“Rimanere qui spero sia di ispirazione a tutta Cernusco. Questa sede è per noi un luogo simbolico”. Poche parole per Carlo Bassoli, presidente e amministratore delegato Hpe Italia, che ben spiegano la scelta di rimanere a Cernusco sul Naviglio, fuori Milano, in controcorrente a tutte le aziende IT migrate in nuovi uffici nella zona di Porta Garibaldi.

Una sede nata nel 1978 (HP nasceva 82 anni fa in Silicon Valley) già impostata come campus in stile americano e ora riaperta come “luogo rigenerato” da aprile 2022. “Un nuovo punto di partenza, back to the future, perché oggi tornare ai luoghi fisici à la vera rivoluzione dopo quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni – continua Bassoli -. Già nel 1978 questo edificio era innovativo perché studiato per far vivere bene le persone, con bilanciamento tra cemento e vetri per garantire la massima luminosità, e pensato per avere minor impatto dal punto di vista manutentivo. E oggi la rigenerazione segue i principi della sostenibilità”.

Un luogo non solo per i dipendenti di Hpe, ma anche per “far proliferare il business dei 600 partner principali e dei 6.000 territoriali” che formano l’ecosistema di Hpe e che possono ruotare su un centinaio di postazioni di lavoro in esclusiva per loro.

Claudio Bassoli, amministratore delegato di Hewlett Packard Italia
Claudio Bassoli, presidente e amministratore delegato di Hewlett Packard Enterprise Italia, all’inaugurazione delle sede rinnovata

Spostamento verso l’As a Service

L’inaugurazione degli uffici rigenerati arriva a valle della chiusura di un anno fiscale positivo (fatturato mondiale di 27,8 miliardi di dollari nel 2021) anche per la filiale italiana: “Il FY 21 è stato per Hpe Italia il miglior anno di sempre – precisa Bassolie stiamo procedendo nella stessa direzione sia con le vendite in modalità tradizionale sia con la nuova generazione di cloud Hpe Greenlake
Hpe Greenlake, “oltre ad avere un indotto sul Pil italiano stimato in 220 miliardi di euro con un impatto importante sul Paese secondo le stime di Ambrosetti”, permette alle aziende di ridurre il consumo energetico del 30%, accelerare i cicli di innovazione (“il sequenziamento del virus, come nel caso del Covid, è passato da 104 a 20 settimane”), ridurre i tempi di rilascio di nuove applicazioni del 70%, disporre di infrastrutture sempre aggiornate perché gestite in modalità as a service. “Al centro della proposta Hpe Greenlake c’è sempre l’ecosistema dei partner, che può aggiungere le proprie soluzioni on top alla nostra infrastruttura. I nostri partner possono continuare a vendere in modo tradizionale on-prem oppure proporre il cloud anche nella modalità ibrida di Hpe Greenlake che porta il cloud gestito in casa del cliente. Abbiamo visto una grande crescita della modalità As a Service nel 2021 e continuiamo a vederla anche nel 2022”.
Nel recente Hpe Discover a Las Vegas le novità su Hpe Greenlake sono state le più significative, “rappresentano l’intento di portare l’esperienza del cloud privato a un livello successivo, trasformato e moderno, che si avvicina al nuovo mondo del lavoro, per stare al fianco dei clienti nella loro strategia di trasformazione ibrida, multicloud e digitale” commenta Bassoli.

Le cinque C alla base del campus

La sostenibilità del nuovo campus si sostanzia in impianti energetici, di illuminazione, di climatizzazione basati su scelte green in tutte le sedi Hpe nel mondo, una scelta che ha premiato Hpe inserendola del Dow Jones Sustainability World Index grazie anche a diversi impegni ripresi nel Living Progress Report 2021 per le azioni Esg. “Siamo una azienda che ha cavalcato sostenibilità e economia circolare e il campus ha seguito la nostra trasformazione in questi decenni”.

Claudio Bassoli, amministratore delegato di Hewlett Packard Italia
Claudio Bassoli, amministratore delegato di Hewlett Packard Enterprise Italia

La logica che sottende il progetto del campus è quella di creare un luogo di benessere anche sul lavoro che Hpe a livello mondiale riassume nella teoria delle 5 C.
Il campus garantisce senso di Comunità (1) restituendo luoghi per la creatività, l’incontro e la sperimentazione (“venire in ufficio è un valore aggiunto perché favorisce creatività, è difficile portare l’innovazione al mercato e al cliente solo lavorando da remoto”). Dà Consapevolezza (2) ai team sulle strategie (“sapere chi siamo e dove stiamo andando è fondamentale. Siamo innovatori, come dimostra la recente generazione di cloud o il nostro primo supercomputer Exascale che spinge la ricerca nel campo energetico”).
La terza C è la Coerenza (3) in quello che si fa “che rende più efficiente il processo decisionale” mentre la quarta è la Connessione (4), che tiene al centro le persone grazie a spazi funzionali innovativi e rinnovati, ripensati per lavorare in team. A Cernusco ci sono due centri di sviluppo mondiali, uno dedicato alla crocieristica navale (in precedenza ubicato a Miami), grazie alla gara vinta per impostare la sfida tecnologica di Msc Crociere e un centro di competenza dedicato alla ricerca e sviluppo sui temi definiti dal programma Horizon Europe 2020.

Infine la quinta C è quella della Condivisione (5) di cultura, idee, spazi, futuro. “Queste cinque C non sono solo una teoria ma hanno spinto l’azienda a ridefinire tutti gli edifici, da Parigi alla California, dal Texas fino a Monaco o Berlino, innescando un processo di rigenerazione avvenuto a livello mondiale nei due anni di pandemia proprio per lavorare in maniera diversa, in smart working ma anche in luoghi fisici, per un corretto worklife balance e un sano equilibrio tra carriera a via privata”.
Rientrano in queste attività il congedo parentale a entrambi e genitori per 26 settimane retribuite al 100% nel primo anno di vita del figlio, il Wellness Friday per tutti i dipendenti che possono dedicare il secondo venerdì del mese al proprio benessere, le 60 ore all’anno retribuite per fare volontariato, tra i quali anche corsi di coding per bambini o persone over 60, tenuti nella sede di Cernusco. “Ma accanto alle cinque C della corporation per Cernusco introduciamo una sesta C, perché nel nostro campus si vive come a Casa (6) per dare il meglio di noi stessi e della nostra professionalità”.

A novembre verrà ripristinata con la stessa logica la sede romana e dovrebbero ripartire i 20 Innovation Labs territoriali che hanno interrotto il loro lavoro durante la pandemia, nati per portare la tecnologia a km 0 sul territorio e per indirizzare le esigenze delle Pmi. 

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