Le referenze, la conoscenza dei processi e la proprietà intellettuale di prodotti specifici, come la cartella clinica elettronica, compongono il know-how in ambito sanità del Gruppo Lutech. Obiettivo dell’azienda è oggi di proseguire nel percorso di investimento in questa direzione, soprattutto a livello di competenze per far evolvere l’offerta e contribuire così al percorso di trasformazione che si troverà ad affrontare il nostro Paese, anche grazie all’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal Pnrr. Di questo ci parla Emilio Vandelli, Healthcare Industry Leader di Gruppo Lutech nell’ambito del Digital Health Summit 2021.
Quali sono le principali sfide della sanità oggi rispetto agli obiettivi del Pnrr e come vanno colte, anche in una visione allargata che tenga conto dell’intero ecosistema del LifeScience (LS)?
Prima di addentrarci nel merito delle singole sfide, è opportuno partire da una visione di insieme. L’obiettivo principale per tutti gli attori coinvolti è univoco: aiutare il cittadino a vivere meglio e più a lungo. La tecnologia – lo abbiamo toccato con mano negli ultimi anni – è certamente un abilitatore che contribuisce a soddisfare questo bisogno, ma non basta. Ritengo di fondamentale importanza capire da un punto di vista funzionale quali siano i processi da migliorare, cambiare e spesso implementare. Il Pnrr è l’occasione che il sistema Italia può sfruttare per avviare progetti in questo ambito.
L’interoperabilità e il “lineage” del dato diagnostico e clinico rappresentano una delle fondamenta prospettiche del percorso di miglioramento delle condizioni di vita della società. Per esempio, poter associare a ciascun cittadino un fascicolo sanitario univoco e condiviso ha rappresentato un grande passo avanti: il paziente si sente tutelato e ha a portata di mano le informazioni sul suo stato di salute, il personale sanitario ha a disposizione e può condividere competenze con la comunità di esperti che nel tempo hanno visitato, curato, operato il paziente. Il fascicolo sanitario, ma anche la telemedicina, sono un’evidenza di come la tecnologia contribuisca a generare un rapporto di fiducia tra paziente e personale sanitario al fine di creare le condizioni per uno stato di benessere percepito e condiviso.
Tutti, dunque, dal paziente ai professionisti della salute, hanno contezza del supporto chiave della tecnologia, ma, allo stesso tempo riconoscono che la complessità delle procedure, la scarsa usabilità e la mancanza di relazione tra le diverse aree all’interno dell’ecosistema sociosanitario rappresentino ancora dei limiti. La sfida è, allora, immaginare e creare ecosistemi tecnologici condivisi, cambiare il paradigma da applicativo a piattaforma, l’ambiente da on premise a cloud condiviso, per passare da “complicato a semplice”. Il tutto con la garanzia che il dato del paziente debba viaggiare in sicurezza in modo bidirezionale, il medico e il paziente devono comunicare facilmente e velocemente e la tecnologia deve aiutare nella gestione della semantica, della standardizzazione del formato.
Considerando l’intero ecosistema socio sanitario, inoltre, è auspicabile abbattere le barriere tra ambiti contigui. Il patrimonio informativo che si genera nel contesto sanitario può e deve essere messo a disposizione, ovviamente nel pieno rispetto della privacy, perché rappresenta un valore prioritario, non solo riferito all’interazione medico-paziente ma a una relazione molto più ampia che coinvolge l’intera società, la Sanità e la ricerca.
In che modo la vostra azienda pensa di agire nei prossimi anni per raccogliere le sfide in corso? Quali novità nelle vostra offerta a supporto di questo cambiamento in forte evoluzione?
Il Gruppo Lutech presidia il mercato della digitalizzazione con competenze specialistiche in diverse industry. Le competenze in ambito sanità (e pubblica amministrazione) rappresentano senza dubbio uno dei punti di forza sia da un punto di vista delle referenze, della conoscenza dei processi e per quanto riguarda la proprietà intellettuale di alcuni prodotti di eccellenza, come la Cartella clinica elettronica. L’obiettivo di Lutech è di proseguire nel percorso di crescita e di investimento soprattutto a livello di competenze delle proprie persone per far evolvere l’offerta, continuando a contribuire al profondo percorso di trasformazione che si troverà ad affrontare il nostro Paese, anche grazie all’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal Pnrr. Tecnologia di base, trasformazione digitale e prodotti specialistici rappresentano le tre direttrici lungo le quali ci stiamo muovendo, pienamente supportati in questo dal fondo Apax che oggi controlla la maggioranza del Gruppo Lutech.
Quale ruolo ha il digitale all’interno della vostra strategia e quali sono i progetti in corso per il 2021-2022?
Parlando di digitale è importante non banalizzare il concetto. Dietro a un percorso di trasformazione digitale ci sono persone con competenze molto specifiche e di valore, tecnologie innovative, idee da approfondire, processi da ridisegnare o “inventare” nel rispetto delle peculiarità della singola azienda cliente. Il Gruppo Lutech negli ultimi 5 anni ha investito nella crescita di specifici ambiti di business ricevendo dal mercato il pieno riconoscimento di partner solido e affidabile: Big Data – in termini di analytics, governance, infrastruttura – Customer Relationship Management – da noi espresso attraverso l’offerta Salesforce – automazione di processo, penso soprattutto all’Internet of Things, sono alcuni dei contesti particolari su cui ci stiamo concentrando. Oltre a continuare nel processo di espansione e consolidamento di questi ambiti, il Gruppo Lutech perseguirà l’obiettivo di presidiare funzionalmente i processi core delle diverse aree di business in modalità E2E partendo da competenze core e proprietà intellettuali di eccellenza, come quelli in ambito Energy Management o Finance.
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