La tappa milanese dell’Open Source Day 2019 conferma l’evento di Red Hat come principale momento italiano dedicato a dare una panoramica a 360 gradi del mondo open source, condividerne gli sviluppi e fare networking. Un’edizione da record, con oltre 1.700 persone registrate, dopo le 2.200 presenti all’appuntamento di Roma, 47 partner e una posizione di tutto rilevo dell’Italia nel contesto internazionale.

Nel keynote, a condividere i traguardi è Gianni Anguilletti, vice president Med Region di Red Hat, ruolo di responsabilità internazionale nel quale può oggi concentrarsi maggiormente, a seguito della nomina di Rodolfo Falcone a country manager Italia della società. A simboleggiare il passaggio di testimone, i due insieme sul palco: “Rodolfo aiuterà la struttura locale ad incrementare la capacità di Red Hat di rispondere alle esigenze dei clienti verso i processi di digital transformation, dichiara Anguilletti.

Rodolfo Falcone a country manager Italia
Rodolfo Falcone, country manager di Red Hat Italia

Open source, 4 valori fondanti

L’edizione 2019 del forum segue il modello dello scorso anno: evidenziare i valori fondanti della società. Che sono quattro e simboleggiano lo spirito dell’open source come capacità di operare da catalizzatore e trait d’union alla spinta innovativa espressa dalla comunità degli sviluppatori del software.

“Libertà, responsabilità, coraggio e impegno – li enuncia Anguilletti – come elementi differenzianti che impattano anche su clienti e partner. In particolare, il coraggio di perseguire obiettivi ambiziosi non solo in termini di innovazione tecnologica ma anche della modalità con cui metterla al servizio dell’evoluzione; impegno nel gestire l’ambito a maggior potenziale per il progresso della società in uno scenario in costante evoluzione che vede tecnologie e metodologie open source espandere le possibilità in ogni settore e mercato; libertà, che ci auto-concediamo, per raggiungere l’obiettivo e liberare i potenziali globali; senso di responsabilità per far sì che questo processo non crei caos e anarchia”.

Gianni Anguilletti, vice president Med Region di Red Hat
Gianni Anguilletti, vice president Med Region di Red Hat

Confermati anche gli investimenti lungo le direttrici di sempre: copertura e completezza funzionale con ampliamento del portfolio per alimentare architetture performanti, scalabili, sicure ed economicamente sostenibili; apertura libertà di scelta sull’utilizzo parziale o totale dell’offerta; flessibilità da declinare su ogni applicazione e carico di lavoro (oggi bisognerebbe dire ogni container) su qualsiasi tipo di piattaforma, in qualsiasi momento e luogo, e dove la sicurezza non rappresenta un settore o prodotto ma è insita in ogni progetto”, prosegue Anguilletti. 

E sul portfolio, annunciate alcune evoluzioni delle piattaforme, come Red Hat Enterprise Linux 8, nuova versione del sistema operativo con funzionalità analitiche, predittive e gestionali identificato come supporto per l’impesa intelligente. O Red Hat OpenShift Container Platform, piattaforma per l’ammodernamento dei carichi di lavoro e lo sviluppo di applicazioni sia di tipo tradizionale che di nuova generazione facendo leva su nuovi paradigmi tecnologici come artificial intelligence, machine learning, edge, server as a service. O ancora Red Hat Ansible Automation Platform, con nuovi livelli di automazione.

Dall’ultimo anno…

Modello e valori vengono dunque confermati, anche se dallo scorso anno molto è cambiato con l’entrata in gioco di Ibm, da luglio. La più grade acquisizione della storia nel software (34 miliardi di dollari), che mette a valore il portafoglio di competenze, soluzioni e servizi delle due aziende per accelerare il processo di adozione di piattaforme evolute di cloud ibrido da parte delle imprese. “Un binomio sempre più protagonista dell’open hybrid cloud con benefici evidenti per chi le utilizza” dichiara Anguilletti, che ribadisce però l’invariata autonomia di Red Hat a sostegno della neutralità.

La neutralità è un nostro core value, e questo vale anche per i partner”. Lo sottolinea Paul Cormier, executive vice president and president products and technologies di Red Hat -. “L’accordo con Ibm prevedeva che dovessimo rimanere neutrali e così procediamo: tutto è rimasto invariato in termini di modello operativo, per non creare conflitto. Con Ibm abbiamo soluzioni congiunte che sostengono la crescita del mercato open source, ma Red Hat continua ad operare come entità autonoma propria, sia commerciale che di sviluppo prodotto e di relazione con i partner, per le realtà che vogliono continuare ad avere un rapporto diretto”.

Paul Cormier, executive vice president and president products and technologies di Red Hat
Paul Cormier, executive vice president and president products and technologies di Red Hat

Cornier porta a questo proposito l’esempio della lunga collaborazione con Intel, con cui Red Hat ha un non disclosure agreement di 5 anni sulla tecnologia che l’azienda dei processori sviluppa, e che rimane attivo.

“L’entrata di Red Hat nella galassia Ibm sta facendo da catalizzazione di innovazione in termini di processi orizzontali e mercati verticali, creando sinergie importanti che portano a tecnologie congiunte”, commenta Werner Knoblich, senior VP and general manager Emea di Red Hat -. Il rapporto con Ibm crea sinergie che ci permettono di portare nuove risorse sotto il nostro ombrello e di raggiungere mercati diversi. Un’alleanza che in questo senso può avere una similarità con quella di Dell Emcdichiara -. Anche per noi Microsoft è il primo partner, con Azure“.

Werner Knoblich, senior VP and general manager Emea Red Hat
Werner Knoblich, senior VP and general manager Emea Red Hat

Italia, crescita e sostegno alla PA

70 trimestri consecutivi di crescita su scala globale. E’ il dato del business di Red Hat, nel quale il nostro Paese contribuisce in modo significativo nel supporto alla comunità.
Lo racconta il neo country manager.  “L’adozione dell’open hybrid cloud porta benefici, anche a Red Hat Italia – dichiara Falcone -. Il team raggiunge le 192 persone rispetto alle 161 dello scorso anno, in crescita del 25%. Il dato più significativo è che 70 di queste risorse sono sviluppatori. Una caratteristica che contraddistingue l’accento tecnologico della country all’interno della community che ingloba anche i partner (oggi sono circa 140).

“Ho imparato a conoscere Red Hat per la sua modalità di collaborazione del mondo orizzontale della comunity. Ibm è un detonatore è ci consentirà di essere dentro progetti nuovi e di accelerare la digital transformation, specie in ambienti legacy e vecchi”, prosegue Falcone. Già questo avviene: “Abbiamo chiuso trattative con grossi enti pubblici. Qualche esempio: il Ministero delle Finanze, Sogei o ancora Consip, che ha siglato un accordo multi brand assegnando a Red Hat la maggiore quota per fornire soluzioni e servizi più semplici ai cittadini; un atto di fiducia della pubblica amministrazione, a cui chiediamo di starci più vicini”Siamo colpiti dall’innovazione che le strutture pubbliche stanno intraprendendo. La strada è lunga ma il percorso è avviato”, conclude Anguilletti.

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