Il cloud rappresenta l’elemento cardine su cui modellare i progetti di trasformazione digitale. L’architettura ha consentito di affrontare le criticità dei mesi scorsi, permesso alle aziende in tempi rapidi di attrezzarsi, e supportare modelli operativi mai esperiti prima, ed ora rappresenta un abilitatore digitale irrinunciabile in grado di accelerare la ripresa. Sono i temi anche di Cisco Future Cloud che propone una sorta di percorso di analisi della strategia, come delle recenti innovazioni a sostegno dei piani di adozione del cloud ibrido delle aziende italiane, con le ultime novità in merito all’evoluzione dell’offerta a supporto delle nuove forme di lavoro ibrido basate sul cloud.

“Si parla di cloud first perché la nuova economia pone le applicazioni al centro dello sviluppo del business,  – esordisce Enrico Mercadante, director architectures and innovation, Southern Europe di Cisco – non come “monoliti” da spostare da un datacenter ad un altro, ma composte di microservizi che sfruttano ambienti eterogenei, come ‘mesh di servizi’.

Enrico Mercadante, director architectures and innovation, Southern Europe di Cisco
Enrico Mercadante, director architectures and innovation, Southern Europe di Cisco

Per questo il futuro è multicloud con uno spettro infrastrutturale a disposizione delle aziende molto ampio, ma utenti, device e dati ancora più centrali. Il cloud non è un luogo, ma un modello operativo che si va affermando ed oggi è un modello, di fatto, ibrido, con oltre il 90% delle aziende che dispone già di ambienti ibridi (con IT tradizionale on-prem, DC e private cloud, ma anche un buon numero di realtà che utilizzano esclusivamente il public cloud). Si tratta, da una parte, di avere la possibilità di scegliere, senza legarsi solo ad ambienti esclusivi, ma anche di poter sfruttare l’infrastruttura migliore quando serve per un determinato workload/app”.

Chi gestisce le operation non ha quindi vita semplice oggi: sicurezza, sovranità del dato e la possibilità di gestire la complessità in modalità As a Service sono essenziali. Si impongono quindi anche modelli di sviluppo moderni (DevOps), per assecondare i bisogni in velocità. Al centro restano il business e le applicazioni, abilitate da ambienti multicloud ibridi (con parte di dati e delle applicazioni resteranno anche in futuro on-premise presso le aziende). “Con l’IoT a rappresentare un importante acceleratore, rimarcando il tema dell’edge e del fog computing su alcune infrastrutture critiche”.

La strategia di Cisco mira in questo scenario ad abilitare “il nuovo modo di lavorare ed offrire continuità operativa, ed un’esperienza ottimale delle applicazioni in cloud con un portafoglio di insights e visibility all’altezza” per monitorare non solo il comportamento dell’applicazione ma anche la reale esperienza della stessa in rete, con la sicurezza necessaria nei nuovi ambienti zero trust tipici delle aziende “senza più un perimetro”.

La connettività, infatti, resta un punto centrale in un mercato che si sta polarizzando verso le architetture Sase, che cattura una parte crescente anche degli investimenti di Cisco. Il paradigma SD-Wan offre accesso distribuito alla rete aziendale che deve essere reso sicuro anche dall’edge ed i modelli operativi di sviluppo delle applicazioni devono diventare “programmabili”, così come le infrastrutture. Da qui lo sviluppo del comparto Infrastructure as a Code.

Cisco - La prospettiva Hybrid Multicloud App Centric
Cisco – La prospettiva Hybrid Multicloud App Centric

Le tecnologie per l’automazione del cloud

Ci pensa Diego Zucca, data center sales & cloud di Cisco Italia, a mettere a fuoco la proposizione tecnologica. “Due sono gli ambiti coperti dagli annunci più recenti in ambito cloud: automation e observability. In un contesto cloud caratterizzato di fatto da tre ‘qualità’ l’essere multicloud, ibrido, ed app centrico”.

Diego Zucca, data center sales & cloud di Cisco Italia
Diego Zucca, data center sales & cloud di Cisco Italia

Automazione nell’utilizzo delle risorse ed osservabilità sono aspetti essenziali perché “aprono alla possibilità di poter prevedere quello che accade anche in contesti infrastrutturali eterogenei” e “padroneggiare un cloud operating model efficiente consentirà di disporre di un ambiente comune per costruire, sviluppare, implementare, operare, gestire e orchestrare i workload nei contesti ibridi”. Nell’ambito dell’automazione le più importanti funzionalità di automazione sono incluse nella piattaforma Cisco Intersight, piattaforma (PaaS) arricchita negli ultimi due anni con nuovi moduli funzionali per operare dal cloud su più cloud.

Zucca: “Cisco Intersight rappresenta per certi aspetti l’uomo vitruviano di Leonardo, che riesce a contemplare e coniugare il quadrato della corporeità (on-prem) e il cerchio della spiritualità (il cloud)”. Cisco Intersight gestisce l’infrastruttura nativa, indirizza gli aspetti di gestione della virtualizzazione, controlla l’ambito dello sviluppo a microservizi (paradigma container), integra la gestione e l‘orchestrazione multicloud (anche tra cloud pubblici e privati), integra gli aspetti di ottimizzazione dei workload, e quelli del paradigma Infrastructure as a Code (per “programmare”  le risorse infrastrutturale come se fossero software). Nell’ambito di questi moduli poco alla volta integrati nella piattaforma vale la pena di sottolineare “i passi in avanti nella parte di orchestrazione cloud automatizzando i più adeguati workflow per la loro corretta implementazione e l’allocazione delle risorse negli scenari eterogenei”.

Cisco Intersight
Cisco Intersight

Per quanto riguarda gli ambienti containerizzati, erogabili con Intersight Kubernetes Service, Intersight guadagna un’estensione, frutto dell’acquisizione di Banzai Cloud, che consente di disporre di uno strumento di configurazione per mappare completamente i microservizi nella tipologia virtuale dei cluster Kubernetes.
Un altro aspetto importante è l’integrazione dei servizi e del paradigma IaaC (Infrastructure as a Code). “Le risorse – spiega Zuccasono visualizzate come codice per una maggiore rapidità in esecuzione con la possibilità di implementare, sempre a livello di codice le modifiche e disporre di un single sight of proof funzionale alla sicurezza, e del relativo audit funzionale anche per l’auto-documentazione delle modifiche stesse”.

Cisco Ucs X-Series infine è la piattaforma di computing che affianca all’interno della famiglia Cisco Ucs le piattaforme blade (Ucs B-Series) e rack server (Ucs C-Series). E’ piattaforma modulare orchestrata in cloud da Intersight e nata per disporre di risorse computing e ibride in un ambito “multicloud iperdistribuito”. Si tratta di una proposta modulare che contempla caratteristiche mutuate dai sistemi blade, come da quelli rack, e permette di integrare moduli differenti di computing, storage, persistent memory, Gpu con moduli funzionali dedicati per ogni entità funzionale. Integra la possibilità di automatizzare l’utilizzo delle possibilità di comunicazione attraverso i nuovi Bus Pci ad alta velocità nel modo più semplice. Ed ovviamente è possibile gestire tutto attraverso Cisco Intersight.

Per quanto riguarda l‘”osservabilità”, per Cisco significa poter disporre di una piattaforma di strumenti comuni ai diversi team per lo sviluppo delle applicazioni, per la security con gli insight necessari per correlare l’esperienza applicativa e le performance di rete delle piattaforme”. Con ThousandEyes è possibile correlare le performance applicative con quelle di rete. Mentre AppDynamics (Apm) consente di avere business outcome a fronte della correlazione tra esperienza applicativa e performance dell’infrastruttura in cloud.

Cisco Webex, gli sviluppi

La componente cloud di Cisco per quanto riguarda i servizi di collaboration, si basa infine sulla disponibilità di 41 datacenter (tra cui quelli di Francoforte ed Amsterdam, mentre altri cinque sono in fase di avvio) che permettono alle aziende, con Webex, di prepararsi al futuro del lavoro ibrido.

Enrico Miolo, collaboration leader di Cisco Italia
Enrico Miolo, collaboration leader di Cisco Italia

“Il 98% delle riunioni vedrà la presenza di almeno una persona da remoto da collegare – attacca Enrico Miolo, collaboration leader di Cisco Italiae Cisco sta investendo miliardi sulla piattaforma Webex a livello di ricerca e sviluppo, datacenter, ma anche su specifiche funzionalità di servizio”. All’interno della suite Webex sono già disponibili i principali strumenti necessari per comunicare e lavorare. Telefonate in cloud – senza più il centralino on-premise – meeting virtuali, chat persistenti, polling, funzionalità pre e post-eventi sono alcuni degli ambiti su cui Cisco sta lavorando e per cui ha introdotto da settembre 2020 ad oggi oltre 800 novità, anche attraverso l’acquisizione di altre aziende.

E’ di maggio l’annuncio dell’intenzione di acquisire Socio per la sua proposizione tecnologica nella gestione degli “eventi ibridi” e ancora la capacità della piattaforma oggi ha raggiunto la possibilità di organizzare webinar interattivi con fino a 10mila partecipanti e webcast con fino a 100mila partecipanti.

Webex - Encryption End to End e approccio zero trust
Webex – Encryption End to End e approccio zero trust

Con l’acquisizione di Slido invece sono state migliorate le possibilità di interazione ed engagement della piattaforma, anche attraverso sondaggi e quiz. E per quanto riguarda le capacità di inclusione Webex migliora le funzionalità di traduzione simultanea e tra qualche mese saranno disponibili anche le traduzioni simultanee in italiano. Grazie all’AI è possibile migliorare la qualità audio delle conferenze video lavorando alla pulizia intelligente dei rumori di fondo, mentre per quanto riguarda la sicurezza, Webex integra ora soluzioni di identificazione zero trust e grazie a Verified ID prevede funzionalità di encryption end to end.

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