Il primo grande progetto di digitalizzazione sviluppato su base nazionale è stato quello della fatturazione elettronica B2B. Lo ricorda Sergio Boaretto, Director Product Management, Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia.

“Volenti o nolenti, tutti i soggetti che in qualche modo emettevano fatture, non soltanto verso la PA, si sono dovuti adeguare. Nasce così la fattura elettronica di massa. Forse per la prima volta l’Italia detiene un record tecnologico. Ormai la fattura elettronica è un dato di fatto e una sfida vinta. Voluta dallo Stato e organizzata bene, ora dà soddisfazione, per velocità, per sicurezza, per affidabilità. Ma c’è tanto da scoprire in una fattura elettronica. La trasformazione digitale della fattura non si deve limitare alla creazione, all’invio e alla ricezione. C’è di più, molto di più. Siamo abituati a leggere pochi dati di una fattura elettronica: l’intestazione, la cifra, i dati bancari. Ma in mezzo ci sono tesori da scoprire. La fattura elettronica nasconde informazioni che con l’aiuto di software e intelligenze artificiali dobbiamo estrarre, leggere e interpretare. Si chiama data mining e anche le fatture elettroniche sono miniere dalle quali estrarre dati e trasformarli in informazioni che serviranno a migliorare la stabilità sul mercato, i rapporti fra partner, con le banche e gli istituti finanziari. Dati che, come le pepite dei cercatori d’oro, emergono grossolani, ma vengono raffinati per essere tesaurizzati. È il compito dell’R&D della nostra azienda immaginare sviluppi inimmaginabili prima. Percorrere altre vie mai percorse prima. Nello sviluppo di software la strada vincente è ripensare da zero e non riadattare un qualcosa di già progettato. La dematerializzazione è un processo quasi maturo, ma bisogna completarlo in termini di ulteriori processi e strumenti. A mo’ di esempio un libro incellofanato presenta la copertina, il dorso, il retro. Ma il vero tesoro è il testo. Dobbiamo rompere il cellophane, anche mentalmente”.

La nuova digitalizzazione deve prendere in considerazione il prelevamento di dati e un motore intelligente uniti da una visione più trasversale. L’automazione deve adempiere sia al compito per il quale è stata sviluppata ma deve attingere ad un inestimabile patrimonio di dati attiguo.

Sergio Boaretto, CAO Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia
Sergio Boaretto, Director Product Management Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia

Molto spesso si confonde la digitalizzazione con la conservazione sostitutiva a norma. Digitalizzare vuol dire sicuramente conservare, ma non solo. L’approccio a una soluzione dev’essere individuale e non devono esistere impedimenti tecnologici ad un utilizzo più vasto. Questa è la visione di Wolters Kluwer e riteniamo inoltre che il cloud sia un ambiente abilitante del sistema di veicolazione e adeguato ai livelli di sicurezza richiesti. Tutti possono accedere a tutto in qualunque luogo e da qualunque supporto con l’aggiunta della massima sicurezza. Non credo esista nulla di più facile ed accessibile per creare interconnessione e integrazione sia tra il mondo cartaceo e quello digitale sia per favorire collaborazione e interazione tra soggetti dialoganti, che siano istituzioni, privati, aziende con clienti e fornitori, professionisti. Il cloud è oggi un ambiente di lavoro”.

Un ambiente di lavoro rappresentato da un infinito archivio al quale accedere alle informazioni che possono tornare utili più volte e in tempi diversi.

Un concetto riassumibile con una definizione di Data-as-a-service o anche Data-as-a-knowledge.

“In Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia stiamo sviluppando l’evoluzione del documentale e dell’accesso ai dati in modo trasversale su tutti gli applicativi che offriamo al mercato dei professionisti e delle imprese. Il futuro è racchiuso nei dati e ad oggi si tende ancora a considerare poco tutto quello che davvero contengono i documenti fiscali, finanziari e contabili che produciamo quotidianamente. La ricchezza racchiusa in ogni singolo documento sono le informazioni che possono essere utilizzate più volte e con finalità diverse. La ricerca e sviluppo è determinata a sviluppare soluzioni in grado di apprendere autonomamente, allocare i dati in modo corretto e flessibilmente accessibile, in grado di far emergere automaticamente tutto quello che dev’essere analizzato da ogni singolo utilizzatore. Per questo tutte le tecnologie concorrono alla creazione di strumenti sofisticati ma dall’usabilità semplice e immediata. È un futuro sempre più prossimo” conclude Sergio Boaretto.

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