Posizionata da Gartner nel suo magic quadrant in alto a destra nell’ambito della proposizione Content Services Platform, con i recenti annunci in occasione di Opentext World 2021, l’azienda (prossima al compimento dei suoi “primi 30 anni”) di fatto proietta oggi in modo deciso la sua offerta in cloud. Dall’acquisizione, alla gestione dei contenuti, fino alla loro valorizzazione al servizio del business, con la sua proposizione tecnologica, Opentext fornisce gli strumenti necessari per supportare una forza lavoro distribuita, e permettere la profonda integrazione delle informazioni nelle applicazioni aziendali che i dipendenti utilizzano ogni giorno, migliorando quindi i processi.
E’ il punto di partenza del confronto con Antonio Matera, regional vice president sales Italy, Malta, Greece & Cyprus di Opentext, che mette a fuoco ambiti operativi, valore della proposizione e soprattutto i vantaggi per le aziende del nostro Paese, non solo quelle enterprise, ma anche le Pmi. La realtà italiana nasce nel 2007, conta poco meno di 60 dipendenti tra Roma e Milano, ed è presente in tutti i mercati verticali. Utility, telco, il mondo Fsi (Financial Services Insurance), lifescience, pharma ed il manifatturiero, sono gli ambiti operativi principali.
“Nell’era dell’informazione tutte le realtà manifestano il bisogno di acquisire, gestire e distribuire contenuti all’interno dei processi, garantendosi un’information governance end-to-end – esordisce Matera -. Ma le aziende sfruttano spesso applicazioni verticali, con tutte le limitazioni legate ad una approccio a silos, per cui diventa difficile sfruttare appieno il valore delle informazioni“. Per capire basta il dato (fornito da una review Opentext sui C-level delle aziende clienti) secondo cui, per quanto l’80% dei clienti cerchi di lavorare alla digital transformation in azienda, il 67% dichiara di avere tutto ancora on-premise. Sottolinea Matera: “Tutti si preoccupano di digitalizzare i processi, ma si dimenticano però di come inserirvi i contenuti”.
Opentext, cambio di paradigma nella gestione dei contenuti
Per capire il problema basterebbe l’esempio di un’utility che si trova a dover gestire onboarding e anagrafiche dei clienti, contratti, fatture, il trattamento dei dati, ma anche le attività di marketing a valle, con eventuali ulteriori offerte collegate. Si tratta di dover operare su decine di processi paralleli basati sull’interscambio di informazioni. Ecco che Opentext si propone con un’offerta e una suite di prodotti per la gestione di qualsiasi contenuto, anche e soprattutto quelli destrutturati, e questo la distingue rispetto ai competitor. “L’azienda rende possibile l’acquisizione dell’informazione (dalle diversi fonti), la gestione (indicizzazione, classificazione, etc.), ed il suo corretto indirizzo nei processi, di fatto ribaltando il paradigma“. In seguito allo sviluppo ed alla diffusione delle soluzioni Ecm – un contenitore con database relazione (con i metadati) e file system – Opentext ha compreso infatti come “l’utilizzo di semplici repository di contenuti non sarebbe stato virtuoso per consentire al dato di essere effettivamente utilizzato, mentre è indispensabile la capacità di capire il contenuto destrutturato”, per esempio quello di un’immagine che può essere la copia di un documento di identità, in modo che i dati possano davvero essere utilizzati ed “entrare in gioco“.
Opentext usa in questo ambito l’AI per procedere all’autoclassificazione dei contenuti e disporre così di un vero Intelligent Content Manager. E’ proprio la gestione dei contenuti quindi il core operativo entro cui si muove l’azienda che conta anche soluzioni verticali e per la gestione dei processi di engineering, dove il valore del business è il documento di progettazione. “Di fatto – dettaglia Matera – Opentext si propone come “centro stella” della gestione dei contenuti, esponendoli all’interno delle applicazioni”, grazie allo sviluppo di integrazioni native con le applicazioni Erp, Crm, HR, etc.. Un approccio quindi che non cambia, se non per migliorarla, la user experience del dipendente che continua a lavorare con le applicazioni con cui è abituato ad operare, mentre la piattaforma Opentext opera come “unico centro nella gestione dei contenuti, con tutte le funzionalità di controllo necessarie (Gdpr, etc.etc.)”.
Un approccio virtuoso anche per le nostre Pmi (più flessibili e reattive di quanto si possa pensare), e per il nostro manifatturiero che proprio dalla proposizione, anche in cloud, di Opentext possono trarre i vantaggi importanti, limitando i costi, e anche senza disporre di competenze specifiche. Il contenuto, “sempre percepito come costo da gestire, può così diventare la fonte per lo sviluppo del business”, con Opentext in grado di risolvere la sfida dell’“accessibilità, della sicurezza, della comprensione e della gestione del contenuto”, in funzione di questa esigenza.
La realizzazione di una piattaforma di information management quanto più possibile evoluta è sempre il primo obiettivo degli sviluppi della proposizione, e in questo senso si collocano anche le diverse acquisizioni (“volte sempre ad estendere le potenzialità della piattaforma core”), per esempio quella di Hightail (2018), per arricchire – in questo caso anche nell’ambito degli analytics – le funzionalità della piattaforma, così come le altre soluzioni in ambito customer experience management, digital asset management etc..
La centralità dei contenuti, la possibilità di valorizzare quelli destrutturati come video, file audio etc. – utilizzatissimi per esempio in un ambito come quello HR – è indirizzata da Opentext in modo da consentire una serie di automazioni nei vari processi di acquisizione, associazione con dati strutturati (per esempio l’anagrafica dei candidati in video), trasformazione speech to text, “in modo che il contenuto davvero possa essere integrato con il suo valore nel documentale e sia utile ai processi (un ambito in cui la proposta Digital Asset Management di Opentext è di riferimento sul mercato)”. Nell’ambito ingegneristico, per citare un altro caso d’uso reale, significa poter associare in modo diretto i video delle riprese, effettuati con i droni nei cantieri, alle cartelle progetto. O ancora è facile capire come sia possibile “innalzare il livello di efficienza, anche nella gestione documentale classica, non solo attraverso la digitalizzazione dei documenti con i software Ocr, ma anche con la loro analisi attraverso l’AI, sfruttando l’intelligenza della piattaforma, per effettivamente consentire il reindirizzamento del contenuto del documento, all’interno del processo corretto”.
I vantaggi per le aziende italiane
La proposizione trova il riscontro favorevole del mercato. Oggi Opentext fattura a livello globale quasi 4 miliardi di dollari, conta 15mila dipendenti, ma “resta attenta alle realtà locali, attraverso un approccio strettamente consulenziale per offrire la soluzioni più adeguata all’obiettivo che si vuole raggiungere”. Oggi l’80% delle utility italiane sfrutta le diverse soluzioni Opentext (non solo quelle di content management), e lo fa il 100% del mercato Fsi. Sperimentando la possibilità effettiva di utilizzare il dato, le aziende decidono di espandere l’adozione della proposta. Anche solo per quanto riguarda Microsoft 365, integrabile nativamente in Opentext, viene apprezzata la capacità di esporre i business workspace (contenuti, utenti, processi), all’interno di Microsoft Teams, con i necessari filtri di accesso.
O ancora, per esempio nell’ambito della progettazione, Opentext non si propone certo come soluzione Bim – la progettazione resta da compiere con i sistemi che già si utilizzano per progettare (Autocad, etc.etc.) – ma è in grado di acquisire i contenuti secondo la normativa Bim ed inserirli all’interno di una procedura controllata (per esempio l’appalto), favorendo lo scambio corretto dei contenuti tra i vari attori che operano all’interno del progetto nel suo insieme. “Si tratta quindi, ancora una volta, di operare con la capacità di acquisire un contenuto secondo una determinata normativa secondo un processo strutturato, per poi riuscirlo a gestire in modalità end-to-end”. E a processo concluso di applicare le regole di retention (per il Gdpr etc.) sempre più richieste, anche per poter essere sempre in grado di rinvenire nella mole informativa una certa tipologia di documento/contenuto, quando serve. Si tocca così il tema della sicurezza. Matera: “Non si tratta di proporre soluzioni di sicurezza perimetrale, certo, ma di offrire in questo caso una metodologia, per il controllo e le applicazioni delle policy di retention, e di fatto una vera “governance””.
In crescita di circa il 25% anno su anno, oggi il contesto operativo per Opentext, in Italia, è assolutamente favorevole. Conclude Matera: “La richiesta di evoluzione digitale delle aziende è concreta e alta, anche i nostri partner (come Sap) stanno proponendo modelli commerciali favorevoli a questa trasformazione, ed è possibile per noi accompagnare i clienti lasciando loro scegliere il percorso più favorevole. Il mercato che più in questo momento è interessato, in Italia, sono proprio le nostre Pmi”.
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