La pandemia Covid-19, e recentemente il contesto di tensione geopolitica a livello internazionale, hanno posto il settore industriale italiano di fronte a numerose sfide per la continuità della produzione. L’incremento nei costi energetici e delle materie prime spinge verso una sempre maggiore attenzione verso la profittabilità e la marginalità, anche tramite la revisione e l’ottimizzazione dei processi produttivi.
Al contempo, una potenziale riduzione di alcune componenti della domanda aumenta il livello di competitività nel settore, rendendo critico fidelizzare i clienti esistenti, o servire in modo efficiente nuovi clienti su nuovi mercati.
Le aziende più agili nel reagire o anticipare il cambiamento sono frequentemente impegnate in strategie di trasformazione digitale per creare valore. La tecnologia costituisce un asset fondamentale per trasferire innovazione non solo in termini di metodologie di produzione, come l’Industria 4.0, ma anche nel rendere l’azienda, i dipendenti e i partner più efficaci nella di gestione di tutte le attività di business.
Digitale, sostenibilità e profittabilità le chiavi contro l’instabilità dei mercati
Le soluzioni digitali rappresentano la leva strategica maggiormente indicata proprio per far fronte a questo momento di incertezza (82,9%), secondo i risultati indicati dal panel Industria dell’edizione 2022 della CIO Survey, la rilevazione condotta annualmente da NetConsulting cube, giunta alla sedicesima edizione. In particolare, la possibilità di avere una visibilità end to end lungo tutta la filiera è ormai considerata un’esigenza fondamentale, per poter reagire all’attuale contesto d’instabilità.
Molte aziende sono inoltre interessate all’implementazione di strategie che indirizzino il tema della sostenibilità (53,7%),con una maggiore attenzione al carbon footprint, oltre che alla Corporate Social Responsibility. Il 41,5% delle aziende indica inoltre una maggiore attenzione verso liquidità e profittabilità, dato coerente con il momento difficile che sta affrontando il comparto.
Il tutto mentre si diffondono nuove modalità di lavoro: il 39% delle aziende ha infatti dichiarato di avere rivisto i propri modelli lavorativi, in particolare per le fasce di white collar, che dopo un biennio di remote working causato dalla pandemia Covid-19, oggi richiedono strumenti flessibili – e sicuri – per poter gestire le attività in una modalità ibrida.
Rilevante anche la possibilità di implementare nuovi modelli di business per la ricerca di nuovi canali di profittabilità (29,3%), come ad esempio il perseguimento di strategie d’internazionalizzazione per la ricerca di nuovi mercati e la diversificazione del rischio, o di servitizzazione, per la trasformazione graduale del Service da centro di costo a ulteriore centro di profitto.
Significative anche le strategie che puntano a valorizzare le relazioni sia a monte della catena con i fornitori, che a valle con la clientela (26,8%). Potenziare le relazioni con i fornitori significa non solo avere la possibilità di condividere con loro dati e strategie, ma anche rivedere la loro distribuzione geografica al fine di rendere maggiormente resilienti le supply chain. Migliorare le relazioni con i clienti ha invece l’obiettivo di migliorare la loyalty e la retention dei clienti stessi (B2C e B2B), ma anche quello di poter prevedere al massimo i loro comportamenti di acquisto, per ottimizzare sia il procurement che le fasi di pianificazione della produzione.
I progetti digitali del settore manufacturing: verso la Smart Factory
Questi elementi si riflettono anche nei principali progetti digitali in corso presso le aziende industriali, secondo rilevazioni di NetConsulting cube.
Tra queste, la Smart Factory rappresenta un’area di forte attenzione. Le soluzioni a supporto della fabbrica intelligente guidano la canalizzazione dei fondi del PNRR, mentre i dati raccolti dal campo richiedono, per essere analizzati e diventare “a valore”, l’elaborazione da parte di diverse applicazioni e con logiche ed approcci differenti. Sempre in tema fabbrica intelligente, numerose sono le organizzazioni che hanno dichiarato di volersi dotare di sistemi di Industrial IoT.
Le aziende manifatturiere investono molto anche nell’implementazione di data strategy, dalla costruzione di data lake che incorporano dati crossfunzionali e a livello di supply chain, all’ottimizzazione delle soluzioni di reporting, fino all’introduzione di algoritmi di Advanced Analytics.
Nel corso degli ultimi due anni si nota inoltre, da parte delle aziende industriali, una decisa accelerazione nell’adozione di servizi cloud, siano essi di tipo infrastrutturale, di piattaforma o applicativi. Anche il manifatturiero più tradizionale adotta con sempre maggiore frequenza soluzioni as a service, in grado di offrire quella versatilità e scalabilità necessarie alla continuità del business, con la possibilità di collegarsi da più strumenti e in mobilità, in sostituzione di applicativi on premise e custom.
In crescita anche le iniziative progettuali legate al “Digital Customer”, tra cui soluzioni di Customer e Field Service, di ottimizzazione dell’omnicanalità e per la gestione dei processi di post-vendita, incluse le tematiche di loyalty e campaign management, anche B2B. La pandemia ha inoltre spinto le aziende di produzione a utilizzare in modo più intensivo il canale e-commerce, sia in modalità diretta B2C, sia tramite lo sviluppo di portali B2B.
Digitalizzazione: cresce la collaborazione tra IT, Produzione e Vendite
La crescente diffusione delle iniziative in digitale vede quindi una sempre maggiore collaborazione tra Information Technology e funzioni di business, che se nel caso della Produzione può sembrare scontato, visto il crescente passaggio al paradigma 4.0 e alla convergenza tra ambienti IT e OT – l’85,4% di CIO vi collabora fattivamente, sempre secondo i risultati della CIO Survey 2022 – , vede invece al secondo posto a pari merito (78% delle citazioni) le aree Amministrazione, Finanza e Controllo e Vendite, seguite da Operations (73,2%) e Marketing (56,1%).
Il dato evidenzia la crescente necessità d’integrazione, anche per il comparto industriale, di dati e processi a livello unificato e cross-funzionale. Lo spostamento verso modelli di produzione 4.0 implica, infatti, la necessità di disporre non solo di tecnologie connesse, ma anche di rivedere processi e modelli di business a supporto del nuovo modello, dal forecast planning alle attività di service. Una revisione i cui benefici si estendono anche nella ricerca di maggiore profittabilità e marginalità.
Oltre il CRM: integrare dati, processi e risorse per migliorare la profittabilità e ridurre i costi
Risulta quindi evidente come per organizzazioni che operano in contesti mutevoli, spesso anche internazionali, sia necessario dotarsi dei giusti strumenti a supporto di una strategia di crescita, basata su criteri come efficienza, collaborazione, integrazione e sicurezza. Tra le soluzioni cardine per il settore industriale, oltre al fondamentale ERP, si includono sempre più anche soluzioni avanzate di Customer Relationship Management.
La digitalizzazione del percorso di acquisto esteso, dalla generazione del lead, al forecast planning, ai servizi di assistenza post-vendita, anche per aziende con un business tipicamente B2B, rappresenta un tema sempre più rilevante per garantire processi efficienti ad aziende costrette ad operare in scenari ad elevata incertezza. In questo senso, alcune aziende B2B utilizzano strategicamente la Customer Experience come elemento differenziante in termini di valore aggiunto percepito da parte dei clienti, per decidere come cambiare e rendere più veloci e scalabili processi di interazione di tutta la catena del valore. La crescente integrazione dei processi di Field, Supporto Clienti, Marketing, Vendite e Commerce rappresenta un’esigenza sempre maggiore anche per le aziende manifatturiere, anche per ripensare i Customer Journey in funzione dei cambiamenti del mercato.
Analogamente, disporre di soluzioni integrate in real time può fare la differenza nel ridurre le inefficienze e definire modelli di pricing in linea con la volatilità del mercato, o per introdurre nuovi modelli di business. Standardizzare i processi di supporto, manutenzione e servizio per ogni cliente permette di risparmiare ingenti risorse economiche, ma anche di lanciare nuovi modelli “as a service” in modo efficace. Infine, l’integrazione di dati di clienti, partner e processi in un unico punto di accesso consente di effettuare analisi predittive avanzate, per reagire agilmente con la filiera e diminuire l’impatto dell’instabilità delle Supply Chain globali.
Considerando queste premesse, i sistemi “CRM” tradizionalmente presenti presso le aziende del mondo manifatturiero possono non essere più sufficienti. Ad esempio, l’analisi avanzata dei dati, anche tramite algoritmi d’Intelligenza Artificiale, è utile per attivare l’automazione di processi manuali e a basso valore aggiunto: una valida opzione in ottica di recupero dell’efficienza e riduzione dei costi operativi. Anche l’accesso alle informazioni in mobilità, dal Field Service alla vendita, consente di ottimizzare i processi, evidenziando come la definizione di “vista univoca” dei clienti abbracci più ampi processi strategici per la profittabilità e la continuità del business, oltre al Marketing.
Il ricorso a soluzioni semplici e moderne consente così non solo di semplificare il processo di digitalizzazione, contribuendo anche a ridurre, ma soprattutto a supportare adeguatamente, tramite una strategia di adozione in step graduali, i piani di evoluzione del business orientati al prossimo futuro.
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