Ridisegna anche le città la pandemia, alza l’attenzione sulla mobilità sostenibile, sulla ridefinizione di spazi e uffici svuotati dallo smart working, su energia e costi, su sedi centrali o periferiche, su paradisi dove svernare con il proprio pc fuori le mura (per chi, mi viene da dire, non deve gestire anche lavoro in presenza, famigliari, la didattica digitale integrata dei figli oramai non più Dad, guai a chiamarla cosi, ora e per sempre Ddi).
Lasciamo da parte gli eventi persi, il centro svuotato, la voglia di tornare come prima consapevoli che non si tornerà – cose che nel nostro chiacchiericcio quotidiano ben dibattiamo – ma guardiamo al cambiamento innescato nelle città, irreversibile, che necessita linee guida (non chiacchierate) ben chiare per commercio, lavoro, scuola, benessere e socialità.
E così Milano, la città non solo dove viviamo ma dove viviamo oggi in modo diverso (in molti non tornano in ufficio dal quel 28 febbraio di preallarme), prende un impegno importante ed entra a far parte di un gruppo di lavoro, per l’appunto “impegnativo”.
36 città, di 22 Paesi e 6 continenti, che la G20 Global Smart Cities Alliance del World Economic Forum definisce “città pioniere”, quelle che vogliono mettersi in gioco, impegnate a tracciare una roadmap “globale” per città intelligenti, verso un futuro più etico e responsabile. Spinte a definire come adottare in modo sicuro e impellente le nuove tecnologie al servizio dei cittadini, come proteggere la loro privacy, garantire connettività e banda larga per tutti, governare temi di sicurezza informatica, accessibilità, apertura, gestione di informazione e servizi digitali.
Il punto di partenza del Wef è chiaro: se le città hanno bisogno di dati e innovazione per diventare più resilienti, reattive ed efficienti, non esiste ancora un quadro globale su come le città dovrebbero utilizzare queste tecnologie e i dati raccolti, in modo da proteggere l’interesse pubblico.
Così serve una “roadmap politica globale”, servono procedure, leggi e regolamenti da offrire a tutte le città come vademecum per l’utilizzo delle nuove tecnologie in modo responsabile. “Questa tabella di marcia non riguarda idee teoriche e sogni irrealizzabili, ma si basa su politiche pratiche e reali delle principali città di tutto il mondo – spiega Jeff Merritt, Head of IoT & Urban Transformation del World Economic Forum -. Le amministrazioni cittadine sono in prima linea nella crisi globale e devono essere in grado di agire rapidamente e con decisione per ridurre questa pandemia e impostare la rotta per la ripresa economica. La tecnologia è uno strumento essenziale in questa lotta, ma i governi non possono rischiare di cadere nelle solite trappole legate alla privacy, alla sicurezza e ai vincoli dei fornitori. È qui che può aiutare la G20 Global Smart Cities Alliance“.
Il gruppo delle 36 “città pioniere” collaborerà con esperti globali per migliorare le loro politiche cittadine, dalla privacy alla sicurezza informatica, dai servizi digitali alla copertura a banda larga, e sarà coordinato da Miguel Eiras Antunes, Global Smart Cities leader di Deloitte, con competenze sui temi di governance tecnologica perché “la trasformazione da una città tradizionale a una “città intelligente” non avviene dall’oggi al domani – precisa -. Il successo dipende dalla qualità delle decisioni che vengono prese e dal modo in cui tali decisioni vengono eseguite”, serve co-progettare quadri politici che consentiranno ai governi di accelerare le iniziative delle città intelligenti per sviluppi sostenibili.
L’elenco delle città è importante da scorrere, con le dichiarazioni che ne comprovano il valore. Eccone alcune… prima di sottoscrivere l’impegno di Milano.
Londra. Theo Blackwell, chief digital officer: “Dobbiamo lavorare insieme per realizzare il potenziale legato ai dati per risolvere le sfide della città mettendoli nelle mani di coloro che possono fare la differenza. Ma dobbiamo anche farlo in modo sicuro, etico e responsabile. Londra è orgogliosa di partecipare a questa iniziativa globale come città pioniera per promuovere l’adozione di politiche etiche per le città intelligenti“.
Istanbul. Ekrem İmamoğlu, sindaco: “Il nostro obiettivo è entrare in empatia con tutti i segmenti della società e valorizzare la partecipazione di tutti, assicurando che sia rappresentata la maggioranza delle persone, non di pochi”.
Brasilia. Gilvan Maximo, segretario alla tecnologia e all’innovazione: “La G20 Global Smart Cities Alliance sarà una partnership globale per accelerare l’adozione delle tecnologie in modo responsabile e a beneficio dei cittadini, discutendo questioni complesse e ricercando soluzioni comuni. Pertanto, Brasilia è ansiosa di partecipare a questo lavoro congiunto”.
Telangana. K.T. Rama Rao, ministro dello sviluppo urbano, delle industrie, della tecnologia dell’informazione, dell’elettronica e delle comunicazioni: “Crediamo che la tecnologia sia un fattore chiave che può trasformare le nostre città in città intelligenti che portano alla fornitura di servizi migliori a cittadini e imprese. Siamo ansiosi di collaborare con le città del G20 nella formulazione di quadri politici per migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini utilizzando le tecnologie emergenti”.
Milano. Roberta Cocco, assessore per la Trasformazione Digitale e Servizi ai Cittadini: “La tecnologia e la conoscenza sono due risorse strategiche per costruire città intelligenti, inclusive, basate sui dati e sostenibili in grado di affrontare sfide nuove ed emergenti. Questo è il motivo per cui Milano aderisce alla G20 Global Smart City Alliance, poiché questa iniziativa ci consentirà di condividere le migliori pratiche con città innovative in tutto il mondo. Oggi più che mai, infatti, abbiamo bisogno di collaborare per identificare gli strumenti più efficaci per affrontare minacce globali come Covid-19. È solo unendo le nostre forze che possiamo sconfiggere questo nemico comune che sta minacciando la salute, l’economia e il futuro dei nostri cittadini”.
L’impegno è stato preso (sottoscritto durante lo Smart City Expo World Congress, il principale evento mondiale sulle città intelligenti tenutosi il 17 novembre). Collaborare tra le città pioniere alla G20 Global Smart Cities Alliance non è solo un impegno per Milano ma anche una opportunità. In ottima compagnia.
Apeldoorn, Olanda
Barcelona, Spagna
Belfast, UK
Bengaluru, India
Bilbao, Spagna
Bogotá, Colombia
Brasilia, Brasile
Buenos Aires, Argentina
Chattanooga, Usa
Cordoba, Argentina
Daegu, Corea del Sud
Dubai, Emirati Arabi
eThekwini (Durban), Sudafrica
Faridabad, India
Gaziantep, Turchia
Hamamatsu, Giappone
Hyderabad, India
Indore, India
Istanbul, Turchia
Kaga, Giappone
Kakogawa, Giappone
Kampala, Uganda
Karlsruhe, Germania
Leeds, UK
Lisbon, Portogallo
London, UK
Maebashi, Giappone
Manila, Philippine
Medellín, Colombia
Melbourne, Australia
Mexico City, Messico
Milan, Italia
Moscow, Russia
Newcastle, Australia
San José, Usa
Toronto, Canada
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