Dopo avere affrontato i temi del manufacturing, del fashion retail, del modern work e della cybersecurity, Microsoft si focalizza sul mondo della sanità e inaugura eHealth Experience. Si tratta di un percorso esperienziale che si sviluppa nel Microsoft Technology Center, il centro al primo piano della Microsoft House dedicato alla formazione, all’open innovation e alla condivisione di best practice e soluzioni innovative proposte dal vendor insieme all’ecosistema dei partner.

E’ proprio dalla sede di Via Pasubio che i responsabili dell’azienda illustrano i contenuti della nuova iniziativa spiegando come la tecnologia di Microsoft possa supportare gli enti, le organizzazioni private e i cittadini che interagiscono con il mondo della sanità a toccare con mano il digitale. Scenari d’innovazione che abilitano un nuovo approccio alla medicina personalizzata e nuove progettualità che potrebbero essere finanziate con le risorse del Pnrr

La nostra iniziativa si rivolge a enti o società private, attori e partner che lavorano a stretto contatto con Microsoft e che possono contribuire a sostenere una sanità più digitalizzata. Infatti, è solo creando un forte ecosistema e mettendo a fattor comune le esperienze che è possibile fornire alle imprese, sia pubbliche che private, una vista su cosa oggi la tecnologia è in grado di fornire, minimizzando i silos e lavorando in modo aperto e inclusivo”, dichiara Andrea Cardillo, direttore del Microsoft Technology Center di Microsoft Italia.

Microsoft eHealth Experience
Microsoft eHealth Experience – Andrea Cardillo, direttore del Microsoft Technology Center di Microsoft Italia

Sanità, le criticità nello scenario digitale

“La pandemia non ha creato nuovi problemi al mondo della sanità ma ha messo in evidenza criticità già esistenti”. Esordisce Veronica Jagher, director Industry Solutions Health di Microsoft, inquadrando lo scenario nel quale l’ecosistema sanitario si muove oggi.

Sono molte le sfide che la sanità si trova ad affrontare, e in particolare: l’aumento dei malati cronici, che drenano la maggior parte delle risorse del sistema sanitario nazionale; la scarsità di professionisti sanitari con un rischio di burnout legato ai livelli di stress, come evidenziato in questa fase pandemica, con stime di una carenza di 14 milioni di professionisti sanitari a livello globale per il 2030; la terza grande sfida è la cybersecurity, con il sistema sanitario soggetto ad una escalation di forti attacchi, come dimostrano i recenti casi di Regione Lazio, Toscana o Ospedale Papa Giovanni; c’è poi l’esplosione dei dati generati dalla sanità che dal 2016 crescono di oltre l’800%; infine le aspettative dei cittadini che, ormai avvezzi all’uso di piattaforme digitali, chiedono di poter usufruire dei servizi più disparati anche in sanità, dalla possibilità di prenotare le visite, all’accesso ai propri dati in mobilità e in generale ad un sistema più efficiente ed equo.

Crescono in Italia gli investimenti digitali in sanità: la spesa nel 2020 è aumentata del 5% anno su anno raggiungendo un valore di 1,5 miliardi di euro, seppur pari solo all’1,2% della spesa sanitaria pubblica. C’è inoltre molto da fare anche in termini di equità: oggi, per esempio, in Italia ci sono 18,6 posti in strutture residenziali per anziani contro gli oltre 50 di Germania e Francia e abbiamo 6 infermieri ogni 1.000 abitanti contro i 12 della Germania, solo per citare alcuni dati emblematici. E oltre al ritardo rispetto ai Paesi Ocse serve anche colmare il divario Nord-Sud.

Veronica Jagher, director Industry Solutions Health di Microsoft
Veronica Jagher, director Industry Solutions Health di Microsoft

“Le piattaforme digitali rappresentano strumenti strategici e aumentano infatti gli investimenti anche in questo contesto; serve però avere da un lato una governance sulle iniziative digitali, dall’altro una corretta formazione del personale (solo il 4% dei sanitari ha delle competenze di eHealth approfondite) e serve anche una dorsale di servizi a livello nazionale che permetta di valorizzare il patrimonio informativo e di dati che verrà generato in misura sempre maggiore. Il Pnrr dovrebbe rappresentare un’opportunità incredibile non solo per le risorse economiche che mette in campo ma anche in termini di linee guida per colmare il gap digitale e muoverci verso un sistema più equo e sostenibile in modo più strutturale”, sottolinea Jagher.

Microsoft, cloud verticale per la sanità

Microsoft conta 1.500 professionisti dedicati al mondo della sanità, 168.000 organizzazioni nel mondo dotate delle sue piattaforme, usate da 60 milioni di professionisti della sanità. Microsoft ha lanciato a ottobre dello scorso anno il primo cloud verticale per la sanità“perché vogliamo che le nostre piattaforme siano specifiche per determinate industrie per accelerare il percorso di digitalizzazione dei clienti e fornire ai nostri partner strumenti che permettano loro di portare sul mercato delle applicazioni verticali in tempi più rapidi”, prosegue Jagher

Microsoft cloud for healthcare
Piattaforma Microsoft cloud for healthcare

La piattaforma, Microsoft cloud for healthcare, si articola su tre pilastri – Better Experiences per offrire ai cittadini un’esperienza enhanced, Better Care per fornire ai clinici piattaforme più usabili, accessibili e moderne per cooperare in maniera più efficace, e Better Insights per riuscire ad estrarre dalla quantità di dati generati quotidianamente degli insight da rendere disponibili a cittadini e pazienti ma anche ai clinici nei loro processi decisionali. Aggiunge Jagher: “In questo disegno, l’interoperabilità è un elemento fondamentale, insieme a quello della sanità come ecosistema complesso, dove tutte le sue componenti devono collaborare insieme per portare valore al cittadino”.

San Raffaele, caso di successo replicabile

L’evento è l’occasione per conoscere l’esperienza concreta dell’Irccs Ospedale San Raffaele che, grazie alla collaborazione con Microsoft e Nvidia, e con il supporto di Orobix e Porini, sviluppa il progetto AI-Score, piattaforma di apprendimento autonomo in grado di calcolare il rischio da Covid-19; un caso che può fungere da modello per altre realtà del settore.

Carlo Tacchetti, direttore Centro di Imaging Sperimentale dell’Irccs Ospedale San Raffaele
Carlo Tacchetti, direttore Centro di Imaging Sperimentale dell’Irccs Ospedale San Raffaele

Descrive il progetto Carlo Tacchetti, direttore Centro di Imaging Sperimentale dell’Irccs Ospedale San Raffaele: “A inizio 2020, con l’arrivo della pandemia, ci siamo trovati nella necessità di dovere gestire i malati Covid-19 e nell’impossibilità di stabilire tempestivamente tra l’enorme numero di persone che arrivavano in ospedale quali ricoverare e quali mandare a casa per terapie domiciliari mirate. Serviva un sistema rapido, affidabile e oggettivo per stabilire al triage i casi più gravi da ricoverare. Per questo dovevamo analizzare un’enorme mole di dati eterogenei che arrivavano con una velocità impressionante. Ci siamo rivolti a Microsoft e in particolare a Veronica Jagher, con cui già collaboravamo, avviando un partenariato di aziende e nel giro di cinque mesi abbiamo creato una piattaforma che in 30 minuti è in grado di stabilire se un paziente ai primi sintomi di Covid-19 svilupperà una forma grave di patologia. I dati ci dicono che l’uso di questa piattaforma ha un impatto importante nel supporto ai clinici, con un calo del 25-30% delle ospedalizzazioni”.

La case rappresenta un valido ausilio strumentale al processo decisionale dei medici e esemplifica un nuovo approccio ai dati che può avere molti ambiti di applicazione in sanità. Grazie all’intelligenza artificiale sarà infatti possibile in futuro mettere a fattor comune enormi quantità di dati eterogenei e addestrare algoritmi utili a calcolare i rischi di altre patologie e a predirne l’evoluzione, con cui il personale clinico potrà fare diagnosi precoci e stratificare il rischio sanitario.

Strumenti per la medicina personalizzata

“Non solo la ricchezza sta nei dati ma i dati stessi devono collaborare all’interno di piattaforme composite a supporto di una nuova concezione di medicina che ruota intorno alla persona, dalla diagnosi e presa in carico del paziente, all’interazione e comunicazione con lo stesso, al servizio sanitario vero e proprio, al coordinamento delle cure fino al follow-up”, dichiara Giancarlo Sudano, technology center architect di Microsoft, descrivendo le piattaforme sviluppate da Microsoft e verticalizzate dai partner in risposta alle diverse esigenze.

Sono infatti molte le le realtà già operative all’interno della piattaforma Microsoft (“ma il numero non è scolpito nella pietra” afferma Sudano) e tra queste: Agfa Healthcare, Avanade, Hopecare, Imaginary, Munogu, Internet of People, Progesoftware, Cluster Reply, Sophia Genetics. Le loro tecnologie convivono e interagiscono sulla piattaforma Microsoft cloud for healthcare consentendo un approccio globale alla salute per il cittadino. Si va dall’analisi genomica, alla comunicazione verso i pazienti per promuovere gli screening, alla gestione del triage attraverso healthcare bot, strumenti di diagnostica, assistenza da remoto al paziente, coordinamento delle cure, pianificazione smart degli appuntamenti, sistemi di collaborazione tra team multidisciplinari, telemedicina e riabilitazione da remoto, monitoraggio dei parametri, applicazioni per follow-up e feedback a pazienti e caregiver.Microsoft cloud for healthcare - le componenti

Piattaforma Microsoft cloud for healthcare – Le componenti tecnologiche dei partner

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