribuzione di materiale, alla vendita finale – continua -. La mancanza di efficienza della catena, di trasparenza e autenticità mina la gestione corretta del rischio, creando caos e inefficienze. La crisi Covid-19 è oggi un enorme stress test per l’industria che ribadisce ancora una volta la necessità di cambiamento”.
Tracciabilità e trasparenza in tutti i punti della catena renderebbero verificabili l’autenticità del prodotto e la fonte di una eventuale trasgressione, grazie al registro aperto delle transazioni, a prova di manomissione o manipolazioni. “Oggi è però troppo tardi per gestire soluzioni di blockchain nell’emergenza, poiché la tecnologia è ancora in una fase di prova” conclude Jakimaviciute, ma la blockchain rimane una delle soluzioni più promettenti per facilitare, tracciare, condividere, migliorare una catena di approvvigionamento che ha mostrato tutti i suoi limiti.
E veniamo al secondo fatto.
Abbiamo più volte sottolineato quanto sia strategico l’impegno degli sviluppatori di software che in tempi brevi stanno creando strumenti e app per arginare la pandemia. Ma fa notizia questa settimana l’alleanza tra due storiche rivali, Apple e Google, pronte a collaborare per fronteggiare l’emergenza Covid-19.
A partire da maggio le due aziende creeranno un team di sviluppatori per garantire “l’interoperabilità tra i dispositivi Android e iOS” al fine di progettare le app di tracciamento utili a istituzioni e utenti. La traccia dei contatti di ogni persona rimane infatti uno degli strumenti più preziosi per contribuire a contenere la diffusione del virus e sono numerosi gli hackathon, i governi, le università, le Ong all’opera per sviluppare la tecnologia di tracciamento dei contatti opt-in. “Per favorire questa causa, Apple e Google annunciano uno sforzo congiunto per consentire l’uso della tecnologia Bluetooth per ridurre la diffusione del virus, con la privacy e la sicurezza degli utenti al centro della progettazione. Lanceranno una soluzione completa che include le interfacce di programmazione delle applicazioni (Api) e la tecnologia a livello di sistema operativo per aiutare a consentire la traccia dei contatti. Data l’urgente necessità, il piano è quello di implementare questa soluzione in due passaggi mantenendo allo stesso tempo forti protezioni sulla privacy degli utenti”.
La tracciabilità dei contatti (via app) e la tracciabilità dei dispositivi medici lungo la filiera (via blockchain) restano due strumenti potenti per arginare l’emergenza in corso ma soprattutto per impostare nuovi modelli futuri, prendendo sempre più coscienza dei ritardi evidenti oggi (come emerso anche per didattica o smart working). Acceleriamo la blockchain, viva gli sviluppatori.
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