La maturazione delle tecnologie disponibili e la spinta alla digitalizzazione, come modello per trasformare i processi e valorizzare i dati, consentono alle aziende di compiere il balzo in avanti necessario per tenere il passo con la concorrenza e risolvere le difficoltà evidenziate da supply chain che si mostrano ancora poco resilienti. Sono obiettivi conseguibili solo a fronte di un’effettiva collaborazione di ecosistema – tra le divisioni interne all’azienda, così come tra partner – a fronte di un’evoluta maturità tecnologica. AI, blockhain, 5G ed edge computing sono digital enabler oggi disponibili a un numero sempre più ampio di aziende ma richiedono comunque competenze e modelli d’uso efficaci per rendere queste soluzioni effettivamente “utilizzabili”.
In particolare, l’edge computing è tema tecnologico emergente intravisto come vantaggioso in ogni tipologia di industry ma ha bisogno di un approccio progettuale adeguato a sfruttarne i vantaggi in ogni contesto cloud. E’ lo spunto iniziale offerto da Giorgio Galli, manager Solution Architect & Sales specialist Red Hat, per focalizzare la proposta “edge” di interoperabilità sicura a livello IT e OT, nei nuovi scenari cloud: “Lapproccio open si rivela di sicuro vantaggioso in questo contesto, perché permette di sfruttare in modo virtuoso le tecnologie per innovare, ma anche di farlo in modo trasversale tra i progetti, in una sorta di ‘contaminazione’ che consente, sulla scorta dell’esperienza, di disporre di tecnologie di classe enterprise per l’utilizzo anche nei contesti più critici, anche in termini di sicurezza (attraverso la certificazione delle soluzioni open source verso le terze parti – e viceversa)”

Giorgio Galli, senior manager Solution Architecture di Red Hat
Giorgio Galli, senior manager Solution Architecture di Red Hat

I progetti all’edge sono oggi un trend di business in crescita anno su anno, in tutti i Paesi, e le tecnologie edge, insieme ai temi OT e all’artificial intelligence, consentono oggi di portare i benefici dell’hybrid cloud fino alla “periferia”. Red Hat lavora nell’ecosistema per far sì che questa estensione sia efficace e possibile – prosegue Gallicon una strategia semplice: consentire di consumare cloud e risorse in uno scenario ibrido e multicloud. Per questo si parla di open hybrid multicloud esteso all’edge. Con l’edge come pilastro oggi ormai fondamentale. Obiettivo: abilitare il cliente a sviluppare le applicazioni una volta sola e decidere poi dove ha più senso che siano rilasciate ed utilizzate. Di fatto disaccoppiando l’applicazione dalla parte infrastrutturale.

In questo modo è possibile migliorare la user experience nella gestione e nel rilascio applicativo, valorizzare le competenze, estendere in modo agile le capability. Le aziende si ritrovano così a disporre di leve di business e commerciali importanti e possono abbattere quei vincoli tecnologici e di processo esistenti quando determinate applicazioni sono strettamente “legate” a singoli ambienti. Il modello consente poi “dal data center centrale alla struttura periferica, di evitare di avere sistemi di gestione eterogenei”.

Red Hat Strategy
La strategia Red Hat per multicloud ed edge

Si tratta di un vantaggio operativo importante per abilitare un’effettiva agilità nella gestione ed estensione delle competenze all’edge, tenendo alta l’operatività. All’edge si aprono così nuove possibilità di business; si abilita la capacità di elaborare informazioni in modo veloce vicino a dove vengono generate. Non solo, Red Hat ha scelto di proporre una piattaforma “agnostica” e standard rispetto alle diverse industry, lasciando poi a Isv ed ecosistema le possibilità di sviluppare le applicazioni specifiche. Un approccio che estende i vantaggi dell’hybrid cloud fino all’edge, vicino all’operatività di persone e device, mantenendo i vantaggi dati dati dagli open standard e dalle tecnologie aperte.

Red Hat, la proposizione tecnologica per l’edge

Specifica così i punti di forza e le caratteristiche della proposizione tecnologica Alessandro Denicoli, Hybrid Cloud Solution Sales Specialist di Red Hat Italia. “Si tratta di far dialogare il mondo IT e quello dell’operation technology (OT) che vivono paradigmi e processi differenti pur parlando lo stesso linguaggio informatico e dei dati”.

Alessandro Denicoli Red Hat
Alessandro Denicoli, Hybrid Cloud & Edge Solution Sales specialist di Red Hat Italia

Per approcciare una trasformazione edge centrica serve quindi offrire interoperabilità, garantire che i sistemi critici siano connessi in modo sicuro, ed integrare effettivamente i processi. Raccogliere e valorizzare informazioni da asset critici distribuiti consente di abilitare scenari di business evoluti grazie all’utilizzo di real time analytics, e ai modelli davvero data driven. 
Il pat di trasformazione richiede di abbandonare il modello a silos, che vede convergere le  informazioni al centro, a vantaggio di una proposta in cui i software, all’interno della piattaforma Red Hat, possono interoperare anche “al confine, all’edge” su un sistema nativamente integrato. Due i pilastri: Red Hat Enterprise Linux “tailorizzato” ad hoc, per riuscire ad operare anche su workload minimi non nei DC, e Red Hat Openshift come piattaforma completa Kubernetes, per scalare in modo agile (dai gateway, ai cluster, fino a deployment cloud).

Red Hat e Edge computing
La collocazione della proposizione tecnologica Red Hat per l’edge

Il mondo OT (sensori, sistemi Scada, wearable, etc.) incontra quindi la tecnologia Red Hat, tailorizzata, che copre end-to-end tutta la catena infrastrutturale. Dal gateway vicino al sensore, ai cluster per far girare il software che interagisce con il sistema di produzione fino al core data center/cloud. Per un deployment unificato, con tutto quello che serve per interagire con l’edge. Si aggiungono i prodotti che abilitano la gestione operativa e di controllo della piattaforma indipendentemente dai componenti: per la parte di application services Red Hat Quay, quindi Advanced Cluster Management e Advanced Cluster Security, come componenti che comprendono la gestione di topologie complesse e quindi Ansible Automation Platform (per l’automatizzazione e la standardizzazione necessarie dei deployment).

Red Hat e Edge Computing Proposizione
La proposizione edge Red Hat per il manifatturiero

Edge computing, vantaggi per i verticali e casi d’uso

“Una visione unificata alla base della realizzazione di una piattaforma applicativa univoca, dislocata e disponibile nei DC, in multicloud e all’edge è il punto di forza di Red Hat” – interviene Luca Bigotta, Application Services Solution Sales specialist di Red Hat Italiae permette ai clienti di realizzare applicazioni che valorizzano il contesto informativo dell’edge nei diversi verticali”. Automotive, manufacturing, retail, health-life science, energy e public sector tra questi. Si pensi alle soluzioni predictive maintenance nel mondo automotive ed agli sviluppi nel comparto della guida autonoma; all’analisi di qualità del prodotto nel manufacturing e ancora alla possibilità di comprendere realtime, sul campo, le esigenze dei clienti per la sfera retail. Ma anche alle possibilità che si aprono negli altri comparti. Si parla di un’evoluzione tecnologica nel mondo del monitoring, per esempio, che oggi estende ed approfondisce in modo sensibile, le possibilità di gestione degli asset.

Luca Bigotta Red Hat
Luca Bigotta, Application Services Solution Sales specialist di Red Hat Italia

Nel manufacturing, in modo specifico, già si può vedere in “assottigliamento” la barriera tra IT e OT, anche grazie all’abbattimento dei costi necessari per abilitare la “nextgen infrastructure”. Bigotta: “Il portafoglio applicativo Red Hat dispone quindi dei ‘mattoncini ottimizzati’ che hanno bisogno di risorse minime e funzionano anche sulla base dei paradigmi serverless per abilitare il potenziale dei diversi contesti applicativi all’edge (application services) e assicurare la gestione del dato necessaria per ottenere valore (data services)”. Per esempio sarà possibile eseguire training sui dati che consentirà di individuare algoritmi eseguibili proprio dove l’informazione è generata.

Tra i casi d’uso più interessanti in proposito merita di essere citata Alstom. L’azienda gestisce e sviluppa soluzioni di mobility. In particolare, per questo contesto, gestisce il sistema di segnalazione delle reti ferroviarie negli Usa. L’azienda ha voluto incrementare l’efficienza del sistema e ha ricercato una migliore interazione dei vari device con i treni ed il backend. Ha scelto Red Hat Enterprise Linux con un footprint particolarmente snello sui device, affiancato dalle tecnologie per i container per migliorare la gestione dei dati raccolti, la loro elaborazione e la loro trasmissione, ma anche per standardizzare e gestire in sicurezza l’intera infrastruttura edge in modo automatico estendendo le soluzioni Red Hat all’utilizzo di Ansible come piattaforma di automazione IT. Alstom ha potuto così trasformarsi da vendor di soluzioni hardware a vendor di soluzioni hardware/software effettivamente data driven.

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