Si stima che il settore IT peserà per il 14% sulle emissioni di carbonio a livello globale entro il 2040, lo indicano i dati del report Assessing ICT global emissions footprint: Trends to 2040 & recommendations. Allo stesso tempo cresce nel mondo la domanda di elaborazione dati e il consumo di informazioni, non solo da parte delle aziende. I data center contribuiscono in modo significativo a soddisfare questa domanda con importanti impatti ambientali ed è fondamentale pensare a nuove vie per ridurre al minimo, quando non addirittura annullare, le emissioni di CO2. 
E’ la sfida che ha raccolto Exe.it nella realizzazione del suo data center 00Gate.  

Con sede a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna, Exe.IT opera come service provider di infrastrutture e servizi IT e decide di impegnarsi con attenzione particolare per offrire servizi cloud con data center sostenibili. Oggi dispone dell’unico data center a emissioni zero attivo nel Sud Europa. “L’azienda – come spiega il suo Ceo Gianluigi Capraè una B Corporation certificata”, una definizione che “qualifica l’attenzione all’equilibrio fra profitto e benefici alla società”. In questo caso particolare, l’attenzione è espressa attraverso l’impegno a minimizzare l’impatto ambientale dei suoi servizi e l’aiuto ai clienti per rendere maggiormente sostenibili le loro funzioni IT.

Il progetto

Da qui l’idea, nata nel 2012 in occasione della necessità di cambiare sede, di costruire un data center moderno, equipaggiato con un importante sistema fotovoltaico basato su pannelli solari in grado di generare buona parte dell’energia consumata in loco mentre la quantità acquistata dall’esterno viene assicurata esclusivamente da fonti rinnovabili secondo la certificazione del Green Cloud Consortium.

Dettaglio Impianti del data center 00Gate
Dettaglio Impianti del data center 00Gate

Spiega Capra: “Ogni elemento del nuovo data center è pensato con molta attenzione per quanto riguarda le problematiche di efficienza energetica. A partire dall’infrastruttura, quasi completamente in legno, per un ciclo termico estremamente vantaggioso, fino al condizionamento dell’aria, al raffreddamento e ovviamente anche ai sistemi di calcolo/storage/networking, per esempio con una scelta all’epoca non certo “nel coro” di rinuncia dei dischi fissi a vantaggio delle soluzioni Ssd“. Anche ottenere le certificazioni per gli obiettivi sfidanti che l’azienda si pone non si rivela facile, così come poi rilasciarle a chi porta la propria infrastruttura in questo particolare DC, e non certo per le caratteristiche dell’infrastruttura, quanto piuttosto per una “sensibilità” che in questi anni è cresciuta ma che soprattutto agli inizi era diversa. “Oggi – spiega Capra – di data center effettivamente ad emissioni zero se ne costruiscono sempre di più; a sud di Amburgo però sono pochi e nel sud Europa 00Gate è ancora l’unico”.

Il metodo

Exe.it per la realizzazione del DC studia in modo maniacale i rapporti tra potenze e capacità e consumi, per ogni ambito operativo (quindi anche riguardo le tecnologie Ups per la continuità operativa, il raffreddamento e il backup) e decide di puntare su un’infrastruttura non certo importante per quanto riguarda la metratura ma comunque tale da offrire massime prestazioni in volumi ridotti di spazio.

Gianluigi Capra, Ceo Exe.it
Gianluigi Capra, Ceo Exe.it

Il “piccolo DC” 00Gate poggia su doppio parallelepipedo in cemento armato in classe sismica 1, la superficie riservata al “calcolo” è di appena 80 mq su 1200 mq complessivi, perché ovviamente il data center ospita anche gli uffici. Poco rispetto ai DC tradizionali, da 25mila mq, eppure di esempio in uno scenario in cui il calcolo distribuito all’edge (nelle sue diverse forme) è sempre più considerato.

 

“Siamo chiari – prosegue Capraun data center ad emissioni zero come il nostro non ci ha portato vantaggi economici in termini di mercato da quelle aziende – che crescevano allora come ora a doppia cifra – del green, dell’equo solidale e dell’equo sostenibile. La nostra iniziativa ha invece trovato attenzione presso le aziende interessate alla sostenibilità in sé ed alla possibilità di esporre al mondo le  certificazioni che rilasciamo”.

La scelta della tecnologia

Come partner tecnologico per la parte computazionale Exe.it sceglie Lenovo. “Il lavoro congiunto insieme con Exe è stato quello di definire insieme il disegno architetturale e funzionale più rispondente alle esigenze di private cloud richieste per offrire una piattaforma che consentisse in primis un proof of concept ed un testing esaustivo sulla tecnologia con possibilità di verificare sul campo riguardo l’adattabilità del progetto alle esigenze dei sservizi Exe.it”, spiega Alessandro de Bartolo, general manager e amministratore delegato Data Center Group Lenovo. Nel confronto anche con altri vendor, infatti, chiosa Capra: “solo la piattaforma Lenovo ThinkAgile CP ci ha assicurato il giusto equilibrio fra prestazioni, disponibilità e scalabilità di cui avevamo bisogno”

Alessandro de Bartolo, Lenovo
Alessandro de Bartolo, general manager e amministratore delegato Data Center Group Lenovo.

ThinkAgile CP è un sistema per il private cloud all-in-one agile e componibile che fornisce una serie di risorse virtualizzate di calcolo, storage e rete pronte all’uso, e permette di assegnare risorse e allestire ambienti di private cloud in modo semplice.

L’approccio si rivela win-win, ed è impegnativo quanto fruttuoso sia per Exe.it sia per Lenovo perché il lavoro congiunto richiede al vendor di mettersi in gioco su una serie di modifiche tecnologiche sfidanti.

Si avvia quindi la conseguente attività di sviluppo della piattaforma, anche con la scelta dei “componenti e del software” che più contribuiscano alla sostenibilità ambientale complessiva del progetto. Prosegue de Bartolo: “Vengono utilizzati nodi computazionali con tecnologie attente ai consumi ed all’efficienza tecnica, tecnologie di gestione dati ad elevate prestazioni ma contenuti consumi”. Un esempio virtuoso di continua tensione nel recepire le indicazioni del cliente e di collaborazione tra vendor e clienti, che aiutano a migliorare”. 

Vengono installati due nodi Lenovo ThinkAgile CP6000 per il proof of concept. Viene quindi poi configurato un cluster di produzione ThinkAgile CP6000 con quattro nodi di calcolo, due blocchi di storage e due interconnessioni. Lenovo ThinkAgile CP Cloud Controller fornisce un singolo punto di gestione, con l’intero cluster basato su processori Intel Xeon Scalable. Gianluigi Capra specifica: “Si tratta di poche unità rack per le quali l’architettura Intel si rivela adeguata ad offrire prestazioni superiori a ciò che l’ingombro potrebbe far pensare”. Exe.it installa inoltre anche un server Lenovo ThinkSystem SR650, equipaggiato con una combinazione di Ssd (Solid State Drive) veloci a bassa latenza lntel Optane e Ssd Intel 3D Nand ad alta capacità.

Per quanto riguarda l’infrastruttura di continuità Exe.it sceglie di dotare la struttura di Ups in grado di lavorare non solo nella modalità a conversione online (con l’energia che passa sempre negli Ups e poi arriva ai sistemi di calcolo) ma anche line-interactive. con gli Ups che non alimentano i server ma intervengono solo quando crolla l’alimentazione e quindi adeguando i server a gestire un delay di circa 6/7ms.

Il data center 00Gate si distingue anche per quanto riguarda l’efficienza dei sistemi di backup. Capra: “E’ un punto importante. 00Gate potrebbe definirsi persino un DC ad emissioni negative. Immettiamo nella rete elettrica energia fotovoltaica (84 kilowatt di potenza complessivamente, Ndr.) in misura superiore a quella consumata. Considerando i momenti in cui si fanno i test sui gruppi elettrogeni diesel il bilancio resta ampiamente vantaggioso a nostro favore”. Purtroppo, per legge, l’energia consumata non può essere autoprodotta va messa in rete e poi ri-prelevata dalla rete. In ogni caso tutta quella preleche serve per il funzionamento complessivo del DC è rigorosamente certificata per essere riconoscibile come energia da fonti rinnovabili specifiche e in nessun caso è prodotta senza combustione: si parla solo di fotovoltaico, idroelettrico, eolico. Con il fotovoltaico, Exe.it riesce a risparmiare circa il 55% dei costi energetici, a parità di consumo. 
L’esempio di 00Gate è interessante perché sia dal punto di vista dell’infrastruttura tecnologica, sia da quello della sostenibilità ambientale, il piccolo DC mostrerebbe ampie possibilità di scalabilità. Su altre dimensioni di business però entrano in gioco tanti altri fattori e cambia anche la sensibilità al tema. 00Gate per ora resta l’unico esempio. 

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