Nel primo trimestre del 2021 sono stati spediti 69,9 milioni di pc in tutto il mondo una cifra che marca una crescita del 32% rispetto al medesimo trimestre del 2020. Lo dicono i preliminari di Gartner che sottolinea come il mercato abbia compiuto un rimbalzo rispetto al 2020. Rimbalzo che si fa notare come il più veloce in assoluto negli ultimi venti anni, da quando cioè gli analisti hanno iniziato a monitorare il mercato pc.
Due i fattori/incognite che hanno determinato il risultato: all’inizio del 2020 il disordine e le criticità nelle spedizioni in relazione al primo momento di blocco delle attività in cui comunque la domanda era sostenuta; ora la carenza di semiconduttori che potrebbe ripercuotersi di nuovo negativamente sulla supply chain.
Proprio la supply chain resta l’anello critico del mercato e la capacità di organizzarla ha impattato in modo differente sui diversi vendor. Di fatto i tempi di consegna per alcuni modelli si sono dilatati anche fino a quattro mesi. Sugli store online dei principali vendor – gli stessi monitorati da Gartner – è facile constatare come per la maggior parte dei modelli si debba fare i conti con attese anche di diverse settimane e siano pochi i modelli di computer immediatamente disponibili, tanto più se si parla di laptop.
In ogni caso, anche se i numeri di Gartner della tabella che proponiamo non comprendono i Chromebook e le diverse tipologie di iPad, gli analisti colgono l’occasione per evidenziare come anche le spedizioni dei device con il sistema operativo di Google sono cresciute a tripla cifra nel primo trimestre di quest’anno, per gli impegni di spesa di diverse organizzazioni in ambito education (prevalentemente in Nord America). Se si volesse tenere conto anche di questi modelli il mercato farebbe quindi registrare una crescita non del 32% ma addirittura del 47% a livello globale.
Rispetto all’ultimo trimestre del 2020 non cambia in ogni caso la “classifica” dei primi tre vendor. Nell’ordine: Lenovo, HP e Dell rappresentano insieme oltre il 53% del mercato, mentre gli “inseguitori” (Apple, Acer, Asus), assieme, meno del 18%: una percentuale equivalente a quella maturata dai brand minori. E’ significativo registrare, però, come proprio Apple sia il brand che ha fatto registrare la crescita maggiore nel confronto con il primo trimestre del 2020 (+48,6%), seguita subito dopo da Lenovo (+42,3%).
Ed allo stesso tempo è importante notare come Dell sia di fatto l’unico brand, tra i primi sei, a perdere market share (dal 19,3% del I trimestre 2020, al 16,5% del I trimestre 2021). Non solo, Dell è anche il vendor cresciuto di meno nel confronto tra Q1 2020 e Q1 2021 (+12,9). Secondo gli analisti questo è da riferire alla focalizzazione dell’azienda sul mercato dei pc aziendali, che non hanno registrato la stessa robusta crescita del segmento pc consumer e per l’abbandono dei prodotti consumer più a basso margine.
Tra i vendor che utilizzano anche sui modelli più recenti le Cpu x86 (e, per esempio, Intel Core di undicesima generazione), Lenovo è il brand che è riuscito ad incrementare maggiormente il numero di spedizioni di pc desktop, assecondando l’elevata domanda di computer di questo tipo in Cina. In tutte le region Lenovo è cresciuta più velocemente della crescita media regionale registrata, ma ha fatto bene soprattutto nella regione Asia Pacifico, addirittura con +63,7%.
Secondo Gartner un risultato da attribuire facilmente anche ad una supply chain che punta a una percentuale maggiore di pc prodotta “internamente”, rispetto a quanto accade per altri vendor.
Positivo anche il risultato di HP che anno su anno (nel confronto tra i trimestri) è cresciuta nel mercato pc del 34,6%, con le performance migliori fatte registrare in America Latina (+60%). HP recupera così i due trimestri consecutivi in calo precedenti a Q1 2021, con una nota : è anche il vendor che in Q1 2020 ha pagato di più per i risultati negativi sul mercato a causa di una supply chain che non si è rivelata all’altezza.
L’analisi regionale, invece, evidenzia per il mercato Emea una crescita del 30,9% anno su anno, alimentata dalle esigenze di computing anche a livello domestico per la didattica a distanza e lo smart working. Non sono pochi anche i consumatori che hanno deciso di aggiornare i sistemi più obsoleti, magari anche solo per la vita della batteria più breve, e performance non più all’altezza. Aspetti che nei periodi di minor utilizzo, con le attività a scuola e negli uffici, erano meno evidenti e comunque non pesavano, come ora, nelle scelte.
Negli Usa il mercato pc è cresciuto invece del 24,1% e mentre è continuato a calare il mercato dei pc desktop; questo calo è stato però compensato dalla scelta dei sistemi di computing portatili e mobile (+49%). La regione Asia Pacifico ha registrato invece una crescita del 37,6%. In quest’area si è assistito al rimbalzo deciso del mercato dei desktop richiesti dalle imprese. Addirittura in Cina il mercato pc nel suo complesso è cresciuto anno su anno del 70%.
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