Il bisogno di agilità induce le organizzazioni di servizi finanziari e assicurativi a reimmaginare il modo di fare business ma, in un momento in cui è necessario lavorare a un ritmo sempre più accelerato per potersi adattarsi al cambiamento, proprio queste realtà ritengono che le infrastrutture e le applicazioni IT di tipo legacy siano di ostacolo ai progetti di trasformazione del business e agli obiettivi di automazione. Lo pensa oltre l’80% del campione dell’indagine elaborata dalla The Economist Intelligence Unit e commissionata da Appian dal titolo Il Settore Finanziario Sommerso dal Debito Tecnico.
La ricerca, che integra i risultati di un sondaggio con ricerche e interviste qualitative di approfondimento ad esperti di servizi finanziari e assicurativi (Fsi), è stata condotta su circa 1.000 tra decisori IT e di business di aziende con fatturati annui superiori al miliardo di dollari che operano in sei settori (servizi finanziari, assicurazioni, sanità, settore pubblico, petrolio e gas, energia e servizi pubblici) su nove paesi (Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito e Australia). Più in particolare un terzo del campione è rappresentato da dirigenti di alto livello, mentre i rimanenti due terzi da persone che operano come direttori o a un livello ancora superiore.
I dettagli dei numeri dimostrano come oltre il 70% dei decisori IT in ambito Fsi sostengono che la crescita delle richieste di progetti tecnologici superi la crescita del budget IT che è già superiore alla media globale del 64%. Tuttavia, quasi nove intervistati su dieci rilevano per la propria organizzazione difficoltà operative nell’affrontare le sfide poste dalla pandemia, e di poco inferiore è la percentuale di coloro che dichiarano che la propria azienda ha bisogno di migliorare l’infrastruttura IT e le applicazioni per adattarsi meglio ai cambiamenti esterni.
Tra le difficoltà più condivise proprio la collaborazione inadeguata tra la funzione IT e le unità di business rappresenta una delle principali barriere alla digitalizzazione. Questo è vero per il 44% del campione dei decisori IT, mentre la percentuale scende al 27% quando a rispondere sono i decisori aziendali. Michael Heffner, VP of Solutions e Industry Go-to-Market di Appian: “I servizi finanziari e le compagnie assicurative devono rafforzare la collaborazione tra i team IT e le unità di business che servono. Entrambi i gruppi riconoscono la necessità di collaborare di più per soddisfare le loro ambizioni digitali e di automazione velocemente e con elevati livelli di qualità e sicurezza”.
E’ dalla collaborazione, modernizzando i sistemi legacy datati e attraverso metodologie di tipo agile, in pratica, che le imprese possono superare le barriere alla digitalizzazione. Tra le tecnologie più virtuose ad indirizzare questi processi, quelle di automazione sono ritenute dal campione le più importanti per i prossimi 12 mesi.
Risponde così il 31% dei dirigenti di servizi finanziari, con circa un terzo degli IT decision maker che ritiene che la riduzione o l’eliminazione dei sistemi IT di tipo legacy aiuterebbe maggiormente la loro organizzazione a raggiungere gli obiettivi di automazione, mentre solo il 17% dei decision maker ritiene però che l’abbandono dei sistemi IT di tipo legacy rappresenti un fattore chiave per aiutare le aziende ad abbracciare l’automazione.
Tra le realtà che hanno già deciso di accelerare l’implementazione di applicazioni IT abbracciando l’automazione digitale e l’innovazione Appian evidenzia l’esperienza di Aegon. L’azienda fornisce assicurazioni vita, pensione e servizi di gestione patrimoniale.
Nel 2018 vengono introdotti governance, sicurezza e provisioning in tutta l’organizzazione all’interno dello spazio DevOps con 20 applicazioni e 10 team che lavorano con Appian, cresce nel tempo il team deputato all’intelligent automation ed oggi conta 8 dipendenti a tempo pieno e 2 dedicati nello specifico ad Appian, una squadra che consente a più di 16 team DevOps federati all’interno dell’azienda di supportare oltre 50 applicazioni.
Un percorso che ha portato frutti, ma che non lesina difficoltà: “Le iniziative di automazione non sono facili – spiega Boris Buis, Intelligent Automation e Bpm lead dell’azienda – e, con molti team che lanciano progetti in gruppi diversi, rischiamo di commettere ripetutamente gli stessi errori. Costruire un advisory group di consulenza sull’automazione a livello centrale ha permesso ai nostri team di progetto di essere indipendenti e agili, ma anche di beneficiare dell’esperienza e delle competenze duramente conquistate nel corso degli anni“.
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