L’industria europea che opera nel mercato cloud e data center si impegna ad adottare misure specifiche per rendere i DC neutri per il clima entro il 2030. L’impegno, come definito dal Patto per la Neutralità Climatica dei Data Center, è stato firmato in questi giorni da 25 società e 17 associazioni che hanno concordato un’iniziativa di autoregolamentazione per raggiungere l’obiettivo e guidare in modo proattivo la transizione verso un’economia neutra dal punto di vista climatico e a più lungo termine per l’ambiente.
In particolare il Patto per la Neutralità Climatica dei Data Center è stato creato in collaborazione con la Commissione Europea, supporta il Green Deal europeo, e punta a rendere l’Europa il primo continente al mondo neutro dal punto di vista climatico entro il 2050, in linea anche con la strategia europea in materia di dati, in modo da rendere i data center dell’Unione neutri dal punto di vista climatico entro il termine stabilito. La firma del Patto, arriva solo pochi giorni dopo il lancio ufficiale da parte della Commissione europea del Patto per il clima (il 9 Dicembre 2020), l’iniziativa a livello dell’UE che invita le persone, le comunità e le organizzazioni a partecipare all’azione per costruire un’Europa più rispettosa dell’ambiente.
Tra le prime linee di azione, come riportano i documenti dell’Unione la legge europea sul clima (per inserire nel diritto dell’UE l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050); il Patto europeo per il Clima (per coinvolgere i cittadini e tutte le parti della società nell’azione per il clima) e il Piano degli Obiettivi Climatici 2030 per ridurre ulteriormente le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030.
“I cittadini in tutta Europa – spiega Frans Timmermans – vicepresidente per il Green Deal europeo, presso la Commissione Europea – utilizzano sempre di più la tecnologia nella vita quotidiana e richiedono anche che questa tecnologia sia di aiuto nell’assicurare un futuro sostenibile sia per gli esseri umani che per il pianeta. Il patto di oggi rappresenta un impegno per la collettività da parte di importanti protagonisti dell’industria dei dati ed offre un gradito primo passo nel realizzare i nostri obiettivi comuni per un futuro intelligente ed ecosostenibile”.
Per quanto riguarda le aziende, i firmatari sono: 3DS Outscale, Altuhost, Aruba, Atos, Aws, CyrusOne, Data4, Digiplex, Digital Realty/Interxion, Equinix, FlameNetworks, Gigas, Google, Ikoula, Ilger.com, Infoclip, Irideos, Itnet, LCL, Leaseweb, Ntt, OvhCloud, Register, Scaleway, Seeweb. Le associazioni invece sono Cispe (Cloud Infrastructure Services Providers in Europe), Eudca (European Data Centre Association), Cloud28+, Cloud Community Poland, Danish Cloud Community, Datacenter Industrien, Data Centre Alliance, Dutch Datacenter Association, Dhpa (Dutch Hosting Providers Association), Eco – Alliance for the Strengthening of Digital Infrastructures in Germany, EuroCloud Croatia, EuroCloud France, France Datacenter, Host in Scotland, Ikn Norge, IspConnect, TechUk.
Tutti i firmatari si impegnano quindi a garantire che i rispettivi DC siano neutri sulla base di una serie di obiettivi con scadenza al 2025 e al 2030, i progressi verso i quali saranno monitorati dalla Commissione Europea due volte all’anno. Aziende e organizzazioni saranno quindi chiamate a provare l’efficienza energetica con obiettivi misurabili, acquistare energia 100% priva di carbonio, dare priorità alla conservazione dell’acqua, riutilizzare e riparare i server, cercare modi per riciclare il calore.
Per quanto riguarda l’impegno specifico delle aziende, tra gli altri interviene sul tema anche Stefano Cecconi, non solo in qualità di AD di Aruba ma anche come vicepresidente di Cispe (Cloud Infrastructure Services Providers in Europe):“Sia l’efficienza energetica sia l’energia autoprodotta localmente con fonti rinnovabili riflettono la visione di Aruba di un futuro sostenibile. Infatti, grazie a sistemi di pannelli solari fotovoltaici e centrali idroelettriche di nostra proprietà, stiamo già producendo più energia verde di quanta ne avremmo effettivamente bisogno nei nostri data center. Questo genera un’impronta di carbonio negativa in tutte le nostre operazioni e ci consente di supportare le nostre attività e quelle dei nostri clienti con un impatto ambientale pari a zero]…[“.
© RIPRODUZIONE RISERVATA