Quella di Nuance, per Microsoft è l’acquisizione più importante dopo l’operazione su Linkedin nel 2016 (per 26,2 miliardi di dollari). Con l’accordo annunciato il 12 di aprile che prevede una transazione in contanti intorno ai 20 miliardi (56 dollari per ogni azione che include un premio del 23% sul valore di chiusura della quotazione di venerdì 9 aprile ed il debito netto di Nuance), Microsoft ha deciso quindi di portarsi in casa la tecnologia di intelligenza artificiale conversazionale dell’azienda e le sue tecnologie cloud.
In particolare Nuance fornisce tecnologia AI conversazionale su diversi verticali, funzionale alla soluzione di sfide complesse e specifiche. L’azienda serve l’85% delle aziende Fortune 100 e più di 10mila organizzazioni in ambito sanitario, ed è stata scelta direttamente da circa 550mila medici. In particolare le soluzioni Nuance sono attualmente utilizzate da oltre il 55% dei medici e dal 75% dei radiologi negli Stati Uniti e nel 77% degli ospedali statunitensi.
Da una parte gli analisti fanno riferimento agli sforzi nell’ambito delle offerte cloud specifiche per il settore della sanità – verticale su cui Microsoft è impegnata con l’offerta Cloud for Healtcare – dall’altra non bisogna sottovalutare la proposizione tecnologica di Nuance, di riferimento per quanto riguarda, oltre all’intelligenza artificiale conversazionale, anche l’intelligenza clinica ambientale in cloud. Dragon Ambient Experience, Dragon Medical One e PowerScribe One sono proposizioni a lungo maturate nel tempo e sono soluzioni evolute in vere e proprie piattaforme speech-to-text disponibili in cloud, come SaaS. Non solo, è Nuance anche la tecnologia utilizzata per lo sviluppo delle risposte di Apple Siri e l’azienda, con la tecnologia Nuance Mix, permette alle organizzazioni di creare esperienze conversazionali avanzate per Ivr e chatbot, sulla base degli stessi strumenti che Nuance usa per la progettazione, la parte vocale, il linguaggio naturale, il dialogo e il test.
E’ indubbio però che proprio la focalizzazione in ambito sanitario abbia consentito a Nuance un rimbalzo azionario significativo dal minimo toccato nella primavera dello scorso anno. Nel 2020 Nuance ha realizzato 29 milioni di dollari di utile netto un risultato da considerare nella giusta luce, e non del tutto positivo, anche valutando il periodo prolungato in perdita, con fonti autorevoli che riportano come le entrate siano diminuite di oltre un quarto dall’ultimo picco nel 2018.
La “focalizzazione” è un aspetto che ha fatto la differenza, insieme alla compatibilità delle soluzioni con i sistemi software sanitari negli Usa e alla possibilità di interfacciarsi con facilità alle cartelle cliniche elettroniche (Ehr). Per esempio, proprio Medical One aiuta i medici a dettare in modo efficace gli appunti da inserire nelle cartelle cliniche elettroniche e come soluzione SaaS promette una serie di miglioramenti, con l’utilizzo regolare, proprio sulla base delle potenzialità dell’AI sottostante.
Approccio che ha incontrato i riscontri del mercato considerato come Nuance Healthcare Cloud abbia registrato una crescita del 37% anno su anno nel fiscal year 2020 che per l’azienda termina a settembre.
La partnership tra Microsoft e Nuance, iniziata già circa due anni fa, sbocca però in un’acquisizione il cui potenziale va ben oltre la prospettiva di sviluppo di servizi in ambito sanitario, infatti, con l’integrazione delle potenzialità di Nuance in Azure il primo effetto sarà sì l’ampliamento del mercato sanitario indirizzabile da Microsoft (fino a circa 500 miliardi di dollari di Total Addressable Market).
Ma le potenzialità delle soluzioni di riconoscimento vocale e testuale, migliorate con l’AI, si riveleranno trasversali per indirizzare nei diversi verticali le possibilità di sviluppo di soluzioni di coinvolgimento dei clienti sulla base delle tecnologie di Interactive Voice Response (Ivr), degli assistenti virtuali, di altre soluzioni digitali e biometriche per le aziende.
Basterebbe anche pensare ai vantaggi nel disporre per esempio delle trascrizioni di colloqui, confcall, riunioni, chat di assistenza, sulla base di un addestramento continuo. Alle possibilità di integrazione quindi con Teams e Dynamics 365, e con la sfera Microsoft 365.
Potenziali sviluppi ben inquadrati da Mark Benjamin, Ceo di Nuance che resta alla guida dell’azienda, come Ceo, ma riporterà direttamente a Scott Guthrie executive VP Cloud e AI di Microsoft: “Negli ultimi tre anni, Nuance ha razionalizzato il proprio portafoglio per concentrarsi sui segmenti dell’AI aziendale e sanitaria, dove abbiamo registrato l’accelerazione della domanda di AI conversazionale avanzata e soluzioni ambientali”. La piattaforma Microsoft consente evidentemente ora di “scalare in velocità su clienti e partner ]…[ con Microsoft, che può offrire servizi intelligenti basati su cloud diffuso su larga scala]…[“.
L’affare è destinato a concludersi entro la fine di questo anno solare ed è soggetto all’approvazione degli azionisti di Nuance, al soddisfacimento di alcune approvazioni normative e ad altre condizioni di chiusura abituali.
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