La disponibilità di una buona connessione a Internet è requisito imprescindibile per l’attività delle aziende, come per tutti i nuclei familiari. Ed il lungo periodo di criticità vissuto ha contribuito ad elevare la sensibilità sul tema. Smart working, didattica a distanza, l’accesso ai nuovi servizi offerti dalla PA, utilizzo delle piattaforme di e-commerce e dei contenuti in streaming bastano da soli a far comprendere quanto la vita quotidiana delle persone dipenda, h24, dalla disponibilità di un collegamento efficiente ad Internet e l’importanza di poter accedere alla Rete ovunque. La digitalizzazione dei processi aziendali e delle supply chain amplifica ancora di più questa percezione, perché senza banda larga oggi sarebbe impossibile garantire la business continuity.
Lo conferma il Broadband Index 2022 di Cisco, condotto su quasi 60mila lavoratori di trenta Paesi, tra cui anche l’Italia, chiamati a valutare la qualità della banda larga domestica. Il report di fatto mostra come la crescita sociale ed economica di ogni Paese sia legata a doppio filo all’accesso universale, veloce ed affidabile a Internet.
Proviamo quindi a ripercorrere alcune delle evidenze negli ambiti di utilizzo accennati in apertura, con uno sguardo di attenzione proprio sui numeri italiani.
Secondo lo studio, il 40% della forza lavoro italiana (è il 48% a livello globale) utilizza la connessione Internet di casa quando deve lavorare da remoto o deve gestire la propria attività. E quasi tre lavoratori su quattro (di poco inferiore alla percentuale globale) ritengono allo stesso tempo che i servizi in banda larga debbano essere migliorati per un’esperienza di lavoro ibrido di qualità. Numeri coerenti con quelli di chi ritiene che, alla base, sia necessaria una connessione che sia anche affidabile ed in grado di supportare gli impegnativi flussi della collaboration in streaming.
Un aspetto importante considerato anche l’utilizzo “in simultanea” della banda larga da parte di più componenti il nucleo familiare. L‘Index di Cisco, per l’Italia fotografa che, nel 56% delle famiglie, tre o più persone usano Internet contemporaneamente (è il 60% a livello globale) e per questo si trova a ricorrere in quattro casi su dieci anche all’uso di tecnologie mobile, come la banda larga offerta dagli smartphone, i piccoli modem 4G e 5G, con il 28% che dispone invece già di banda larga su fibra ottica. Facile immaginare come la tipologia stessa degli utilizzi impatti sui tempi di attività in connessione degli italiani. Quasi otto intervistati su dieci dichiarano di fare un utilizzo casalingo di Internet in banda larga per oltre quattro ore al giorno, e uno su due addirittura per sette ore o più, percentuali in sostanza allineate o con minime variazione con i dati a livello globale.
Il tema della qualità è sempre centrale nei diversi ambiti di segnalazione del report. Il 75% dei lavoratori intervistati ritiene Internet veloce e affidabile una priorità per la crescita economica e per permettere a tutti di beneficiare di un buon livello di informazione e formazione e per il 71% degli italiani (è il 63% a livello globale, percentuale sensibilmente più bassa) ritiene che sia importante avere un accesso a banda larga a costi sostenibili. Interviene così su questi temi Gianmatteo Manghi, AD di Cisco Italia: “I governi possono creare politiche e programmi che incoraggiano la competizione, stimolano gli investimenti ed espandono ancora di più la portata del digitale: pensiamo all’enorme opportunità che in questo senso arriva dal Pnrr, per l’Italia e l’Europa, e all’impegno che si sta profondendo perché sia colta al 100%”. Si tratta di uno sforzo che coinvolge tutti, dai datori di lavoro chiamati ad adottare le tecnologie migliori per i nuovi modelli di lavoro ibrido, ai service provider che possono collaborare allo sviluppo di programmi di espansione della connettività nelle aree non servite o servite male, in collaborazione con i governi ma anche aiutati dalle tecnologie di rete oggi già disponibili per superare questi gap.
Viene inoltra percepita dal campione anche l’importanza di una connessione sicura soprattutto per il lavoro ibrido. L’accesso ad applicazioni, servizi e dati da più luoghi e device, su reti pubbliche o private – e la consapevolezza sui relativi rischi – portano oltre la metà del campione a livello globale a dichiarare che sarebbe disposta a pagare di più per una connessione Internet in banda larga “più sicura” e “migliore”, ed infatti il 34% degli interpellati italiani (e il 43% a livello globale) prevede di fare nei prossimi 12 mesi un “upgrade” dei servizi Internet di cui dispone… Potendolo effettivamente fare, però. Infatti il 71% dei lavoratori italiani (75% nel mondo) vorrebbe che i governi accelerassero ai piani per dare a tutti un accesso affidabile a Internet veloce.
Restano infatti ancora del tutto attuali i temi del digital divide ed il bisogno di lavorare sull‘inclusività della Rete. Spiega Guy Diedrich, Svp & global innovation officer di Cisco: “Ad oggi oltre il 40% del mondo non è ancora connesso. Ciò significa che, se non riusciremo a connettere man mano circa 3,4 miliardi di persone nei prossimi 10 anni rischia di ampliare ancora di più il digital divide. ]…[ Dobbiamo fare in modo che “l’onda del digitale” sostenga e raggiunga tutti: e il fattore tempo, in questa sfida, è fondamentale”.
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