Nel terzo trimestre 2020 il mercato delle stampanti 3D ha mostrato segnali di ripresa delle vendite rispetto al trimestre precedente, ma allo stesso tempo ha anche evidenziato una contrazione anno su anno, a dimostrazione del fatto che anche questo settore non è sfuggito all’impatto legato alla pandemia. Nel 2020, lato domanda, molte aziende hanno deciso di “congelare” gli investimenti non urgenti, mentre lato offerta i principali eventi dedicati alla stampa 3D sono stati annullati o ridimensionati e molti vendor hanno rinviato al 2021 il lancio di nuovi prodotti, sperando di poterlo fare in occasione di eventi pubblici in presenza.
Sono queste le prime evidenze dell’analisi di Context che in dettaglio fotografano come nel primo semestre 2020 la stampa 3D professionale abbia beneficiato di una forte domanda da parte degli smart worker, mentre lo stesso non si può dire per quanto riguarda il terzo trimestre quando le unità vendute hanno registrato un + 9% rispetto al secondo trimestre ma anche un -12% anno su anno.
Nel comparto 3D per il design le unità vendute sono cresciute del 16% rispetto al secondo trimestre, sebbene il periodo giugno-settembre sia solitamente quello più debole. Una crescita a doppia cifra che non è stata tuttavia sufficiente a compensare la contrazione anno su anno, che si è attestata a -11%. Uno scenario non molto diverso è stato osservato da Context per quanto riguarda il mercato printing 3D industriale, che tra luglio e settembre ha segnato un +22% delle unità vendute, con quasi tutti i vendor principali – comprese le società occidentali 3D Systems, Carbon, Eos, HP, Markforged, Roboze e Stratasys – in crescita a doppia cifra, mentre il trend anno su anno delle unità vendute è stato ancora una volta negativo, con un -21%.
Si sono sottratte alla contrazione anno su anno solo le stampanti 3D ad uso personale acquistate da utenti consumer e da professionisti bloccati a casa in smart working. Dopo esser cresciute nella prima metà dell’anno, nel terzo trimestre le vendite sono calate del 7%, ma hanno registrato un +2% rispetto al 2019. In particolare, si è osservato, a livello globale e anno su anno, un balzo del 42% delle vendite di stampanti Lcd per fotopolimerizzazione in vasca. La società taiwanese Phrozen e la società cinese Longer in particolare hanno ottenuto i migliori risultati. I prodotti “fai-da-te”, in genere venduti a meno di 500 dollari, hanno continuato a sottrarre quota di mercato alle stampanti assemblate, con la cinese Creality che si conferma alla guida del mercato globale in termini di volumi unitari.
Stampa 3D, ripresa attesa per il 2021
In base alle previsioni di Context, solo nel corso del 2021 si potrà osservare una ripresa significativa degli investimenti in stampanti 3D, soprattutto su alcuni segmenti verticali, tra i quali le stampanti per metalli e polimeri specifiche per la produzione in serie.
“Nel quarto trimestre 2020 – afferma Chris Connery, VP of Global Research di Context – le chiusure indotte dalla pandemia e l’imperativo di restare a casa, nonostante non siano confrontabili per impatto ai lockdown imposti nella prima metà dell’anno, hanno comunque limitato i viaggi d’affari internazionali e regionali e indotto molte aziende a bloccare le spese in conto capitale a breve termine. Tuttavia, molte aziende hanno mostrato la volontà di investire, facendo prevedere una ripresa della domanda nella fase post-pandemica nel corso del 2021“.
In particolare, nel 2021 Context prevede che i ricavi derivanti dalla vendita di stampanti 3D industriali cresceranno del 15% anno su anno; allo stesso tempo è atteso un tasso di crescita medio annuo del 19% nel quadriennio 2020-2024. All’interno di questo mercato, i segmenti per i quali si prevedono rialzi particolarmente significativi sono proprio quelli legati alle tecnologie focalizzate sulla produzione in serie, tra cui quelle a fusione laser selettiva di letto di polvere (Sls, Mjf, Hss, ecc.), la fotopolimerizzazione in vasca (Sla, Dlp, Dls/Clip, ecc.), e la tecnologia binder jetting.
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