Il mondo del fisco si avvale da sempre di consulenti per guidare aziende e liberi professionisti nell’ottemperare obblighi e documentazione. Un mondo che si declina Paese per Paese, professione per professione e che si dipana tra leggi e regolamenti non sempre di facile interpretazione.
E’ così che negli anni la figura del consulente fiscale, storicamente del commercialista, ha trovato in Italia una propria collocazione, anch’essa in divenire al ritmo delle nuove normative. “Una figura che nasce nel dopoguerra, evolve negli anni ’60 per aiutare le Pmi a gestire la parte contabile, cresce negli anni ’70 in competenze con il complicarsi dei processi legati alla fiscalità, trasformandosi via via sempre più in consigliere e consulente. Fino agli anni ’80 quando la nascita del fisco telematico, per rispondere all’esigenza di controllo dell’evasione, lo confina nell’angolo degli adempimenti fiscali con un carico di lavoro sempre più massiccio, depauperandolo delle competenze da consulente che si era costruito nel tempo”.
E’ Pierfrancesco Angeleri, managing director della divisione Tax & Accounting di Wolters Kluwer Italia, a tratteggiare l’evoluzione di una figura che oggi chiede al digitale supporto per svolgere le proprie mansioni e per crescere in valore, “dal momento che gli adempimenti fiscali sono diventati una sorta di commodity, con margini compressi”. Perché dagli anni 2000 si fa strada la necessità di ridare valore al commercialista stesso, che non vuole più essere equiparato a un “fabbrica automatica di carteggi” precisa Angeleri. “In questo scenario noi ci rivolgiamo a una variegata gamma di clienti: dal singolo studio professionale al direttore dell’ufficio amministrazione, finanza e controllo (Afc) in Pmi o grandi realtà. La nostra strategia è fornire soluzioni per il mondo della compliance fiscale, con un supporto di valore. Ora è giunto il momento di far tornare il professionista ad essere un consulente vero”.
Spostamento sulla consulenza
Da qui l’evoluzione del portafogli prodotti, diversificato con soluzioni cresciute con il mercato (Genya Revisya e Genya Cfo) e che prevede nel 2021 un ulteriore sviluppo. “Seguiamo l’evoluzione del commercialista – precisa Angeleri -. Nelle nuove soluzioni poniamo particolare attenzione alla user experience, non solo in termini di sviluppo in Html 5 intuitivo, con una navigazione senza menu, ma anche in termini di go to market. Fino ad oggi l’atteggiamento verso il cloud era ondivago ma dopo l’emergenza Covid il cloud è diventato obbligatorio”.
Proprio per la spinta alla trasformazione digitale indotta dalla pandemia, l’azienda ha registrato una significativa crescita del business a valore “e Genya, la suite che comprende dalla contabilità a tutti i servizi a valore aggiunto, ci ha permesso di garantire in questi mesi la sostenibilità del business. In particolare Genya Cfo trasforma il commercialista nel consulente finanziario della Pmi”.
Qualche stima
Non dà nessun dato puntuale del giro d’affari ma “anche quest’anno cresceremo, sia perché stiamo accompagnando i clienti nella migrazione in cloud, sia perché la suite dedicata ai Cfo sta crescendo in termini di installazioni – precisa Angeleri -: se lo scorso anno la crescita è stata a due digit, nel 2020 sarà a un digit, ma sarà profittevole”.
I risultati spiega Angeleri sono frutto del “coraggio di ripensare completamente i prodotti e questo è stato un investimento impegnativo avviato una decina di anni fa che inizia a dare i suoi frutti. Siamo gli unici a presentare una suite integrata, ripensata in ottica moderna”.
La modernità trova sponda anche nella partnership con Assosoftware (associazione confindustriale in cui Angeleri è componente del consiglio direttivo), partner importante per dialogare a livello istituzionale e portare avanti strategie comuni sul software applicativo. “L’associazione è particolarmente attiva perché interagisce fattivamente con alcune istituzioni statali e ha avviato un tavolo permanente di dialogo con la PA, nello specifico con l’Agenzia delle Entrate. Tra gli ambiti di lavoro, il confronto costruttivo sulle piattaforme applicative utilizzate dall’Agenzia e dal ministero, per dar vita anche a un circolo virtuoso produttivo: da una parte noi recepiamo le direttive del ministero, dall’altra la PA recepisce l’importanza del software applicativo”.
Ma la PA non è un cliente, rimane esclusa nella cerchia per la quale Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia offre soluzioni dedicate. “Non abbiamo clienti nella pubblica amministrazione, se non qualche ufficio locale, perché consideriamo la PA centrale non come cliente ma come controparte”. In Italia l’azienda è operativa in quattro aree, con circa 1000 dipendenti: Tax & Accounting, editoria legale, sanità (con una piccola società medicale) e global risk financing, potenziata due anni fa dall’acquisizione di Tagetik, “significativa nell’ambito del corporate performance management”.
Consulenza e cooperazione
Per il 2021 Angeleri rimarca il focus sullo spostamento dei professionisti sulla consulenza. “Il periodo della pandemia ha cambiato la nostra relazione con i clienti incontrati in modo virtuale, ma in questi mesi è aumentata la loro efficienza. Hanno dimostrato un grande interesse sui temi consulenziali e siamo soddisfatti nella nuova interazione, nonostante manchi la parte de visu con i clienti”. La consulenza si focalizzerà nelle aree di maggiore profittabilità per i professionisti (revisione, performance, pianificazione previsionale).
In Italia, delle 500 persone di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, 220 profili sono coinvolti nella progettazione. “Abbiamo una software factory completamente italiana focalizzata sullo sviluppo del software per il nostro Paese. Questo dimostra che seppure l’azienda abbia una dimensione multinazionale, nella gestione siamo focalizzati sulle necessità locali”.
Il budget in costruzione stima una crescita nel 2021 sulla scia degli andamenti dell’ultimo quinquennio. “Negli ultimi 5 anni siamo cresciuti acquisendo fette di mercato, e anche per il 2021 puntiamo a mantenere il trend con lo sviluppo di nuove soluzioni. Tra queste il presidio di aree come la fatturazione elettronica indirizzata con la soluzione Fattura Smart che conta oggi circa 400mila utenti finali, ed è apprezzata dalle micro imprese per la quale rappresenta una sorta di micro-Erp. Di fatto la fatturazione elettronica è ideale per la gestione delle micro realtà, sulle quali a bisogno portiamo anche il supporto consulenziale”.
Le sfide aperte rimangono legate alla gestione della materia fiscale nel suo complesso sulla quale Angeleri auspica una maggiore cooperazione. “Tema fondamentale è fare cresce il livello cooperativo tra tutti gli interlocutori, compresa l’agenzia delle entrate, attraverso Assosoftware”. Un esempio concreto: il tema dei corrispettivi, non essendoci oggi una modalità per fare gli scontrini direttamente dalle soluzioni software. “Bisogna mettere d’accordo più interlocutori, ma la cooperazione applicativa rimane la strada per il vero sviluppo del Paese, da percorrere insieme”. Una cooperazione che dovrebbe dovrebbe ampliarsi con modalità semplici.
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