Secondo Gartner, entro il 2024 sarà riconducibile allo sviluppo low-code oltre il 65% delle attività complessive di sviluppo delle aziende, mentre un recente report Brand Essence Market Research, evidenzia come il mercato degli strumenti di sviluppo low-code valutato quasi 12,9 miliardi di dollari nel 2020, crescerà fino a oltre 65 miliardi di dollari entro il 2027.
Trend che da un lato evidenziano la necessità delle aziende di “semplificare i processi di sviluppo”, dall’altro un’evoluzione importante in corso nel mondo dello sviluppo low-code, in grado di consentire l’accelerazione del time to market dei progetti. Lo spiega bene anche Chris Bedi, Cio di ServiceNow: “Il paradigma per cui lo sviluppo del software sia appannaggio solo di ingegneri altamente qualificati sta diventando obsoleto e anche i dipendenti con minore esperienza possono con gli strumenti adeguati creare app potenti sulla base dell’utilizzo di modelli predefiniti e interfacce intuitive drag-and-drop”.
E’ il primo dei vantaggi offerti dallo sviluppo low-code. Una low-code development platform (Lcdp), infatti, permette di generare software applicativi tramite moduli di configurazioni ed interfacce grafiche, piuttosto che non dovendo utilizzare codice sorgente. E’ possibile così generare database, interfacce, applicazioni Web e mobile, ma anche processi aziendali. Si riduce la quantità di scrittura di codice manuale tradizionale, e si accelera lo sviluppo di applicazioni.
Certo, uno dei vantaggi è quello di permettere a persone anche senza particolari competenze tecniche di programmazione di contribuire alle fasi di sviluppo di un’applicazione, ma ne guadagna anche il paradigma della sicurezza, considerata la possibilità di attingere di fatto a “porzioni di codice” già verificate.
Si tratta di vantaggi importanti, tanto più in un contesto di carenza di competenze, come documentano i dati di Idc che prevede che il 30% dei ruoli IT ad alta richiesta rimarrà vacante fino al 2022, e questo in un contesto “affamato” considerato come il Bureau of Labor Statistics preveda che l’occupazione per gli sviluppatori crescerà del 22% entro il 2029.
L’offerta quindi di esperienze semplici e intuitive, tanto ricercata dalle aziende, richiede un’automazione pervasiva possibile solo se in grado di toccare ogni processo e tutti i reparti, con la trasformazione dei workflow aziendali offline, in workflow online; possibile anche grazie alla semplificazione dello sviluppo. “Un trend, quello della semplificazione dello sviluppo – come spiega Bedi – che ha già vinto lo scetticismo dell’ambiente. Si deve prendere atto che ogni nuovo linguaggio ha di fatto ridotto la complessità di sviluppo del software ed ogni nuova modalità di sviluppo è effettivamente partita portando soluzione a problemi dapprincipio semplici e poi sempre più complessi. E’ legittimo aspettarsi che con gli strumenti di sviluppo low-code accada la stessa cosa”. Un ambiente di sviluppo visivo, come quello offerto da App Engine Studio, solo per fare un esempio, permetterà una maggiore collaborazione tra gli “addetti ai lavori”, sulla base della possibilità di sfruttare anche modelli di workflow predefiniti in grado di accelerare ulteriormente lo sviluppo, un ambito fondamentale in cui ServiceNow Creator Workflows gioca un ruolo in prima linea.
Certo, lo sviluppo low-code non è da vedere come una panacea in grado di rimediare tutte le inefficienze, per esempio, richiede comunque, a monte, l’analisi su workflow intrinsecamente errati, richiede un minimo di governance sui progetti, per impedire che vengano implementate soluzioni ridondanti o dannose, e una corretta organizzazione dei compiti, perché – di certo – gli sviluppatori “tradizionali” restano una risorsa preziosa e indispensabile.
Secondo un sondaggio di ServiceNow, il 75% delle aziende che hanno adottato strumenti low-code si è semplicemente avvantaggiato della possibilità di utilizzare gli sviluppatori professionisti per progetti specialistici che richiedono elevate expertise. E’ possibile quindi immaginare uno scenario in cui i programmatori professionisti si trovano a gestire sfide complesse mentre i cosiddetti “ciziten developers“ aiutano i team a stare al passo con la domanda ancora crescente di nuove app e processi guidati dal workflow.
Low-Code e Workflow digitali, acceleratori della digital transformation
Abbiamo visto come automatizzare ed ottimizzare i processi aziendali sia funzionale al miglioramento dell’esperienza dei dipendenti, rappresenti una parte importante dei piani di trasformazione digitale, ma richieda anche di sganciarsi dalle applicazioni legacy e dai silos informativi legati all’utilizzo di piattaforme diverse. Trasformare i processi ed i workflow richiede però standardizzazione delle prestazioni e governance sulle applicazioni e quindi lo sviluppo di app in tempi rapidi.
In questo scenario proprio ServiceNow Creator Workflows, che combina i vantaggi di ServiceNow App Engine e IntegrationHub, può aiutare le aziende ad incrementare la capacità di fornire applicazioni per i digital workflow e ai professionisti delle line of business, come anche agli analisti dei processi aziendali, di creare in tempi rapidi applicazioni funzionali, in modo da agganciare i workflow alle potenzialità del digitale, sempre entro i limiti di criteri predefiniti di usabilità sicurezza e conformità.
Per i team IT sarà funzionale, nell’introduzione dei progetti low-code, seguire le fasi guida secondo la traccia proposta da ServiceNow. In primis perché è giusto dare risposta a domande e preoccupazioni sollevate dai decision maker e fondamentale partire ancoràti a una solida base di consenso, ma soprattutto perché le domande sono sempre importanti per per proseguire nel percorso di trasformazione.
I decision maker hanno bisogno di qualcosa di più di semplici garanzie sulla qualità delle soluzioni. Devono sapere che esse soddisferanno i loro bisogni strategici immediati e a lungo termine: una visione del futuro basata anche sullo sviluppo di applicazioni in grado di governare i workflow digitali – su scala e in velocità senza sacrificare le prestazioni o la governance – offrirà l’opportunità di mostrare loro come aiuterà l’organizzazione a prosperare. Se ne parla in un whitepaper dedicato. Ultimo, ma non meno importante: indipendentemente da quanto bene sia stata concepita la visione per lo sviluppo di applicazioni low-code e di workflow digitali, questa stessa visione dovrà essere tradotta in una pianificazione attuabile basata su soluzioni del mondo reale.
Dati McKinsey & Company rivelano che nel periodo dell’emergenza sanitaria l’adozione del digitale è avanzata in sole otto settimane di cinque anni. Le aziende si sono rese conto del valore delle competenze digitali per la business continuity e la resilienza. Reagire in modo rapido ai cambiamenti richiede automazione di processo e l’automazione di processo a sua volta esige workflow operativi e snelli abilitati dalle applicazioni. Anche per questo lo sviluppo low-code è una via chiave da seguire, ma sarà fondamentale la scelta di una piattaforma best of breed.
La piattaforma low-code deve fungere da punto di integrazione attraverso l’intera azienda, collegando tutti i sistemi, le applicazioni, gli utenti e i dati per stimolare la crescita del business. Deve anche consentire una visibilità approfondita end-to-end sulla base di alcuni “mantra”: affidabilità, sicurezza, resilienza e conformità.
Scelta come base per la crescita futura, la stabilità deve essere una caratteristica chiave a tutela delle esperienze degli utenti. Bisogna puntare su una piattaforma low-code altamente automatizzata e scalabile per “muoversi velocemente”, senza precludersi elevate ambizioni: per esempio quella di riuscire persino a raddoppiare la produzione senza aumentare il personale o servire il doppio dei clienti nella metà del tempo. Si tratterà quindi di una piattaforma che promuove la collaborazione tra team abilitando lo sviluppo dell’applicazione sulla base di componenti costruiti in modo tale da consentire che la soluzione possa poi essere sfruttata in nuovi modi anche in altri dipartimenti.
La disponibilità di soluzioni che rispondano in modo dinamico ai diversi casi d’uso è vitale per le aziende e deve essere alla portata anche delle imprese con a bordo “expertise” limitate, che possano beneficiarne con la stessa attenzione richiesta però ad ogni categoria di azienda per quanto riguarda le conformità alla privacy ed alle leggi sulla sicurezza.
Oggi, ad aspettarsi esperienze di valore non sono più semplicemente i clienti, ma anche i dipendenti, che desiderano fare meglio per l’azienda a patto di non vedere vanificato il proprio impegno dalle inefficienza di processi e risorse applicative. L’introduzione di nuove funzionalità nelle applicazioni, per migliorare i workflow, parla proprio a loro.
Più velocemente le aziende impareranno a muoversi in questo ambito migliore sarà il risultato, perché è finito il tempo in cui era possibile semplicemente “reagire” a quello che accadeva sul mercato, mentre oggi è richiesto fare “realizzare i progetti prima di essere anticipati”.
E poiché ogni azienda si basa su workflow, migliori saranno le prestazioni di applicazioni agili, più velocemente potrà muoversi l’azienda. Si tratta quindi di trasformare i processi aziendali critici in workflow migliori a vantaggio del business.
E’ la prima caratteristica di ServiceNow Creator Workflows (ne parliamo in un contributo dedicato), una soluzione ricca di funzionalità, in grado di offrire una risposta rapida ai “citizen developer” che desiderano reimmaginare ogni processo come un workflow digitale e creare rapidamente applicazioni interessanti che si adattano alle loro esigenze sia immediate che a lungo termine. Una soluzione integrata che collega tutti: gli utenti, le applicazioni, i sistemi e i dati e si propone come strumento essenziale per aiutare l’attività a modellarsi nel modo più opportuno in seguito ad ogni svolta del mercato per permettere ai dipendenti di lavorare in modo più intelligente. Non mancheranno nel prossimo futuro tantissime opportunità per crescere a chi è pronto a coglierle.
Per saperne di più scarica il whitepaper: Accelerating Digital Transformation with Low-Code App Development
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