Fanuc opera nel settore dell’automazione. Fondata più di mezzo secolo fa da Seiuemon Inaba, riconosciuto inventore del primo sistema di controllo numerico (Cnc, ovvero Controllo Numerio Computerizzato), ora è una multinazionale e oltre ai sistemi Cnc per l’automazione delle macchine utensili e delle linee di produzione, nel tempo, l’azienda ha sviluppato altri sistemi di automazione fino a produrre robot industriali. Fanuc è anche tra le realtà più automatizzate del settore, considerato come all’interno delle sue fabbriche siano proprio i robot, a costruire altre macchine Fanuc.
Tra i punti di forza di questa realtà vi sono lo sviluppo e la produzione interna di tutti i componenti della propria offerta composta, oltre che dai sistemi di controlli numerici e dai robot industriali, anche dai cobot (robot collaborativi) e dalle macchine utensili intelligenti, sull’idea di base di utilizzare “meno parti” possibili per migliorare affidabilità ed efficienza, garantendo un ciclo di vita più lungo del prodotto.
E l’efficienza è anche uno dei più importanti obiettivi che si pone l’azienda e che richiedono i clienti. Per questo Fanuc mette a disposizione soluzioni di automazione intelligenti, capaci di scambiare grandi quantità di dati in tempo reale e migliorare i processi attraverso l’auto-ottimizzazione. Questo è possibile sfruttando una rete digitale composta da sensori, motori e tecnologia robotica che, attraverso l’IIoT (Internet delle Cose per l’Industria), è in grado di abilitare l’idea di fabbrica intelligente e rilevare in modo proattivo i problemi, adottando contromisure per tempo, prima che si verifichino i guasti.
Una proposta che piace alle aziende. Si affidano a Fanuc realtà che operano nel settore automotive, nell’aerospaziale, specializzate nella lavorazione delle materie plastiche ma anche realtà dell’elettronica, del medicale, fino al food&beverage e al lusso. Tra i nomi spendibili Audi (per il controllo delle saldature tramite i robot), Bulgari (per l’automazione nella produzione di orologi e gioielli), ma anche Hero (per imballare in modo efficiente i prodotti alimentari) che hanno scelto le soluzioni Fanuc anche per beneficiare dell’assistenza a vita disponibile per ogni singola parte di ricambio.
Fanuc in Italia
La filiale italiana di Fanuc è la seconda in Europa per volume d’affari e dipendenti (oltre 150), ha sede a Lainate in un edificio avveniristico che ha ottenuto la certificazione Leed – Leadership in Energy and Environmental Design (ne parliamo più avanti). Fanuc in Italia si è attivata su una serie di attività di partenariato con associazioni e competence center, per esempio con Cim4.0 attraverso la collaborazione con il Politecnico e l’Università di Torino, per rendere disponibile alle imprese di diversi verticali competenze e abilità in ottica Industria 4.0, ed inoltre con Made Competence Center Industria 4.0.
La strategia nel nostro Paese è volta ad accompagnare le imprese manifatturiere italiane verso i traguardi di Industry 5.0. E si sviluppa su tre pilastri: innovazione e resilienza, centralità dell’uomo e sostenibilità. Per il primo punto, del tutto coerente, con le collaborazioni appena accennate, si tratta di garantire ai clienti più valore lavorando allo sviluppo di soluzioni di automazione intelligenti, basate sulla capacità di scambiare un elevata mole di dati in realtime, sfruttando IIoT e le reti digitali composte da sensori, motori e tecnologie robotiche.
Per quanto riguarda il secondo punto, Fanuc vuole affiancare alla messa a punto di robot collaborativi in grado di soddisfare le esigenze dei diversi settori l’attivazione di percorsi formativi qualificanti, in particolare rivolti alle scuole ed alle nuove generazioni grazie a iniziative concrete che hanno l’obiettivo di colmare lo skill shortage, ed innestare giovani talenti nel settore manifatturiero. Da qui la collaborazione con le maggiori Università Italiane e gli Its (Fanuc Italia è socio delle fondazioni Its Meccatronica Lombardia e Its Nuove Tecnologie della Vita). Per quanto riguarda, infine, la sostenibilità, i prodotti Fanuc utilizzano l’energia in modo efficiente contribuendo a ridurre l’impronta di carbonio di Fanuc nelle sue produzioni e in quelle dei propri clienti.
L’azienda è impegnata a ridurre i materiali di imballaggio monouso dei propri prodotti, a limitare il proprio consumo di elettricità passando all’utilizzo di energia rinnovabile entro il prossimo decennio, vuole ridurre l’impiego di acqua dolce entro il 2025, ma ha anche fissato solo al 2050 la data per divenire definitivamente carbon neutral, in compenso, come accennato, la sede di Lainate vanta la certificazione Leed per le sue caratteristiche di sostenibilità, utilizza 100% energia elettrica rinnovabile certificata (di cui più del 40% autoprodotta) e si è posta l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza energetica nei prossimi tre anni. Arriviamo così ai risultati di fatturato.
I risultati in un mercato che cresce
Si chiude a marzo l’anno fiscale di Fanuc, ed il 2021 è stato per l’azienda un anno di soddisfazioni. A livello corporate l’azienda ha maturato un fatturato pari a 6,39 miliardi di dollari (960 milioni di euro in Europa, dove l’azienda conta oltre 1.800 dipendenti in 24 filiali). In Italia, infine Fanuc ha fatto registrare il miglior risultato per la filiale con un fatturato di 173 milioni di euro in crescita del 30% rispetto al 2020 e del 28% rispetto al 2019. Sono state richieste all’azienda oltre 6.500 unità (+82% rispetto all’anno precedente), un dato coerente con lo scenario che vede la vera esplosione della richiesta fotografata da Siri (Associazione Italiana di Robotica e Automazione), che documenta per il nostro Paese l’installazione di oltre 11.500 nel 2021, il 50% in più rispetto al 2020. Mentre tra il 2008 ed il 2021 il tasso medio di crescita è stato pari al 7,5% , le prospettive di crescita per il 2022 vedono tasso di incremento a doppia cifra del volume d’affari generato. Marco Delaini, managing director di Fanuc Italia: “L’obiettivo di Fanuc ora è estendere ulteriormente la produzione di robot da 11mila a 14mila unità mensili, sfruttando in modo intelligente gli spazi all’interno degli stabilimenti produttivi e automatizzando ancora di più i processi, in modo da coprire la domanda per i prossimi anni”.
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